Anche con la Fundacio Mies van der Rohe una mostra dedicata ai waterfront

Cittadacqua, dalla Biennale di Pisa a Urbanpromo. Libri, convegni e progetti

di Redazione PPANthebrief | pubblicato: 12/11/2019
Il Mediterraneo è un bacino quasi chiuso, circondato da tre continenti sulle cui sponde abitano oltre 450 milioni di persone
Cittadacqua, dalla Biennale di Pisa a Urbanpromo. Libri, convegni e progetti
Il Mediterraneo è un bacino quasi chiuso, circondato da tre continenti sulle cui sponde abitano oltre 450 milioni di persone

Ieri a Genova, con l’evento dedicato alle “Città d’acqua” è iniziata l’avventura della III edizione della Biennale di Pisa, un progetto culturale dell’Associazione LP. Tema per il 2019? Tempodacqua. La dimensione del tempo come variabile, come condizione per strategie e politiche che riguardano l’ecologia urbana, lo sviluppo economico e la dimensione culturale.

L’acqua e il suo rapporto con il costruito è un tema sotto i riflettori da Nord a Sud. A Taranto è di questi giorni la notizia dell’attivazione di un finanziamento di 90 milioni dedicati alla riqualificazione del centro storico. Parte dei fondi, inoltre, saranno spesi per ammodernare il waterfront del Mare Piccolo. Altra operazione di rigenerazione del tessuto urbano, sempre nel Mezzogiorno ma più a nord, riguarda il recupero dell’ex area industriale di Bagnoli (NA) già oggetto in passato di tentativi simili poi falliti. Recentemente Invitalia ha lanciato un concorso, la cui scadenza è stata prorogata al 7 gennaio, per un intervento da 80 milioni di euro con montepremi di 325mila euro. Faro acceso anche su Trieste, uno degli snodi di quella che sarà la nuova via della seta, progetto di scala intercontinentale promosso dalla Repubblica Popolare Cinese. Il colosso asiatico, infatti, ha individuato nello scalo friulano un hub ben collegato alle infrastrutture del Nord Europa. Così si spiega il forte interesse della China Communication Construction Company di investire nel primo porto italiano per volume di merci scambiate.

Mare Nostrum. Limite permeabile, ostacolo, ma anche elemento in grado di connettere culture profondamente differenti che, proprio grazie ad esso, hanno avuto modo di conoscersi, scontrarsi e dialogare. Stiamo parlando del mare, in particolare del Mediterraneo (da Mediterraneus ovvero “in mezzo alle terre”). Un bacino quasi chiuso e circondato da tre continenti per circa 46mila chilometri di coste abitate da oltre 450 milioni di persone. Dati, questi, che aiutano a capire l’alto livello di urbanizzazione dei suoi litorali, disseminati di città dalle origini spesso antiche ma che oggi si confrontano con le esigenze di una società in rapidissima evoluzione. A conferma dell’assenza di una formula corretta c’è chi sceglie di dar vita sui waterfront urbani a interventi pubblici, come il Principato di Montecarlo (progetto di Fuksas), o privati, vedi a La Spezia il nuovo project financing di Royal Caribbean e MSC Crociere per ridare slancio al masterplan prodotto nel 2007 e frutto di un maxi-concorso poi bloccato (coinvolto in questo caso l’Atelier(s) Alfonso Femia).

Tra le decine di iniziative attivate in tutta l’area mediterranea, e più in generale in quella europea, parte “Architectures on the Waterfront”, una vera e propria immersione negli archivi della Fundaciò Mies van der Rohe organizzata nel Museo Marittimo di Barcellona. Grazie ad un lungo lavoro di ricerca, sono stati raccolti i progetti incentrati sulle linee costiere ricevuti in occasione degli EU Mies Award degli ultimi anni. Dal 30 ottobre fino al prossimo 12 gennaio, sarà possibile accedere all’esposizione che ospiterà una selezione di 68 interventi identificati come i più iconici del panorama continentale. La narrazione si svilupperà attraverso immagini, contenuti audiovisivi e modelli, e cercherà di raccontare la nuova relazione fra le città litoranee e il mare. Un percorso che guiderà i visitatori alla scoperta delle differenti letture scaturite da filtri in grado di generare nuovi landmark rappresentativi della nuova architettura dei waterfront.

Numerose le pubblicazioni sul tema. Una nuova architettura che, come in ogni epoca, si modella su necessità e pratiche sociali affermate. E ciò che più sta incidendo sulle geometrie delle sponde del Mare Nostrum, come veniva chiamato dagli antichi Romani, è un fenomeno esploso nel XX secolo: il turismo. A sottolinearlo è “Mediterraneo Contemporaneo”, libro di Roberto A. Cherubini edito da Franco Angeli, una letteratura che fa tesoro di riflessioni critiche, di progetti e sperimentazioni sul campo, spesso di visioni possibili. L’autore, professore di progettazione all’università la Sapienza di Roma, oltre ad essere responsabile del LabMed e del CSIAA, è noto per i suoi studi sul design del costruito in relazione con l’acqua, che sia dolce o salata. La pubblicazione si sviluppa attorno al tema delle architetture del nuovo in rapporto con l’esistente, trattando diversi casi specifici ed esemplificativi. Dal riuso delle mura della vecchia città veneziana di Budua (Montenegro), che nelle estati recenti hanno ospitato più palchi musicali, all’approdo crocieristico di Agios Nikolaos (isola di Creta, Grecia), totalmente fuori scala rispetto al piccolo borgo che si arrampica su un colle. Un’azione di rigenerazione che, quando non contempla la sensibilità e identità del contesto, rischia di snaturare per sempre questi luoghi.

Un pericolo ridotto, questo, nel nostro Paese. Non perché manchino pianificazione e proposte di riallocazione delle infrastrutture portuali nelle aree periferiche delle aree urbane. Bensì per l’assenza di iniziative concrete come quelle di città internazionali del calibro di Anversa o Amburgo. L’argomento verrà approfondito durante la XV edizione di Urbanpromo, evento culturale sulla rigenerazione urbana che si terrà dal 12 al 15 novembre a Torino, negli ambienti della Nuvola della Lavazza firmata da Cino Zucchi. Il rapporto fra porti e città sarà al centro di una sessione ad hoc a cura di Rosario Pavia, professore presso l’università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescata e membro dell’Istituto Nazionale di Urbanistica. Non solo analisi teorica ma anche tanti i casi concreti: Ravenna, Venezia, Taranto, Genova, Brindisi e Napoli. Focus sulle aree di interazione porto-città, ambiti in cui sarà possibile sperimentare piani integrati in grado di conciliare le esigenze di sviluppo infrastrutturali con gli obiettivi della qualità del costruito.

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Tag: città; masterplanning; trasporti
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