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L’architettura è per tutti / Il sindaco Nicolini: “Lampedusa ha il privilegio di essere al centro del Mediterraneo, non solo la colpa di essere porta d’Europa”

Naufragio in Sicilia. Dialogo con la politica su emergenza e architettura

di Paola Pierotti | pubblicato: 14/06/2014
"Per il Cie di Lampedusa sono stati investiti quasi 2 milioni di euro ma allo stato attuale i lavori sono fermi, il progetto è totalmente inadeguato, l’impresa non riceve denaro da febbraio, i dipendenti lavorano senza recepire stipendio da mesi. Voglio sapere dov’è il nodo, dove si bloccano i flussi di denaro che partono dal Ministero e che dovrebbero essere destinati, attraverso le ditte appaltatrici, alla chiusura del cantiere. E ripeto: si tratta comunque di un contenitore non adatto a quella funzione”.
Serena Pellegrino
Naufragio in Sicilia. Dialogo con la politica su emergenza e architettura
"Per il Cie di Lampedusa sono stati investiti quasi 2 milioni di euro ma allo stato attuale i lavori sono fermi, il progetto è totalmente inadeguato, l’impresa non riceve denaro da febbraio, i dipendenti lavorano senza recepire stipendio da mesi. Voglio sapere dov’è il nodo, dove si bloccano i flussi di denaro che partono dal Ministero e che dovrebbero essere destinati, attraverso le ditte appaltatrici, alla chiusura del cantiere. E ripeto: si tratta comunque di un contenitore non adatto a quella funzione”.
Serena Pellegrino

Un’altra tragedia del mare nel Canale di Sicilia. Prima le voci e poi la conferma della Marina: le vittime sono almeno 10. La notizia è arrivata nel corso del convegno organizzato dagli Architetti all’isola di Lampedusa, ribadita dal presidente della Regione Rosario Crocetta nel corso di una tavola rotonda dedicata proprio al tema “L’emergenza e l’accoglienza. Politiche e strategie”. “Lampedusa è sostanza. Tutti si devono accorgere che questa è una pagina di storia, e che la storia va trattata con impegno e responsabilità”.

Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa ha ringraziato il CNAPPC per aver deciso di organizzare la Festa dell’Architetto sull’isola. “Lampedusa è carne viva, con la vostra presenza riconoscete a Lampedusa il privilegio di essere al centro del Mediterraneo e non solo la colpa di essere porta d’Europa”. “L’architettura ha sentito il bisogno e il dovere di interrogarsi su questi temi, è questo l’approccio giusto – dice Nicolini - dobbiamo progettare e programmare con un respiro diverso da quello della calamità naturale. Anche il mondo della comunicazione dovrebbe avere questo approccio”.

Sulla questione, sul rapporto architettura e immigrazione è intervenuta con determinazione Serena Pellegrino, componente della commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati (e architetto). “Enea era un eroe, oggi sarebbe stato un clandestino. La mescolanza delle persone è una ricchezza”. Pellegrino ha iniziato così il suo intervento, raccontando di aver fatto visita al Cie (centro identificazione ed espulsione) di Lampedusa questa mattina. “I Cie accolgono tutti quelli che noi abbiamo utilizzato nei cantieri, quando non ci servono più e non lavorano, restano senza permesso di soggiorno, diventano clandestini, e senza stipendio una delle inevitabili conseguenze è la delinquenza”.

La Pellegrino usa parole forti contro il tema dell’immigrazione, strettamente connessa all’industria delle costruzioni: “le persone non possono essere inserite nel computo metrico estimativo come si fa con l’acciaio. I lavoratori – dice – non possono essere decodificati come risorse umane”. Per il Cie di Lampedusa sono stati investiti quasi 2 milioni di euro ma “allo stato attuale – racconta la parlamentare di Sel – i lavori sono fermi, il progetto è totalmente inadeguato, l’impresa non riceve denaro da febbraio, i dipendenti lavorano senza recepire stipendio da mesi. Voglio sapere – dice la Pellegrino – dov’è il nodo, dove si bloccano i flussi di denaro che partono dal Ministero e che dovrebbero essere destinati, attraverso le ditte appaltatrici, alla chiusura del cantiere. E ripeto: si tratta comunque di un contenitore non adatto a quella funzione”.

La Pellegrino ha dichiarato pubblicamente davanti ad una platea di presidenti di ordini provinciali degli Architetti che “per il nostro Paese l’architettura non è interessante. Da quando ho aperto la porticina di Montecitorio ho capito perchè non facciamo gli architetti da 70 anni: si fanno opere di ingegneria, infrastrutture, si fa pianificazione e urbanistica ma – spiega – come ricordavano stamattina gli architetti Cucinella, Pantaleo e Sacchi – agli architetti è stato relegato il compito di fare gli esteti. Per me l’estetica è utilità. Ecco perché ho detto al ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini che deve passare alla ragioneria e far capire che l’architettura non è una spesa ma un investimento”.

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Tag: cultura
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