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Mancato accordo tra professionisti e Ance sulle criticità del nuovo Codice dei contratti

Progetto al centro e distinzione di ruoli: Rpt contro i costruttori e Architetti contro Ingegneri

di Paola Pierotti | pubblicato: 26/11/2016
Tra i temi in discussione il mancato affidamento prioritario della progettazione esecutiva al vincitore di un concorso di progettazione, strumento il cui rilancio la Rpt ritiene fondamentale
Progetto al centro e distinzione di ruoli: Rpt contro i costruttori e Architetti contro Ingegneri
Tra i temi in discussione il mancato affidamento prioritario della progettazione esecutiva al vincitore di un concorso di progettazione, strumento il cui rilancio la Rpt ritiene fondamentale

La Rete delle Professioni Tecniche ha abbandonato i tavoli della filiera dell’edilizia proposta dall’ANCE, “perplessa di fronte ad una risoluzione parziale delle criticità relative al nuovo Codice dei contratti, che esclude proprio le proposte sui servizi di competenza delle professioni che rappresenta”. Non solo, nei giorni scorsi gli Architetti hanno inviato una lettera al Mibact - e per conoscenza al Consiglio degli Ingegneri - sulle competenze in materia di direzione lavori sugli edifici storici vincolati, che secondo il Cnappc restano attività esclusiva degli architetti (come confermato anche dal Consiglio di Stato).

Dopo un periodo di dialogo propositivo all’interno della filiera del costruito, con l’intento di stringere alleanze e collaborare per lo sviluppo del Paese, si riaccendono alcune scintille che cercano di fare luce su come tutelare la centralità del progetto e su come delineare gli ambiti di competenza. Un anno fa la battaglia si era animata tra Oice e Rpt sul ddl Concorrenza, oggi le tensioni si riaccendono tra professionisti e costruttori e tra ingegneri e architetti.

L’organismo che rappresenta tutti i Consigli Nazionali dell’Area Tecnica (Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Chimici, Dottori Agronomi e Forestali, Geologi, Geometri, Ingegneri, Periti Agrari, Periti Industriali e Tecnologi Alimentari) non ha trovato l’accordo con il mondo dei costruttori su tre principali questioni. In primis sull’affidamento prioritario della progettazione esecutiva al vincitore di un concorso di progettazione, strumento il cui rilancio la Rpt ritiene fondamentale. Rpt e costruttori non hanno trovato un accordo nemmeno sull’estensione del periodo entro il quale valutare i curricula dei concorrenti negli affidamenti di servizi di progettazione ed altri servizi tecnici e sulla contestuale valorizzazione delle esperienze formative specifiche sul settore del servizio in affidamento, al fine di non escludere dal mercato i giovani e gli operatori economici che non hanno avuto la fortuna di lavorare negli ultimi anni. Terzo tema sotto i riflettori è la drastica riduzione del ricorso allo strumento dell’accordo quadro che, accorpando di fatto più lavori (servizi o forniture) per la partecipazione alle gare, impone ai concorrenti il possesso di requisiti molto pesanti, contribuendo così a sbarrare l’accesso al settore dei lavori pubblici degli operatori economici medio-piccoli.

La Rete delle Professioni tecniche ha espresso tra l’altro molti dubbi rispetto al rilancio della procedura dell’appalto integrato che metterebbe a rischio la centralità del progetto. “Consentire l’appalto di lavori in mancanza di una progettazione esecutiva – si legge in una nota della RPT - alimenta quei contenziosi che sono la principale causa del nostro triste primato internazionale sulle opere incompiute”.

Il Cnappc si è schierato invece contro il Cni per risolvere il tentativo di aggirare quanto sancito dal Consiglio di Stato nella sentenza 21/2014, che ha rigettato il ricorso presentato da alcuni Ordini locali degli architetti che non consentono agli ingegneri di essere direttori dei lavori sugli immobili vincolati di rilevante carattere storico e artistico. Come si legge in una nota del Cnappc, “nella lettera nella quale il Consiglio Nazionale degli Architetti manifesta biasimo e riprovazione per il tentativo messo in atto dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, viene anche sottolineata la necessità che il Mibact si faccia promotore  di un confronto al fine di una verifica congiunta (ingegneri ed architetti) sulla tematica delle competenze professionali poiché la sentenza 21/2014 è stata estremamente chiara sulla "parte tecnica" degli immobili vincolati”. 

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