Intervista a Matteo Scagnol, socio con Sandy Attia dello studio Modus Architects

Modus: "Servono linee coerenti e impopolari. Sostenibilità ed emergenza oggi sono un paravento a qualsiasi obbrobrio"

di Paola Pierotti | pubblicato: 29/04/2014
"Oggi per comunicare bene l’architettura bisogna essere politicaly in-correct per definire una posizione chiara e sostanziata. Più che di architettura oggi si parla dei fenomeni variabili che la mutano, così la sostenibilità e l’emergenza (scuole, terremoto) diventano un paravento a qualsiasi obbrobrio"
Matteo Scagnol
Modus:
"Oggi per comunicare bene l’architettura bisogna essere politicaly in-correct per definire una posizione chiara e sostanziata. Più che di architettura oggi si parla dei fenomeni variabili che la mutano, così la sostenibilità e l’emergenza (scuole, terremoto) diventano un paravento a qualsiasi obbrobrio"
Matteo Scagnol

Cosa vogliono leggere gli architetti? Cosa gli architetti vogliono far sapere a potenziali clienti?
Vi è ormai un’ubriacatura da “informazione” che ci raggiunge sotto ogni forma e a cui ci si deve difendere attraverso un lavoro inconscio di selezione e scelta per mantenere la mente libera e riuscire a far sedimentare solo alcuni concetti con cui vi sia affinità. La traiettoria di un architetto è sempre trasversale ed è in questa piega illogica che trova le sue letture più interessanti, ed è questa capacità olistica che l’architetto vuol mettere in risalto.

Lo stato di salute della comunicazione/editoria di settore in Italia? La tua rivista/giornale preferito?
Ciò che distingueva l’eccellenza italiana mi pare si stia sciogliendo in una caduta libera per tutte le testate più importanti. Dalla qualità grafica al contenuto teorico sempre meno consistente. Mi capita raramente di leggere una descrizione critica di un progetto che mi rapisce e trasporta tra le strade di un altro continente facendomi scoprire gli arcani di questo mestiere.
Aspetto sempre con ansia l’arrivo in studio dell’Harvard Design Magazine e dell’Inventario, con la curiosità di scoprire quale nuovo “tema” indagheranno.

Cosa non va nella comunicazione di architettura/ingegneria/design oggi?
La capacità di fare scelte coerenti e impopolari; di essere politicaly in-correct per definire una posizione chiara e sostanziata. Più che di architettura si parla dei fenomeni variabili che la mutano, così la sostenibilità e l’emergenza (scuole, terremoto) diviene un paravento a qualsiasi obbrobrio. 

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