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I dettagli della competizione Enel e Campus Party

Infrastrutture ed economia green. La sfida dell’eolico

di Federica Maria | pubblicato: 16/01/2021
La sfida più significativa per l’eolico, da qui ai prossimi dieci anni, riguarderà il riciclo delle pale. Anche le infrastrutture che sfruttano l’energia “pulita” del vento, infatti, producono rifiuti difficili da trattare.
Infrastrutture ed economia green. La sfida dell’eolico
La sfida più significativa per l’eolico, da qui ai prossimi dieci anni, riguarderà il riciclo delle pale. Anche le infrastrutture che sfruttano l’energia “pulita” del vento, infatti, producono rifiuti difficili da trattare.

Il mercato delle energie rinnovabili, nonostante la pandemia, si attesta in forte crescita: ormai oltre il 25% dell’energia elettrica utilizzata quotidianamente nel mondo proviene da fonti “pulite”. Uno dei settori trainanti in questo senso è il ramo dell’eolica: in particolare, sono raddoppiati gli investimenti in impianti offshore, passati secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) dagli 8 miliardi di dollari annuali del 2010 agli oltre 20 del 2020. Il mare aperto viene oggi preferito alla terraferma in quanto garantisce venti più costanti e un impatto visivo delle centrali eoliche meno marcato.
Tuttavia, la sfida più significativa per l’eolico, da qui ai prossimi dieci anni, riguarderà il riciclo delle pale. Anche le infrastrutture che sfruttano l’energia “pulita” del vento, infatti, producono rifiuti difficili da trattare: è il caso dei polimeri fibrorinforzati che costituiscono le lame delle turbine.

Il problema dello smaltimento delle pale risulta ancora poco esplorato – perché gli impianti eolici sono giovani (il ciclo di vita di un impianto solitamente si aggira intorno ai 20 anni) o attualmente in costruzione – ma ben presto non potrà più essere ignorato: una ricerca dell’Università di Cambridge del 2017, infatti, stima che entro il 2050 saranno prodotte 43mila tonnellate di rifiuti provenienti da infrastrutture eoliche dismesse.

Storie da cui imparare una lezione?

General Electric pensa in grande. Haliade-X, il nuovo prototipo di pala eolica installato nel porto olandese di Rotterdam – alto 260 metri e il cui rotore ha un diametro di 220 – è in grado di produrre circa un terzo in più dell’energia elettrica rispetto alla maggior parte delle soluzioni oggi disponibili (fino a 13 megawatt per pala, sufficienti per alimentare una città con circa 16mila abitazioni): insomma, a parità di produzione di energia, si potrà installare in futuro un numero più contenuto di impianti.

La Svezia, invece, ha aperto le porte alle turbine eoliche in legno. Modvion, società di ingegneria e design industriale ha collocato nel comune di Bjorko la prima torre “verde” del Paese. Il materiale, a parità di prestazioni, consente di spendere fino al 40% in meno per produrre la torre rispetto all’acciaio, risparmiando altresì fino a 2mila tonnellate di CO2 per unità.

Proposte certamente innovative e più “green”, che però non riguardano la questione dello smaltimento. E “nascondere le pale sotto la sabbia” (o meglio, sottoterra) non è sostenibile a lungo termine. Ecco perché c’è anche chi – come l'American Wind Energy Association (AWEA) – suggerisce una soluzione di più semplice attuazione nel breve periodo rispetto al riciclo, quella del riutilizzo delle lame smantellate, in un’ottica di economia circolare.

Una nuova vita per turbine dismesse: la strada del riuso. Un gruppo di ricercatori del Fraunhofer Institute for Wood Research - WKI ha sperimentato ad esempio una nuova tecnica di riciclo per recuperare il legno di balsa contenuto nelle lame eoliche e trasformarlo in pannelli isolanti ultraleggeri per edifici.
Un altro progetto, a cura dell’architetto Cesare Pereen (Superuse Studios) in collaborazione con Siemens –attualmente in cantiere – utilizza invece le pale smantellate per costruire un ponte pedonale composto di soli materiali riciclati ad Aalborg, in Danimarca. Anche il team americano-irlandese di Re-Wind sta realizzando nella contea di Cork (Irlanda) un ponte ciclopedonale tra le città di Youghal e Middletown, impiegando lame di infrastrutture eoliche in disuso al posto delle tradizionali travi in ​​acciaio; il nuovo ponte, sostengono i ricercatori, farà da apripista ad altri progetti di ingegneria civile di prossimo sviluppo che riutilizzeranno i vecchi impianti eolici sfruttandoli per architetture urbane (si calcola che nella sola Irlanda saranno dismesse ben 11mila tonnellate di pale entro il 2025).

Intanto, Enel e Campus Party lanciano “Play energy”, la call for ideas internazionale per giovani professionisti dedicata al riciclo creativo di turbine eoliche in disuso. Il concorso, accessibile tramite piattaforma dedicata, si articola in due categorie: arredo urbano e architettura, e applicazioni industriali. La scadenza per la presentazione dei progetti, realizzati dai singoli o in gruppo, è il 25 gennaio. I finalisti, annunciati nei due giorni successivi, avranno la possibilità di presentare la propria idea il 28 e 29 gennaio 2021 nel corso dell’evento digitale “Campus Party Spotlight”, un nuovo format totalmente incentrato su economia circolare, sostenibilità, climate action ed energia pulita. I vincitori, infine, riceveranno 3mila euro in buoni Amazon.
«Dobbiamo creare sin da ora nuove alleanze per poter iniziare a gestire i nuovi cicli di vita delle pale eoliche e rendere le centrali del vento ancora più sostenibili: questo è un percorso che non possiamo fare da soli, è necessario coinvolgere aziende e startup, impegnandoci come sistema» sostiene Nicola Rossi, responsabile innovazione di Enel Green Power.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: concorsi; energia
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