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Intervista a Francesco Fresa. I primi dettagli dell’edicola dedicata al tema ’Dividere per Moltiplicare’ e del padiglione dedicato alla Smart Grid

Enel e Caritas Ambrosiana, doppio incarico Expo per lo studio Piuarch

di Paola Pierotti | pubblicato: 14/01/2015
"Al padiglione Enel si comunica l'idea che la smart grid sia fondata sul principio che l'energia viene erogata e direzionata a seconda della domanda. L'utente diventa soggetto attivo e ad Expo potrà interagire con gli elementi verticali che troverà lungo il percorso di visita, che saranno attivati con un sistema di prossimità, accendendosi, facendo rumore ed emettendo vapori"
Francesco Fresa
Enel e Caritas Ambrosiana, doppio incarico Expo per lo studio Piuarch
"Al padiglione Enel si comunica l'idea che la smart grid sia fondata sul principio che l'energia viene erogata e direzionata a seconda della domanda. L'utente diventa soggetto attivo e ad Expo potrà interagire con gli elementi verticali che troverà lungo il percorso di visita, che saranno attivati con un sistema di prossimità, accendendosi, facendo rumore ed emettendo vapori"
Francesco Fresa

Piuarch, gli architetti italiani dell'anno nel 2013, saranno all'Expo con due committenti speciali: Caritas ed Enel. Nel primo caso sono stati chiamati direttamente da Caritas Ambrosiana per realizzare un'edicola che sarà costruita all'inizio del percorso dell'area Expo; per Enel hanno partecipato ad un concorso privato ad inviti e si sono aggiudicati l'incarico. I due cantieri sono agli inizi e per Caritas si stanno ancora affinando alcune scelte fondamentali: "l'edicola - racconta Francesco Fresa, uno dei soci - doveva essere in legno e sarà invece in tela traforata, la struttura sarà caratterizzata da una pelle vibrante, stiamo definendo gli ultimi dettagli".

Architetto Fresa, Caritas e Enel sono due committenti molto diversi: quali le analogie e le differenze?
In entrambi i casi ci siamo confrontanti con il tema della condivisione. Sia Caritas che Enel ci hanno chiesto di sviluppare questa questione che sarà da affrontare nel prossimo decennio, a tutti i livelli, dalla politica alla cultura. La condivisione come possibile soluzione della crisi: la filosofia dello "sharing" genera vantaggi al singolo che riduce il suo investimento e a grande scala per le economie che ne conseguono. Pensiamo al car-sharing: il singolo ha un investimento minore, il traffico diminuisce e anche le emissioni calano, certamente le grandi aziende automobilistiche vedranno una riduzione del loro utile. Il beneficio ecologico, sociale ed economico si ha anche per il cibo, ecco che Caritas ha scelto come slogan "Dividere per Moltiplicare" si parte da questo principio per pensare ad una migliore ridistribuzione delle risorse.

E il tema della condivisione per Enel?
Enel sta lavorando sulla Smart Grid, si sta riconvertendo da azienda che produce energia a entità che la distribuisce valutando attraverso una rete intelligente le richieste, ed evitando la sovrapproduzione e gli sprechi.

Nel progettare il Padiglione Enel per Expo 2015, Piuarch ha inteso esprimere il concetto di “condivisione dell’energia” in un tema architettonico. Non con un “edificio-contenitore” ma piuttosto attraverso la creazione di un volume virtuale: un luogo, generato da una griglia sulla quale s'innestano 650 vettori in policarbonato. La distribuzione di questi elementi verticali, illuminati e in costante divenire, definisce il volume che ingloba al proprio interno una serie di altri volumi e corti verdi.

Come Piuarch ha interpretato questo tema nel padiglione?
Siamo partiti dal principio che il padiglione Enel dovesse esprimere il tema della distribuzione di energia: il padiglione sarà interattivo e si presenterà con una griglia a terra dove nelle intersezioni saranno istallati dei pali, dei lettori di energia che si illumineranno, emetteranno suoni e vapori, al passaggio delle persone. Questi elementi verticali sono stati concepiti come torri di energia, collegate a terra tramite una rete.

Il padiglione Enel vuole comunicare l'idea che la smart grid sia fondata sul principio che l'energia viene erogata e direzionata a seconda della domanda. L'utente diventa soggetto attivo: si evita la dispersione a monte ma anche la produzione in eccesso. Ecco allora che ad Expo chi visiterà il padiglione potrà sperimentare questa novità interagendo con gli elementi verticali che troverà lungo il percorso di visita, che saranno attivati con un sistema di prossimità accendendosi, facendo rumore ed emettendo appunto vapori.

La percezione che i visitatori avranno del volume virtuale si modifica continuamente in relazione al punto di osservazione e al movimento delle persone: la sovrapposizione, allineamento e disallineamento degli elementi verticali, produce infatti un continuo divenire. L’effetto cinetico viene poi accentuato dalla vibrazione prodotta dalle variazioni della luce. 

Piuarch è entrato da poco in cantiere. Quali percezioni? Come si sta lavorando?
Gran parte delle strutture è in fase avanzata, le architetture si realizzeranno, all'ultimo minuto ma si taglierà il traguardo. Sono più scettico sul dettaglio, sull'arredo urbano: lì siamo indietro e in questa corsa contro il tempo penso che "all'italiana" non si riusciranno ad affinare e curare alcuni temi, dai dettagli della pavimentazione alla corretta collocazione dei cestini della spazzatura, piccole cose che fanno la differenza.

Cosa diventeranno le vostre due strutture dopo l'evento del 2015?
L'edicola di Caritas è stata concepita fin dall'inizio per essere smontata, ricostruita e utilizzata con una funzione diversa: potrà essere ad esempio una scuola o una biblioteca, pensata per un Paese che ha bisogno di questo genere di strutture. I tubi di Enel potranno essere ricomposti in un percorso allestito in altri luoghi, con geometrie diverse. Analogo per Caritas ed Enel il tema della condivisione ma anche la scelta di aver puntato su una reale riciclabilità riutilizzando gli elementi del progetto.

Architetto, ha una sua idea per il dopo Expo?
E' stato un errore clamoroso fare Expo in quell'area che continuerà ad essere oggetto di tanti appetititi. Londra ha scelto di fare le Olimpiadi del 2012 in una zona precisa perché il grande evento fosse motore per risanare e valorizzare un'area degradata, a Milano non è stato così: l'operazione è partita senza un'impostazione precisa come si è fatto in altre zone della città a partire dall'area dell'ex fiera dove si è voluto mettere insieme le archistar con un grande immobiliarista ma il risultato oggi è un pezzo di città che non funziona dal punto di vista urbano. Milano non deve risolvere solo problemi contingenti ma pianificare con un orizzonte più lungo.

Caritas all'Expo anche con i tavoli dei designer

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Tag: cultura; food; spazi pubblici
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