Il sommozzatore esperto in team con due architetti veneziani per il risanamento della laguna e per il consolidamento dei ponti ferroviari

Brevetto Padoan per la manutenzione urbana di Venezia. A caccia di sponsor per la Cappella di Giotto

di Paola Pierotti | pubblicato: 08/08/2014
"Forte di un lavoro di ricerca durato anni nei fondali veneziani e non solo, ho deciso di sperimentare un prodotto che non fosse solo impermeabilizzante ma anche consolidamento strutturale della parte lignea. E' un’alternativa all’uso del cemento, che con le sue caratteristiche funziona anche da isolante per percolati e discariche a difesa della falda acquifera. Ho provato a mescolare la resina con degli inerti. E da qui è nata l’idea del brevetto 'Sesto Elemento'"
Roberto Padoan
Brevetto Padoan per la manutenzione urbana di Venezia. A caccia di sponsor per la Cappella di Giotto
"Forte di un lavoro di ricerca durato anni nei fondali veneziani e non solo, ho deciso di sperimentare un prodotto che non fosse solo impermeabilizzante ma anche consolidamento strutturale della parte lignea. E' un’alternativa all’uso del cemento, che con le sue caratteristiche funziona anche da isolante per percolati e discariche a difesa della falda acquifera. Ho provato a mescolare la resina con degli inerti. E da qui è nata l’idea del brevetto 'Sesto Elemento'"
Roberto Padoan

Dissestoitalia è una campagna realizzata nei mesi scorsi dall’Ance e Legambiente con i Consigli Nazionali degli Architetti e dei Geologi per tenere alta l’attenzione sull’Italia che cade a pezzi. Un manifesto per mettere in sicurezza il paese che si fa più urgente quando accadono tragici episodi come la bomba d’acqua della scorsa settimana in provincia di Treviso, o i recenti allagamenti nell’anconetano. Tragedie provocate dalla natura in cui l’uomo ha fatto la sua parte.

Degrado e sottostima dei pericoli idrogeologici sono temi di estrema attualità che non lasciano indifferenti i beni più preziosi del patrimonio italiano. Nella città di Venezia tre università hanno recentemente mappato le fondazioni e hanno analizzato che è in corso un deterioramento importante dei pali: da una ricognizione in tutti i cantieri pubblici della città lagunare si è riscontrato che che il 30% delle palafitte sono ammalorate a causa della perdita della cellulosa che serve a dare staticità alla struttura lignea. Non meno gravi alcune opere del patrimonio artistico come la Cappella degli Scrovegni di Padova, o importanti infrastrutture come sono i ponti ferroviari che connettono il paese.

La palificazione di Venezia, la cappella di Giotto a Padova e i ponti sono anche tre laboratori che vedono in campo una squadra di tecnici da anni coinvolti sui temi dell’architettura e ingegneria subacquea applicata, del restauro e della sperimentazione di nuove soluzioni e prodotti edilizi. Il capofila è Roberto Padoan, comandante del gruppo Ferretti, sommozzatore professionista, esperto conoscitore della laguna veneziana, da oltre vent’anni impegnato in lavori in ambienti subacquei in campo internazionale, nel suo ricco curriculum non potevano mancare i carotaggi nel progetto Mose nei porti di Venezia, Chioggia e Malamocco.

Nella squadra di Padoan ci sono anche Nicola Capiotto, architetto impegnato nell’impresa edile di famiglia, e Renzo Ferrara, anche lui architetto veneziano coinvolto in prima fila per il progetto di risanamento della cappella degli Scrovegni. Nasce da questa cooperazione interdisciplinare il brevetto ‘Sesto Elemento’ che Padoan ha messo a punto per dare un contributo concreto alla salvaguardia della sua città e per recuperare un patrimonio storico e strutturale degradato e insicuro. Ricerca e sperimentazione per far fronte al tema del recupero e della manutenzione urbana.

Tra i loro committenti più interessanti ci sono le Ferrovie, con particolare attenzione alle infrastrutture, guardando al futuro cercano con interesse investitori privati capaci di cogliere il plus del brevetto per risanare pezzi di pregio, aggrediti dal tempo e dalla natura.

“Se a Venezia nella fondazioni viene meno la caratteristica strutturale del legno – racconta Roberto Padoan – le performance sono critiche e si va verso un progressivo deperimento”. La condizione affinché i pali in legno si mantengano nel tempo è quella di essere immersi nel fango, che viene a mancare a causa dell’azione delle maree, potenziata dal moto ondoso (amplificato anche dal transito delle grande navi), esponendo il legno ad un degrado sempre più rapido. “Forte di un lavoro di ricerca durato anni nei fondali veneziani e non solo – racconta il tecnico - ho deciso di sperimentare un prodotto che non fosse solo impermeabilizzante ma anche consolidamento strutturale della parte lignea. E' un’alternativa all’uso del cemento, che con le sue caratteristiche funziona anche da isolante per percolati e discariche a difesa della falda acquifera. Ho provato a mescolare la resina con degli inerti (polvere di ceramica, porfido o sfere di vetro espanso, che vengono scelti in base al tipo di intervento). E da qui è nata l’idea del brevetto”.

“Da alcuni anni – racconta Capiotto – stiamo lavorando per risanare perdite d’acqua su sottopassi e ponti: tradizionalmente si procede con resine che a contatto con l’acqua si induriscono e ne frenano i flussi, il nuovo prodotto si distingue dagli altri in commercio, perché al suo interno gli inerti diventano strutturali. Si gestisce rapidamente da 10 secondi a 45 minuti in base alla specifica condizione di degrado, l’abbiamo già sperimentato, funziona per tamponare le infiltrazioni d’acqua in diversi tipi di strutture, dalle fondazioni, ai ponti, alle gallerie e alle opere d’arte”.

Grazie alle indagini elettriche tomografiche 3D, i tecnici veneti iniziano ogni procedimento controllando lo stato di fatto. “Facciamo una vera e propria radiografia della struttura, con una sorta di scansione riusciamo a capire ad esempio se la pila di un ponte è sana o meno, se ci sono cavità all’interno della struttura: lo facciamo – spiega Capiotto – per capire dove entra l’acqua e per poter quindi intervenire in modo mirato”. Un’azione chirurgica che non ha niente a che vedere con la prassi più comune. “Oggi – racconta l’architetto veneto – si lavora ad occhio: dove ci sono incrinature sul calcestruzzo si stima ci sia una perdita d’acqua, in quel punto si inietta della resina fino al rifiuto, ma non significa che si sia risolto il problema. Con la tecnica della tomografia si fa un controllo migliore: si individuano le sacche d’acqua nella struttura, gli si dà una dimensione e si fa un preventivo che è sicuro all’80%”.

La tecnica della tomografia potrebbe sostituire nella maggior parte dei casi i carotaggi verticali, “non è invasiva – racconta Padoan - si fanno fori da 18 mm per applicare gli elettrodi e quando si tratta di beni artistici optiamo per degli elettrodi in ceramica che vengono appoggiati come fossero vasi portafiori”.

Questa tecnica è stata ad esempio individuata e scelta nel piano messo a punto da Padoan con l’architetto Ferrara per valutare i danni della falda acquifera che sta creando importanti problemi di umidità nella Cappella degli Scrovegni di Giotto. I professionisti hanno in mano un mandato da parte del Comune per procedere con un programma di monitoraggio idrogeologico e strutturale statico e dinamico. “Il team – racconta Ferrara - si era proposto con uno sponsor che all’ultimo momento, a causa dei tempi lunghi dell’amministrazione coinvolta in un periodo elettorale, si è tirato indietro”: l’emergenza è rimasta, i tecnici sono pronti e ora sono a caccia di un nuovo sponsor: il costo del monitoraggio è dell’ordine dei 50mila euro, per l’intervento si raggiungono i 140mila euro complessivi.

Padoan, Capiotto e Ferrara sono tre liberi professionisti accomunati da una passione e da competenze che permettono di svolgere attività attinenti il monitoraggio e la manutenzione, dal patrimonio artistico alle gallerie, dagli arenili ai ponti ferroviari alle palafitte. La loro attività, che nasce dalla ricerca e dall’esperienza diretta, denuncia ancora una volta quanto sia importante lavorare sulla cura preventiva, anche con risorse economiche relative, prima di dover intervenire con fretta e urgenza quando il degrado si fa irreversibile.

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