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Il maxi-cantiere si racconta nella Capitale, grazie all’iniziativa promossa dall’ Ordine degli Architetti di Roma e provincia

Dubai Expo 2020, ecco l’architettura narrativa del Padiglione Italia

di Francesca Fradelloni | pubblicato: 25/03/2021
«La parola rigenerazione va bene anche per questa manifestazione, perchè se partiamo dall’etimologia, parliamo di rinascita, nel senso di rinascita spirituale ad una nuova vita»
Luca Ribichini
Dubai Expo 2020, ecco l’architettura narrativa del Padiglione Italia
«La parola rigenerazione va bene anche per questa manifestazione, perchè se partiamo dall’etimologia, parliamo di rinascita, nel senso di rinascita spirituale ad una nuova vita»
Luca Ribichini

È un modello rappresentativo dell’Italia migliore, dell’Italia che si prepara al post pandemia. La prima esposizione universale nel mondo arabo, è così che l’architettura prova a sfidare il Covid. La prima uscita ufficiale del Padiglione italiano per Dubai Expo 2020 è una passeggiata nel futuro.

Un’architettura leggera per una stagione pesante, così si presenta a poco più di sei mesi del più grande evento globale post pandemia, le suggestioni dell’Expo sono approdate nella Capitale, grazie all’iniziativa promossa dall’ Ordine degli Architetti di Roma e provincia, che ha visto a confronto – rigorosamente online – i tre progettisti dei padiglioni Italia, Svizzera e Finlandia: Carlo Ratti, Teemu Kurkela, Christoph Kellenberger.

Il viaggio inizia dallo sguardo, incontra il Belvedere, vedute incantevoli perchè la bellezza unisce le persone. Questo lo slogan dell’appuntamento arabo. Da qui si parte per raccontare l’avventura nostrana tra storia e memoria, tra innovazione e tradizione. «La parola rigenerazione va bene anche per questa manifestazione, perchè se partiamo dall’etimologia, parliamo di rinascita, nel senso di rinascita spirituale ad una nuova vita», inaugura la presentazione Luca Ribichini, presidente della Commissione cultura della Casa Architettura di Roma dell’OAR.

«Mancano 198 giorni per mostrare al mondo una grande idea e un grande lavoro fatto dal team guidato da Carlo Ratti & Partners», racconta Paolo Glisenti, commissario generale per l’Italia Expo Dubai 2020. «Quello che porteremo a Dubai, è una storia esemplare. Il tema architettonico e i materiali sono una sintesi magica e perfetta. Il padiglione è frutto non solo del design, ma c’è anche una relazione con la materia e le scelte tecnologiche. La grandezza rappresenta un’intelligenza collettiva di questo progetto. Si parlerà di architettura narrativa, cioè di modelli architettonici che sono già essi stessi un racconto. Parleremo di spazi da abitare, da vivere, da sogno, ma attaccati al presente, legati alle riflessioni attuali. Sarà infatti l’unico Padiglione senza impianti di climatizzazione perchè ci saranno alghe e sistemi ecologici di assorbimento degli elementi meno naturali, utili anche per irrigare un giardino all’italiana», spiega Glisenti. Un padiglione anche con bucce d’arance e chicchi di caffè. Un padiglione totalmente de-carbonizzato, un’infrastruttura “geniale”, un percorso immersivo ed emozionale, sarà tutto digitalizzato, per gustarlo anche a distanza. Una connessione tra il naturale e il tecnologico, questa integrazione tra storia e futuro, di una tradizione italiana riconoscibile e fortissima, è un modello che può andare oltre e ad arricchire il dibattito sulla rigenerazione urbana.

«Responsabilità e sviluppo, sono alcuni degli argomenti che verranno presentati. Un evento collettivo che promuove le culture, le opportunità, ma anche le economie con i temi della contemporaneità. Legatissima al discorso, la disciplina del design che guarda sempre sul contemporaneo. Le esposizioni universali sono occasioni di nuove visioni, di incontro con altre culture», racconta Marco Pietrosante, Adi Design Index.

In copertina: render del Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai. Render di Carlo Ratti Associati

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Tag: città; italiani all’estero
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