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Le priorità? Efficientamento energetico e ricucitura del tessuto urbano, anche con demolizioni

Federcasa e Federlegno: più case popolari e rigenerazione stock residenziale

di Francesco Fantera | pubblicato: 29/10/2019
«Dobbiamo intervenire con lavori di ricucitura di carattere urbanistico, ma non solo, che facilitino la collaborazione fra pubblico e privato»
Antonio Decaro
Federcasa e Federlegno: più case popolari e rigenerazione stock residenziale
«Dobbiamo intervenire con lavori di ricucitura di carattere urbanistico, ma non solo, che facilitino la collaborazione fra pubblico e privato»
Antonio Decaro

Ridefinire le politiche di edilizia residenziale pubblica (Erp) e avviare un’operazione di riqualificazione del patrimonio immobiliare attenta all’innovazione. La proposta di Federcasa e Federlegno si concentra in particolare sulle case popolari, segmento del costruito fra quelli che più necessitano di interventi di ammodernamento. E secondo l’analisi presentata da Federcasa, c’è un grande surplus della domanda, con oltre 300mila alloggi mancanti. Una situazione ulteriormente aggravata dalla riduzione degli investimenti statali, passati dagli oltre 422 milioni del 2014, ai 136 milioni di oggi (-68%).

Numeri. La ricerca parte da un’analisi generale dello stock edilizio prima di concentrarsi sull’Erp. Il patrimonio abitativo in Italia conta 12,2 milioni di edifici ed è fra i più vecchi d’Europa, con il 74,1% che è stato completato prima del 1981. Dal focus emerge che il 79,9% delle famiglie sono proprietarie dell’abitazione in cui risiedono, il 16,4% pagano un affitto a canone di mercato, mentre il 3,7% vive in oltre 954mila case popolari. Questo tipo di alloggio rappresenta il 18% degli affitti totali, con il picco nel Mezzogiorno dove vi abita quasi un affittuario su quattro (23%). Inoltre, nonostante la richiesta di realtà di Erp sia elevata, risulta che il 7% del parco immobiliare gestito dall’Istituto Autonomo per le Case Popolari (Iacp) sia sfitto per questioni che in un caso su cinque riguardano la loro inadeguatezza. Cifre importanti considerando che si parla di 55.489 alloggi.

«La risposta a un disagio abitativo crescente ha inizio nella rigenerazione urbana delle periferie» ha sottolineato il presidente di Federcasa, Luca Talluri. «Questa passa attraverso la costruzione di nuove abitazioni e talvolta la demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti. Le case popolari sono vere e proprie infrastrutture sociali e ci indicano la strada da seguire. Un percorso che passa necessariamente dall’incremento del numero degli alloggi, ma senza dimenticare l’attenzione alle mutate esigenze».

Tessuto urbano. Data l’importanza del processo proposto, come evitare l’isolamento di porzioni del territorio? Il suggerimento arriva da Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). «Un tempo si facevano piani che riguardavano la casa, non dell’abitare, per cui oggi ci troviamo periferie staccate dalla città. Un elemento che nel corso degli anni ha portato enormi problemi sociali. Dobbiamo intervenire con lavori di ricucitura di carattere urbanistico, ma non solo, che facilitino la collaborazione fra pubblico e privato. In questo modo sarà possibile facilitare il riuso di strutture abbandonate che hanno un effetto molto negativo sul territorio».

Energia. Altro tema che rientra nell’ammodernamento dello stock residenziale è quello dell’efficientamento per motivi che vanno aldilà del contenimento dei costi. Al giorno d’oggi, infatti, il fabbisogno termico medio degli alloggi è di quattro volte superiore alla media di quelli realizzati secondo le più recenti normative. A ciò fa da contraltare la necessità di raggiungere gli obiettivi del Piano nazionale per l’energia e il clima (PNEC). Un documento che, in estrema sintesi, prevede di ridurre i consumi di energia finale del 39,7% entro il 2030. Federcostruzioni, per voce della presidente Federica Brancaccio, ha proposto di creare un tavolo di lavoro che identifichi un nuovo modello di collaborazione pubblico-privato in grado di ottimizzare le risorse e gli strumenti esistenti come il sismabonus e l’ecobonus.

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Tag: città; energia
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