Intervista a Didi Gnocchi, direttore responsabile della prima web tv italiana dedicata all’arte alla cultura e al design, promotrice della creazione di un network culturale online e tra gli altri collabora con la Biennale di Venezia, il Maxxi di Roma, con

Didi Gnocchi: "Se parliamo di siti web oggi il veicolo è il video (di qualità)"

di Paola Pierotti | pubblicato: 19/04/2014
"Attenzione alla pura produzione di contenuti dettati unicamente da logiche di marketing e pubblicità. Il risultato sono dei cataloghi privi di spessore culturale. Attenzione anche ai prodotti curati da accademici, dice Didi Gnocchi, restano testate riservate agli addetti ai lavori"
Didi Gnocchi
Didi Gnocchi:
"Attenzione alla pura produzione di contenuti dettati unicamente da logiche di marketing e pubblicità. Il risultato sono dei cataloghi privi di spessore culturale. Attenzione anche ai prodotti curati da accademici, dice Didi Gnocchi, restano testate riservate agli addetti ai lavori"
Didi Gnocchi

Cosa vogliono leggere gli architetti? Cosa gli architetti vogliono far sapere a potenziali clienti? 
La comunicazione di settore è differente dalla divulgazione ad un pubblico non necessariamente di addetti ai lavori. Gli architetti in genere chiedono di essere informati quasi in tempo reale su cosa viene progettato e costruito nel mondo. Vogliono vedere disegni chiari, belle fotografie e leggere testi brevi ma di senso. Chi ha, diciamo più di 50 anni cerca anche l'opinione e il punto di vista. L'aggiornamento rimane comunque l'esigenza primaria. Essere pubblicati significa farsi conoscere anche a potenziali clienti e, in questo caso, i siti e le riviste di settore sono i primi punti di riferimento, molto specifici e mirati. Un articolo che racconta la tua architettura in modo credibile e critico, può diventare un veicolo più potente di comunicazione che non una banale pubblicità.

Lo stato di salute della comunicazione/editoria di settore in Italia? La tua rivista/giornale preferito?
In Italia è disastroso. Comunque soffre di più che all'estero. E' un problema di contenuti, di idee, di come porli e raccontarli. Conseguenza primaria di una certa arroganza intellettuale, da una parte e di un eccesso di superficialità, dall'altra, è stata la perdita dei lettori. E tutto ciò, in epoca di crisi economica non ha certo aiutato gli investimenti pubblicitari. Mi piacciono come riviste cartacee Wall Paper, Pin-Up e Apartamento , sul web dezeen.com, architekturclips.de, designobserver.com e naturalmente www.ultrafragola.com

Cosa non va nella comunicazione di architettura/ingegneria/design oggi?
In Italia c'è una doppia confusione. Da una parte si è puntato su una pura produzione di contenuti dettati unicamente da logiche di marketing e di pubblicità. Il risultato sono giornali come cataloghi privi di spessore culturale; dall'altra si è rimasti prigionieri di una produzione di contenuti intellettuali e di nicchia, super specializzati e addirittura si è voluto separare con rigidità architettura, interior e design. Le riviste che ho citato prima vanno nella direzione opposta e infatti sono tutte straniere. Il perché sia accaduto ha diverse spiegazioni. Una sta nell'aver puntato sulla visione accademica piuttosto che su quella giornalistica.
Se affidi la direzione di un giornale a professori universitari piuttosto che a giornalisti, otterrai un prodotto per addetti ai lavori. È una questione di linguaggio che oggi è anche più insuperabile se pensiamo alla molteplicità delle piattaforme di comunicazione su cui ci si muove. E se vuoi comunicare e conquistare nuove generazioni di lettori non puoi non tenerne conto.
Quindi se oggi vogliamo ragionare su nuovi magazine o rilanciare testate in crisi, dobbiamo considerare queste riviste come giornali, luoghi deputati all'informazione, alla narrazione di storie, con uno sguardo al futuro e un occhio alle radici, con attenzione alle immagini, e l'occhio spalancato e curioso sul mondo. E se parliamo di siti web, dobbiamo capire che il veicolo oggi è il video. Ma chi segue architettura e design pretende il massimo della qualità da un video e non 4 immagini riprese da un ragazzino con un telefonino tanto per contenere i costi. Se non investi nella qualità oggi non hai futuro.

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