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Comunicare l’architettura. #BentornataAbitare, i lettori approvano la linea editoriale di Silvia Botti e Luca Molinari

Abitare torna in edicola. I commenti di professionisti, critici e appassionati

di Paola Pierotti | pubblicato: 22/09/2014
"Sara Banti, Luca Molinari e Peppe Maisto sono ottimi detective del progetto e ci trasmettono la loro curiosità di scoprire temi e architetture capaci di restituire il senso del nostro tempo in figure spaziali significative. Torna una rivista che costa poco e che presenta progetti e non personalismi"
Mosè Ricci
Abitare torna in edicola. I commenti di professionisti, critici e appassionati
"Sara Banti, Luca Molinari e Peppe Maisto sono ottimi detective del progetto e ci trasmettono la loro curiosità di scoprire temi e architetture capaci di restituire il senso del nostro tempo in figure spaziali significative. Torna una rivista che costa poco e che presenta progetti e non personalismi"
Mosè Ricci

È tornata Abitare. Dal 19 settembre è in edicola la rivista d’architettura e design del gruppo RCS, fondata nel 1961, che aveva sospeso le pubblicazioni la scorsa primavera. Un’estate di pausa e sotto la guida del direttore Silvia Botti e di Luca Molinari come head curator si riprendono i lavori. “Eccoci. Siamo tornati. Ci mettiamo dalla parte di chi ha il desiderio di conoscere e la voglia di scoprire” scrive Botti nell’editoriale.

I primi feedback sono tutti positivi. “Il nuovo Abitare promette bene, ha capito che bisogna tornare a mostrare le cose e ragionarci sopra. Potrebbe acquistare un ruolo importante in un momento in cui questo ruolo non ce l’ha nessuno. Potrebbe … - commenta il critico romano Luigi Prestinenza Puglisi – Auguri, quindi. Le critiche tra sei numeri”. “Leggero e fluido come l’inserto domenicale ma denso di insolite primizie lontane dai riflettori. Se mantengono lo special price, mi abbono” dice l’architetto milanese Filippo Taidelli. “Ormai poche riviste su carta e molto speciali: Abitare nella nuova veste potrebbe tornare presto ad occupare spazio, decorata con stroppicciati post-it gialli a rimarcare fotografie, testi o ammonimenti da collezione” commenta Roberto Mancini, ingegnere torinese partner di For Engineering Architecture.

Ci piacciono le riviste di architettura? Cosa vogliamo leggere? Cosa non ci interessa? Il primo numero di Abitare è l'occasione per fare un punto insieme ai lettori, per capire cosa i professionisti o gli appassionati cercano, sulle riviste di carta e sul web.

“Abbiamo una nuova prospettiva: ci appassionano più le idee che i personaggi” si legge ancora nell’editoriale e i lettori hanno apprezzato. “Finalmente è tornato Abitare come ci piaceva leggerlo – dice l’architetto romano Mosè Ricci dello studio Ricci e Spaini -. Forse è anche meglio, orgogliosa di presentare l’Italia ma senza enfasi, senza farne un ghetto. Alla pari. Tra la House Weze, la casa nel centro storico di Napoli e la casa G c’è un dialogo che tocca gli stessi temi dell’abitare come struttura narrativa”. Meno convinta sul tema abitare è Susanna Conte, Magenta43, architetto che si occupa di comunicazione, “Dalla ricerca sulle modalità abitative degli anni 60 ad oggi, Abitare ha cambiato più volte veste e contenuti. Quest’ultima versione mi sembra un po’ sbiadita (sarà anche la scelta della carta?), un po’ tuttologa (urbanistica, grandi progetti, eventi…) e poco focalizzata sull’abitare, sul design e sugli stili di vita”.

“Sara Banti, Luca Molinari e Peppe Maisto sono ottimi detective del progetto – continua Ricci – e ci trasmettono la loro curiosità di scoprire temi e architetture capaci di restituire il senso del nostro tempo in figure spaziali significative. Torna una rivista che costa poco e che presenta progetti e non personalismi. Popolare, non elitista e colta. Uno strumento utile per i progettisti appassionati come me, per gli studenti curiosi e per tutti quelli che amano l’architettura”. Valeria Bottelli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano sintetizza il suo commento alla nuova Abitare in cinque punti: “primo impatto, carta, formato e grafica tutto molto user friendly, maneggevole e attualizzazione dello spirito di Abitare che resta riconoscibile. Due: scelta dei progetti interessante, internazionale, multidisciplinare e multigenerazionale, diretta anche a non addetti ai lavori. Tre: bellissimo il progetto urbano sul Bahrain. Quattro: testi interessanti e attuali bravi Botti, Molinari e tutta la squadra. Cinque: belle foto ma servirebbe qualche disegno in più per approfondire”. Anche per Bottelli “ottimo il prezzo”.

Abitare promossa anche dal direttore del Maxxi Architettura. "Ritorna Abitare, con un avvio promettente, che nell'era del web è anche una scommessa su come comunicare l'architettura attraverso una rivista cartacea, a metà strada tra informazione e riflessione, tra locale e globale. Raffinata e colta, nella grafica e nelle immagini - commenta Margherita Guccione - ci restituisce un'immagine veloce e ad ampio raggio dell'architettura contemporanea, guardando avanti con il gusto della scoperta e insieme riscoprendo storie recenti e dimenticate. La vera sfida sarà mantenere il tono e l'equilibrio felice di questo primo numero".

Consigli per i prossimi numeri e per l’online. #BentornataAbitare è l’hastag utilizzato da chi a PPAN invia le proprie riflessioni a caldo. “Una rivista per chi fa, per chi pensa, per chi cerca, per chi ha sete d’Italia. Bentornata – dice Matteo Citterio, architetto trentenne milanese fondatore e partner della società di consulenza strategica Masseroli Associati -. Il dettaglio non è solo dettaglio. È l’essenza di una rivista. Cosa vorrei leggere nei prossimi numeri? Storie di committenti”. Un apprezzamento corale per il primo numero della rivista Abitare. “Nel primo numero di una rivista di solito c’è poco di tutto, spero che via via ci sarà tutto di poco. A me sembra – commenta l’architetto romano Francesco Garofalo - che sia la sola chance per una rivista cartacea. E poi che il sito torni ai livelli di quando c’era Fabrizio Gallanti per ampliare la discussione che in una rivista fatica a stare”.

“Poco di tutto” dice Garofalo e Paolo Mezzalama architetto dello studio Scape esplicita il concetto: “Un articolo che punta sulla tradizione dell'artigianato italiano di qualità; un focus su una città italiana virtuosa, incubatrice idee e progetti; uno sguardo all'estero, in Medio Oriente, con il progetto raffinato di Kersten & Geens con Bas Smets e la piccola torre dei Lan; tre progetti di interni; un Focus sull'Africa, occasione per riflettere sulla professione dell'architetto. La nuova Abitare è densa di contenuti! Le pagine sulla Biennale di Venezia sono forse fuori tempo massimo”.

Spazio alla città. Molto apprezzata l’attenzione alla “rigenerazione urbana con esempi concreti e meno teorici. Lontano dalle teorie astratte Koolhaas/Boeri – dice Lorenza Bolelli, responsabile della Comunicazione, Architettura e Urbanistica dell’assessore alla Trasformazione Urbana del Comune di Roma -. Poca pubblicità per ora. In sintesi una piacevole concretezza. Semmai un difetto? Nella poca varietà delle firme chiamate a collaborare”.

“Mi sembra che Abitare sia ritornato a quella leggerezza colta che aveva caratterizzato la linea di grande successo di Italo Lupi. Forse la via per tornare di prepotenza ad occupare di nuovo i tavoli di tutti gli architetti, proprio come quell’Abitare – commenta Luca Galofaro, socio dello studio romano Ian+ e the-Booklist - si concentra sulle semplici innovazioni interne con un occhio all’architettura. Senza divagazioni. Unico neo di questo numero uno, il ritornare alla Biennale dopo il numero monografico Istant in edizione digitale. Un buon inizio”.

Pochissime le critiche (anche se qualcuno intervistato ha preferito non commentare). “Bello il formato, la carta, il suo profumo. Bella la prospettiva dichiarata – commenta l’architetto romano Monica Scanu – Raccontare idee, storie, la nostra cultura italiana del progetto. Per ora, esito debole. Vincenti su tutti la fabbrica delle Ceramiche Solimene, il progetto di Kéré e l’articolo sulla Biennale secondo Koolhaas. Ampliare la prospettiva – suggerisce Scanu – osare di più, ora!”.

“Ho trovato il primo numero di Abitare piuttosto concitato, dal carattere ancora sfuggente. Apprezzo la struttura dell’indice ritmato in sezioni - commenta Lucia Bosso, Based Architecture - meno la vastità dispersiva tra i contenuti, che forse intendono raccontare tutto a molti, ma rischiano di mancare l'approfondimento e di non apparire inediti. La sezione report credo sia la più riuscita : un’indagine intorno ad un tema non banale e italiano. Questo è il tipo di approccio che mi piacerebbe incontrare nei prossimi numeri”.

In bocca al lupo, Abitare, (con i consigli di Massimiliano Fuksas)
 

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Tag: cultura
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