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Parlano due imprese: Impresa Rusconi e Gruppo Bluestone

Le voci dai cantieri di Milano. Primo bilancio a una settimana dall’inizio della Fase 2

di Chiara Brivio | pubblicato: 11/05/2020
«Questa settimana per noi è stata esplorativa, anche se ci eravamo già attivati la settimana precedente per mettere in sicurezza il cantiere». 
Stefano Rusconi
Le voci dai cantieri di Milano. Primo bilancio a una settimana dall’inizio della Fase 2
«Questa settimana per noi è stata esplorativa, anche se ci eravamo già attivati la settimana precedente per mettere in sicurezza il cantiere». 
Stefano Rusconi

«Confindustria Assoimmobiliare e ANCE hanno avviato un gruppo di lavoro congiunto per definire delle linee guida sulla riapertura dei cantieri che affrontino anche il tema dei costi collegati al Covid-19». Questo, in sintesi, il contenuto del comunicato che le associazioni di settore hanno diramato lo scorso 7 maggio, tre giorni dopo la riapertura dei cantieri nella Fase 2. E sembra che i costi, oltre al rispetto dei protocolli sanitari, siano alla base delle preoccupazioni di tutta la filiera delle costruzioni. A Milano molti sono i cantieri che hanno riaperto. In campo, tra gli altri: Borio Mangiarotti e Värde Partners, Gruppo Bluestone, BNP Paribas Real Estate, e Impresa Rusconi. A tutti è stato richiesto di rispettare il protocollo condiviso il 24 aprile dalle parti sindacali e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che dovrebbe regolamentare il contenimento della diffusione del virus attraverso una serie di misure di sicurezza, che vanno dalla misurazione della temperatura a tutti lavoratori in entrata, l’utilizzo di Dpi specifici e personali – mascherine, occhiali e guanti – norme di distanziamento sociale fino a percorsi differenziati di entrata e uscita dal cantiere. A una settimana dall’inizio della Fase 2, abbiamo raccolto le testimonianze di Impresa Rusconi e del Gruppo Bluestone per fare un bilancio di questi primi sette giorni. Entrambi, come del resto tutta la filiera, erano fermi a seguito del Dpcm dell’11 marzo.

«Questa settimana per noi è stata esplorativa, anche se ci eravamo già attivati la settimana precedente per mettere in sicurezza il cantiere» spiega Stefano Rusconi, consigliere delegato di Impresa Rusconi, che sta lavorando a Torre Milano, il nuovo sviluppo verticale di OPM. 80 metri di altezza per 23 piani fuori terra e un 24° piano con belvedere sulla città, architettura firmata Studio Beretta Associati, già venduto per più del 50 per cento. «Il nostro responsabile della sicurezza ha stilato le norme secondo i protocolli firmati a livello nazionale, ma in un cantiere come Torre Milano, dove lavorano contemporaneamente 10 ditte, anche 100 a seguire, è difficile mettere d’accordo tutti i protocolli della sicurezza derivanti dalle prescrizioni imposte dai singoli datori di lavoro. E chi pagherà tutti i costi?». E riguardo all’approvvigionamento di bagni chimici, distributori di gel e baracche per il distanziamento sociale, Rusconi puntualizza «si può bene immaginare quanto sia complicato. E le risorse sono scarse». Ma durante questa prima settimana, anche se la produttività non è stata altissima, si è riusciti ad ogni modo a procedere con i getti. La consegna dell’edificio è prevista nel 2022 e al momento non è possibile prevedere se ci saranno dei ritardi dovuti a questi due mesi di stop forzato. «Bisogna anche vedere come verrà impostata la normativa di riferimento – continua Rusconi –. Se ci fosse un allungamento dell’orario lavorativo, per diminuire assembramenti, potrebbe essere che si possa recuperare». In queste settimane di cantiere chiuso, l’impresa milanese si è comunque dedicata «all’ingegnerizzazione dell’opera, allo studio, all’ottimizzazione, e alla programmazione del cantiere, ottimizzando il layout generale e delle lavorazioni, anche in tema di distanziamento sociale».

Diversa invece la situazione di Bluestone, gruppo specializzato in nuove costruzioni e nella riqualificazione di edifici di pregio con alle spalle 20 anni di attività, che al momento ha proceduto alla riapertura di quattro cantieri nel capoluogo meneghino, come ha spiegato l’amministratore delegato Andrea Bezziccheri. «I cantieri erano tutti in fasi diverse, con peculiarità ed esigenze specifiche. A Hidden Garden (via Aspromonte), avevamo iniziato a febbraio con lo strip out – continua – ma abbiamo interrotto i lavori l’11 marzo. Lunedì abbiamo riaperto». General contractor è l’impresa Percassi e al momento si sono dedicati all’implementazione delle misure di sicurezza e di sanificazione. «Con Urban Garden (via Verona) siamo all’inizio, era già stato demolito ed erano già state fatte le indagini per la bonifica da eventuali ordigni bellici». L’impresa da lunedì è entrata con gli scavatori, ma sembra che non vi saranno particolari problemi di distanziamento sociale. «È un cantiere con 2-3 scavatori e quindi 2-3 addetti, non c’è pericolo di vicinanza. È quello che ha subito il minor impatto». Simile la situazione nel cantiere di Crivelli Milano (via Crivelli), già ben avviato, dove si stavano realizzando opere strutturali. In questa settimana l'attività «ha ripreso con ritmo quasi normale – dice l’Ad –. Ci sono circa una decina di persone, carpentieri, su un’area di 2.500 mq». Infine, Wattfactory (via Watt), dove ci sono tre corpi di fabbrica in tre fasi di lavoro diverse. «Lì ci saranno problemi di lavorazioni concomitanti, e bisognerà organizzare la sfasatura per evitare sovrapposizione di più persone. Bisognerà organizzare il personale per evitare assembramenti, modificando l’operatività del cantiere». Ritardi? «Sicuramente questi due mesi di fermo erano già calcolati nei termini di consegna nella specifica clausola di “causa di forza maggiore” – continua Bezziccheri –. Ma l’impresa si impegnerà a cercare di recuperare qualcosa». Oggi tuttavia il problema è un altro, in altre parole è necessario capire se si potrà tornare ad una produzione ante-pandemia, perché, come nel caso di Rusconi, la filiera non potrà garantire gli stessi livelli di forniture di due mesi fa. «Si capirà solo più avanti se si potrà produrre al 50%, al 70% o al 100 per cento», risponde l’Ad. E si dovranno fare i conti con i costi economici delle misure di contenimento, le quali «sicuramente avranno un impatto elevato, si stima del 30% sul costo della manodopera». E nel caso di Bluestone si parla di un aumento che varia dai 10mila-15mila euro al mese, ma sostenibile per un massimo di sei mesi.

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Tag: città
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