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L’esperienza di KOOP Architekten & Ingenieure e quella dell’azienda leader italiana

Stili di vita, a casa ma sempre in viaggio. Con le Tiny Houses mobili, ecologiche ed economiche

di Chiara Castellani | pubblicato: 12/05/2020
«L’idea è quella dell’abitare spostandosi, poter star via molti più mesi rispetto a quello che si può fare con il classico caravan»
Simone Vecchiato
Stili di vita, a casa ma sempre in viaggio. Con le Tiny Houses mobili, ecologiche ed economiche
«L’idea è quella dell’abitare spostandosi, poter star via molti più mesi rispetto a quello che si può fare con il classico caravan»
Simone Vecchiato

Rispetto per l’ambiente e attenzione al portafoglio, queste le basi da cui prende le mosse il progetto Tiny Houses dello studio di architettura tedesco KOOP Architekten & Ingenieure. Case mobili, ecologiche ed economiche, costruite per una vita all’insegna della sostenibilità e della flessibilità. 
Uno stile di vita nuovo nato anche per dare ascolto alle richieste di sempre più figure professionali, dagli architetti, ai blogger, agli artigiani, che non necessitano più di una base stabile, ma che lavorano in continuo movimento. 

Un design minimal caratterizza queste case su ruote. Anche se esternamente possono ricordare un caravan, all’interno sono in tutto e per tutto veri e propri miniappartamenti, dotati di tutti i comfort del caso. Le Tiny Houses hanno una metratura variabile fra i 18 e i 23 mq e sono ricoperte di Kebony, un legno modificato sostenibile, che dà a queste case un aspetto elegante all’esterno ma soprattutto a prova di intemperie. Questa tecnologia è un’innovazione che arriva dalla Norvegia e che attua un processo di modifica del legno dolce. Grazie alla polimerizzazione della parete cellulare questo assume gli attributi del legno tropicale, vale a dire durabilità, durezza e stabilità dimensionale. Nel mercato immobiliare tedesco, dove la prima Tiny House è stata costruita, negli ultimi anni si è assistito a un vero è proprio boom dei prezzi, queste soluzioni sono sembrate da subito un’alternativa abbordabile. Un buon prodotto si può avere già partendo da una base di 50.000 euro, tenendo a mente che i prezzi variano sensibilmente a seconda dei materiali scelti e di eventuali integrazioni.

Il fenomeno non è però solo estero: ad Arcade in provincia di Treviso si trova l’azienda di Simone Vecchiato, S.V. Mini House - The Italian Tiny House. L’azienda è nata nel 2010 dopo la specializzazione del suo fondatore in progettazione e realizzazione di strutture in legno per il turismo di montagna. Nel 2018 si impone sul mercato con la prima opera “Chiara Tiny House”. S.V. Mini House riproduce inoltre lo stesso concetto applicandolo però anche ad abitazioni fisse. 
Ad oggi è la prima (e unica) realtà italiana specializzata nella costruzione di Tiny Houses in stile americano, con un buon mercato nazionale, anche se la richiesta è più forte dall’estero, dove questo concetto di abitazione è più radicato e riconosciuto. Il costo di queste micro-case in legno 100% made in Italy, è allineato al mercato europeo: da catalogo un’abitazione base, rifinita e con tutte le certificazioni necessarie ma sprovvista di mobilio, si può acquistare per 40mila euro, Iva inclusa. Per una casa ammobiliata si parte dai 49mila euro. L’abitazione base può essere inoltre personalizzata tenendo conto dell’uso finale che non sempre è abitativo; le case mobili possono essere infatti arredate anche come bar, negozi o uffici.

«Attenzione a non confondere le tiny houses con i caravan» spiega Simone Vecchiato. «La differenza sta nell’abitabilità della struttura. Il caravan ha una struttura più leggera mentre le tiny houses sono concepite come un’abitazione più tradizionale quindi strutturate completamente in legno e con l’isolamento termico e acustico maggiore. Oltre al fatto che le altezze sono molto più abbondanti, sfiorando il metro e settanta nella zona giorno e le mansarde misurano circa 1,50, 1,60 metri. È quindi il concetto di abitabilità ad essere completamente diverso. Qui l’idea è quella dell’abitare spostandosi, poter star via molti più mesi rispetto a quello che si può fare con il classico caravan, avendo a che fare con uno spazio che ha al suo interno una vera cucina, un vero soggiorno, una camera da letto confortevole e un impianto elettrico certificato per un uso abitativo, oltre che un bagno che può essere sia chimico che con la tazza in ceramica. Confort abitativo, sicurezza, serramentistica ad altissimo livello classificata in classe A+ quindi come una casa tradizionale e in più la facilità degli spostamenti». 

Nota a margine per quanto riguarda la normativa: la casa mobile va omologata come fosse un classico camper; ad oggi in Italia non è possibile indicarla come prima abitazione e se si vuole stanziare presso terreni o strade non di proprietà, andrà fatta richiesta di permesso al comune di riferimento. 

 

 

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