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In un libro, 30 casi di piccoli comuni rinati

Il metodo Cittadinanzattiva per il riuso dei borghi abbandonati

di Francesco Fantera | pubblicato: 26/11/2019
«Operare e vivere all’interno di piccoli paesi è una scelta che vuole percorrere con creatività e consapevolezza soluzioni alternative all’urbanizzazione planetaria»
Adriano Polella
Il metodo Cittadinanzattiva per il riuso dei borghi abbandonati
«Operare e vivere all’interno di piccoli paesi è una scelta che vuole percorrere con creatività e consapevolezza soluzioni alternative all’urbanizzazione planetaria»
Adriano Polella

Favara, Castelbianco, Cellere o Rocca Calascio. Nonostante siano casi-scuola per la riattivazione del tessuto urbano, in tanti non sarebbero in grado di collocarli sulla mappa geografica del nostro Paese. Forse perché si tratta di quattro piccoli Comuni. Sono aree interne che per ragioni sociali ed economiche stanno sempre più perdendo contatto rispetto alle grandi città, più attrattive e connesse alla rete di sviluppo globale. E proprio per andare contro a questa narrazione e mostrare come sia possibile invertire questa tendenza grazie all’attivismo delle comunità locali, Adriano Polella, responsabile Ambiente e Territorio di Cittadinanzattiva, ha scritto il libro “Il riuso dei borghi abbandonati” (Pellegrini Editore). Un nuovo capitolo della ricerca sui borghi che quest’anno ha visto anche la presentazione del libro promosso da Sigest e curato da AIM e che fa seguito alla ricerca promossa da Fondazione Symbola e dalla Strategia Nazionale delle aree interne, faro quest’ultima per la scelta dei temi del padiglione italiano, Arcipelago Italia, alla Biennale di Architettura del 2018.

Il quadro. In Italia, nazione storicamente ricca di una pluralità di centri di potere, di amministrazioni con meno di 5mila abitanti ce ne sono poco meno di 6mila, per un totale di 10 milioni di individui (16,6% della popolazione) diffusi sul 54,2% della superficie del Paese. Numeri che suggeriscono la necessità di attivazione di processi in grado di dare un nuovo significato a realtà sempre più a rischio abbandono, con la conseguente perdita di parte del nostro patrimonio storico e culturale. La loro presenza è attestata in tutti gli angoli dello Stivale, ma in particolare si trovano in Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino, Abruzzo, Molise, Sardegna e Calabria. In queste Regioni incidono per l’80% del territorio e, in media, contano fra i mille ed i 3mila abitanti.

«Il tema dell’abbandono di vasti territori e della contemporanea concentrazione della popolazione in sempre meno centri, merita un’attenzione profonda - sostiene Polella. Non si tratta di una mera questione di sostegno economico. Operare e vivere all’interno di piccoli paesi è una scelta che vuole percorrere con creatività e consapevolezza soluzioni alternative all’urbanizzazione planetaria. Ciò che si chiede alle istituzioni e un’azione intelligente, non autoritaria (vedi il caso Riace), non sostitutiva, ma benevola e tecnicamente consapevole».

Best practice. Fra i casi raccontati nel volume ne emergono due, quelli di Gioiosa Ionica (RC) e Rocca Calascio (AQ). Il piccolo comune calabrese, a metà strada fra Reggio Calabria e Catanzaro, è stato teatro nel 2017 della prima azione di recupero promossa dalla comunità. Grazie ad una convenzione firmata fra l’associazione OrganizzaMUNDI e l’Amministrazione sono stati avviati i lavori di rigenerazione della Torre Galea, manufatto situato nella marina del paese abbandonato da anni e fonte di degrado. Oggi una joint venture fra YourbanMob, Comune, Cittadinanzattiva, atelier Riuso e Università di Reggio Calabria, è stato avviato un processo di partecipazione con gli abitanti puntando sulla capacità attrattiva della villa romana del Naniglio e del castello. A Calascio, invece, si è puntato tutto sul turismo per ridare vita alla frazione di Rocca Calascio, situata alle pendici del Gran Sasso a poco più di 30 km da l’Aquila. Dopo essere stata abbandonata negli anni ’50, la località è rinata nell’ultimo decennio. Nel 2017 l’Amministrazione, Cittadinanzattiva e YourbanMob hanno stabilito un programma congiunto di attività che ha previsto la gestione di una navetta e l’organizzazione di visite guidate per i visitatori all’antica rocca posta sopra al paese (oltre 16mila visitatori nel 2018). Ad essere riattivata anche la vecchia scuola che oggi ospita un punto informativo.

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Tag: città; cultura; spazi pubblici
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