il progetto |
Iniziativa privata da 5milioni di euro. Costruire sul costruito e attenzione alla sostenibilità energetica

K19, case al posto di un’autorimessa degli anni ’50. Demolizione e ricostruzione di LPzR

di Paola Pierotti | pubblicato: 08/07/2015
K19
Residenziale
Dove si trova:
Milano
via Kramer 19, Milano
Progetto:
LPZR ARCHITETTI ASSOCIATI
via Monte Rosa 17, Milano
Committenza:
Piave12 srl
via Madre Cabrini 10, 20122 Milano
Abbiamo coniugato la nostra passione per l’architettura con la conoscenza delle procedure e la capacità di sviluppare progetti esecutivi
Gabriele Pranzo Zaccaria
K19, case al posto di un’autorimessa degli anni ’50. Demolizione e ricostruzione di LPzR
Abbiamo coniugato la nostra passione per l’architettura con la conoscenza delle procedure e la capacità di sviluppare progetti esecutivi
Gabriele Pranzo Zaccaria

A Milano nella zona di Porta Venezia, poco lontano dal quartier generale di Dolce&Gabbana e dal cinema Metropol, è stato completato un complesso residenziale con una quindicina di appartamenti. Il progetto è dello studio LPzR architetti associati: architetti quarantenni che hanno affrontato sia il tema della nuova costruzione, progettando un edificio di sette piani al posto di un’officina ormai dismessa, sia il tema della ristrutturazione, recuperando un garage degli anni ‘50 voltato a botte.

Il progetto è nato nel 2007 con un primo concept redatto per la proprietà che intendeva valorizzare gli immobili. Una volta venduta l’area è stata costituita una società ad hoc, la Piave 12 srl presieduta dall’ingegner Guido Romiti, e la nuova cordata ha mantenuto fede al concept originario affidando sempre allo studio LPzR lo sviluppo delle successive fasi della progettazione.

Il primo edificio è stato completato già nel 2012 mentre per il cantiere del secondo ha dovuto attendere ed è stato da poco consegnato. “Il permesso di costruire l’avevamo ottenuto già nel 2008 – racconta Gabriele Pranzo Zaccaria, uno dei tre soci LPzR – ma l’operazione si è dilatata nel tempo per colpa di un’interpretazione della giurisprudenza sul tema della demolizione e ricostruzione, mantenendo la sagoma e la volumetria”.

Il centro storico di Milano è caratterizzato da cortili ricchi di insospettabili paesaggi urbani. In questo contesto si inserisce il nuovo complesso residenziale che è un segno contemporaneo che non si vede dalla strada principale: resta interno ad una cortina edilizia tipica dell’inizio del ‘900.

Questi due interventi residenziali incastonati tra edifici storici, case di ringhiera e opifici recuperati sono l’opera più significativa realizzata dal giovane studio milanese LPzR. Si tratta di un intervento di circa 5milioni di investimento. Ma lo studio conta già nel suo portfolio alcune riqualificazioni del tessuto urbano milanese, anche con demolizioni e ricostruzioni, sia nel centro storico che nella prima periferia.

L’intervento di ristrutturazione K19A è caratterizzato dal susseguirsi di volte a botte di altezze differenti che costituivano la copertura della precedente autorimessa. Il volume, completamente nascosto degli edifici circostanti e percepibile solo dall’alto, è stato rivestito in zinco titanio e forato per ricavare gli spazi esterni. La distribuzione interna è il risultato di un complesso gioco a incastri che dà origine ad appartamenti disposti su più livelli, ciascuno dotato di loggia, terrazzo o patio. Gli spazi interni multilivello sono minimalisti e introspettivi, caratterizzati da grandi finestre zenitali che li rendono particolarmente luminosi.

Sia la facciata esterna che le parti comuni sono rivestite in pietra piasentina, materiale che connota i recenti progetti dello studio LPzR. I due edifici sono collegati tra loro da un vivace parcheggio sotterraneo.

“Generalmente i nostri committenti sono operatori immobiliari che identificano delle aree su cui iniziare un progetto e ci coinvolgono già per gli studi di fattibilità – racconta l’architetto Pranzo Zaccaria -. Quando le operazioni procedono, gli sviluppatori comprano le aree e noi continuiamo la collaborazione anche per la preparazione dei documenti per l’appalto”. In questi dieci anni di attività LPzR ha rafforzato il suo impegno con incarichi privati. “Abbiamo coniugato la nostra passione per l’architettura – continua il progettista milanese - con la conoscenza delle procedure e la capacità di sviluppare progetti esecutivi. Abbiamo dovuto diventare parecchio tecnici per poter raggiungere incarichi e progetti che ci permettono di sperimentare”.

L’intervento di nuova costruzione K19B appare come un continuum di superfici che diventano ora tetto e, ora parete, ravvivate da grandi rettangoli bianchi che interagiscono con i vuoti generati dalle finestre. Gli architetti hanno disegnato la sagoma dell’edificio tramite molteplici addizioni e sottrazioni di volumi, evidenziate per cromatismi contrastanti: il fusto, grigio neutro, in corrispondenza delle sottrazioni diventa di legno vivo, mentre le addizioni – logge contenute in cubi aggettanti – accentuano il loro virtuosismo strutturale grazie a un impalpabile colore bianco. Le facciate si distinguono per la composizione astratta di elementi geometrici, secondo schemi modulari ma non regolari.

I materiali sono rigorosamente italiani: tra essi spiccano la preziosa pietra piasentina del Friuli che, con i suoi toni caldi di grigio, riveste l’edificio, e il legno di larice oliato. Le parti comuni sono allestite con mobili antichi della collezione privata del committente che contrastano con il minimalismo del progetto degli interni.

Gli edifici K19 Milano sono “Near Zero Energy Building” grazie alle tecnologie adottate per ridurre il consumo di energie non rinnovabili. L’uso della geotermia e lo studio maniacale di tutti i dettagli dell’involucro hanno portato a una realizzazione estremamente efficiente, in cui architettura e tecnologia si combinano perfettamente. “I requisiti legati alle prestazioni energetiche sono stati espressamente richiesti dalla committenza – ha precisato Pranzo Zaccaria – che ha voluto investire in un progetto che è stato venduto ad un pubblico esigente e consapevole della necessità di integrare sostenibilità e qualità”.

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