Il rapporto con Milano, dal Giubileo all’Expo, e le sfide aperte per una capitale internazionale

Citymaking: per la Roma del futuro, i ministeri fuori dal centro

di Paola Pierotti | pubblicato: 22/01/2021
«Suggerirei una chiave di dialogo tra Milano e Roma, la prima strettamente legata a Torino e inserita nella rete europea di città come Monaco, Zurigo o Lione, Roma come baricentro del Mediterraneo in stretta connessione con città come Barcellona, Atene e Algeri»
Luca Montuori
Citymaking: per la Roma del futuro, i ministeri fuori dal centro
«Suggerirei una chiave di dialogo tra Milano e Roma, la prima strettamente legata a Torino e inserita nella rete europea di città come Monaco, Zurigo o Lione, Roma come baricentro del Mediterraneo in stretta connessione con città come Barcellona, Atene e Algeri»
Luca Montuori

Un nuovo rapporto tra Roma e Milano. Dal Giubileo 2025 all’Expo 2030. Ma soprattutto le sfide di lungo periodo. L'assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, Luca Montuori, fa il punto con thebrief di PPAN sui temi-chiave del prossimo futuro della Capitale.

Assessore, un’idea visionaria per il futuro della città?
Lo sviluppo di Roma è bloccato anche da grandi diritti edificatori previsti in aree lontane e inaccessibili, in aree che devono rimanere verdi, andrebbe riconsiderata l’ipotesi di spostare i ministeri fuori dal centro storico, valorizzare gli immobili dando in concessione i beni ai privati per il loro sviluppo, anche residenziale (mixando lusso, accessibile e social). E prevedere che vengano gestiti per un periodo per poi tornare allo Stato come suo patrimonio, riqualificato.

Nel 2021 l’Italia ha la presidenza per il G20, in programma nei prossimi mesi un grande evento a Roma. Una sua riflessione?
Suggerirei una chiave di dialogo tra Milano e Roma, la prima strettamente legata a Torino e inserita nella rete europea di città come Monaco, Zurigo o Lione, Roma come baricentro del Mediterraneo in stretta connessione con città come Barcellona, Atene e Algeri.

Guardando al futuro dell’urbanistica della capitale, contestualizzandola, quale ruolo per la scommessa di Tiburtina?
Tiburtina ha come contraltare, nel capoluogo lombardo, l’area di Porta Nuova.

Il 2025 sarà l’anno del Giubileo. Cosa si riuscirà a fare?
Rinnovare il sistema del trasporto, con la riapertura delle stazioni che si stanno riprogettando (dal Campidoglio confermano in queste ore che il progetto definitivo della stazione Venezia della metro C, le nuove linee tranviarie Vittorio-Venezia, Termini-Vaticano-Aurelio, il deposito tram Casilina Est, e la fornitura di 58 tram e 21 treni per le metro A, B e C sono le istanze progettuali che Roma Capitale ha presentato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per ottenere finanziamenti per circa 1,3 miliardi di euro, ndr). Infrastrutture e qualche spazio pubblico, a partire da Piazza dei Cinquecento per il quale è partito un concorso promosso con il Gruppo FS, Grandi Stazioni Retail e FS Sistemi Urbani.

Per il 2030, con l’Expo all’orizzonte, le sfide potrebbero essere più interessanti?
Certamente e dipenderà anche dall’area prescelta, per accelerare eventualmente qualche processo. 

Intanto nei prossimi anni alcuni equilibri in città, anche nelle zone centrali, potrebbero cambiare. Dopo il grande e recente fermento di nuove iniziative legate all’hotellerie, anche facendo tesoro di immobili direzionali lasciati a causa di piani di razionalizzazione di grandi gruppi, altri patrimoni strategici potranno diventare nuovi contenitori da pensare e riprogettare. Se Ferrovie effettivamente si trasferirà nell’area di Tiburtina, che ne sarà della maxi-sede a Porta Pia?
Ci saranno senz’altro diversi patrimoni immobiliari dentro la città da rifunzionalizzare. Come si sta facendo ad esempio per l’ex Poligrafico di piazza Verdi, con Cdp e con il nuovo headquarter Enel, primo tenant del complesso.

In copertina: Luca Montuori. Foto di C.Valletti

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Tag: città; masterplanning; spazi pubblici
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