La sfida degli attivatori territoriali. L’iniziativa nata da un bando IBC sarà anche alla Biennale di Architettura 2021

La ricostruzione parte dalla comunità: il progetto Crateri per il post-sisma in Emilia-Romagna

di Federica Maria | pubblicato: 26/06/2020
«È importante dopo il trauma del terremoto riportare le persone sul territorio e risanare la frattura fisica, sociale ed economica di queste comunità»
Lorenza Bolelli
La ricostruzione parte dalla comunità: il progetto Crateri per il post-sisma in Emilia-Romagna
«È importante dopo il trauma del terremoto riportare le persone sul territorio e risanare la frattura fisica, sociale ed economica di queste comunità»
Lorenza Bolelli

Si chiama CRATERI il progetto scelto attraverso un bando dell’Istituto per i Beni artistici, Culturali e naturali (IBC) della Regione Emilia-Romagna che punta a sviluppare pratiche di comunità che si rivolgono alla rigenerazione urbana e culturale di luoghi che dopo il sisma del 2012 sono stati abbandonati. Progetto che sarà raccontato anche nella mostra del Padiglione italiano alla Biennale di Architettura 2021.

Il lavoro, portato avanti da un team interdisciplinare –  che spazia dagli studi di architettura alle associazioni culturali (Associazione Planimetrie Culturali, Spazi Indecisi, Amigdala, Iperpiano, Performa A+U, Forza Maggiore, Cittadinanzattiva E-R, Accademia di Belle Arti di Bologna, CivicWise Italia) – combina interventi di mappatura di territori con la segnalazione di edifici in disuso da poter valorizzare, oltre a una serie di azioni concrete “di comunità” per ridare a questi luoghi una nuova vita.

Un webinar tenutosi il 25 giugno 2020 ha presentato (virtualmente) i risultati di questo progetto, che si è aggiudicato il finanziamento di 60mila euro previsto dal bando.

Il progetto, adottato dai comuni di Concordia sulla Secchia e Medolla, è stato articolato in due fasi: la prima proponeva un’iniziale mappatura dei luoghi e successive azioni di comunità; la seconda, più strettamente operativa, si è articolata in una serie di incontri e workshop, percorsi partecipati, laboratori scolastici e attività di formazione a cadenza settimanale.
Un team di architetti e giuristi ha poi incontrato amministratori e tecnici comunali, per definire le “potenziali” nuove destinazioni rispetto a quelle originarie degli edifici individuati, valutando condizioni strutturali, criticità, tempi delle ristrutturazioni, bisogni delle Pa e le aspettative dei cittadini.
Il progetto ha quindi visto la collaborazione di diversi soggetti, con background diversi, mettendo in luce una nuova figura professionale, quella dell’attivatore territoriale, con funzione di raccordo tra le comunità locali e le amministrazioni a cui è destinato lo studio teorico di Crateri.

Un’altra novità è stata la mappatura emozionale. Come ha sottolineato l’architetto Lorenza Bolelli, coordinatrice del progetto per IBC: «È importante dopo il trauma del terremoto riportare le persone sul territorio e risanare la frattura fisica, sociale ed economica di queste comunità». Il team Crateri concorda sul fatto che per ricostruire non si possa prescindere dal coinvolgimento diretto dei protagonisti del territorio: «La rigenerazione deve essere tanto umana quanto urbana, questi due aspetti non possono essere distinti» spiega l’architetto Nicola Marzot di Performa A+U. Tecnica, emozione, coinvolgimento della comunità, questa la forza del progetto.

Da dove si inizia con l’applicazione? Ad esempio, dagli edifici scolastici che, ricostruiti in fretta dopo il terremoto, devono riacquistare la loro personalità e identità, e diventare luoghi di cultura “appetibili” per i giovani studenti: molte, quindi, le iniziative intraprese nelle scuole primarie di Medolla e Concordia per coinvolgere i cittadini del futuro.
«Il lavoro fatto nelle province di Modena si appresta a diventare un caso studio», sostiene la squadra di Crateri.

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Tag: spazi pubblici
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