Le misure richieste dal Presidente Armando Zambrano per far fronte al tempo del Coronavirus

Appello del CNI a Governo e Inarcassa: servono misure speciali per i professionisti

di Chiara Brivio | pubblicato: 13/03/2020
«Per noi ingegneri l’interruzione delle attività rappresenta un momento di crisi certa, con conseguente impossibilità a far fronte agli obblighi previsti dalla legge»
Armando Zambrano
Appello del CNI a Governo e Inarcassa: servono misure speciali per i professionisti
«Per noi ingegneri l’interruzione delle attività rappresenta un momento di crisi certa, con conseguente impossibilità a far fronte agli obblighi previsti dalla legge»
Armando Zambrano

Con una lettera inviata al presidente Giuseppe Conte, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) punta i riflettori sulla particolare crisi che i suoi iscritti stanno attraversando in questo periodo di emergenza causato dal Coronavirus.

Nella missiva, il Presidente di CNI Armando Zambrano, sottolinea come per gli ingegneri «l’interruzione delle attività rappresenta un momento di crisi certa, con conseguente impossibilità a far fronte agli obblighi previsti dalla legge». Per questo chiede con urgenza al governo «misure speciali a sostegno dei liberi professionisti, integrative dei provvedimenti che il Governo sta predisponendo a supporto delle imprese. In particolare, serve un periodo di moratoria generalizzata che consenta ai professionisti di gestire e superare l’emergenza economica oltre che quella sanitaria».

Zambrano dà voce ai tanti professionisti che in questi giorni hanno già espresso le preoccupazioni in termini di produttività, finanza e gestione della crisi (per approfondimenti si leggano le voci di una decina di studi raccolte da thebrief e il commento del presidente dell’Oice).

Tra gli interventi specifici che vengono elencati da CNI figurano «un sostanziale slittamento delle procedure burocratiche» e la possibilità di richiedere la cassa integrazione in deroga anche per quegli studi e società di ingegneria che non ne avrebbero diritto perché troppo piccoli e con un numero insufficiente di dipendenti, e che quindi sono più a rischio chiusura. Ma vengono sottolineate anche altre misure volte a garantire la sopravvivenza economica dei suoi iscritti, come la sospensione delle ritenute alla fonte e dei versamenti tributari fino al 30 giugno 2020 — versamenti che comprenderebbero sia le ingiunzioni, le cartelle di pagamento e gli avvisi di riscossione, sia i contributi previdenziali e assistenziali, oltre che quelli assicurativi.

Ma ancora più importante sarebbe l’applicazione «a tutti i professionisti ordinistici dell’indennità per i lavoratori autonomi in cui all’art. 16 D.L. 2 marzo 2020, n. 9 per tutto il territorio nazionale». Un’indennità che al momento ammonta a 500 euro. Inoltre, si legge che «occorre operare con urgenza anche nell’ambito dei contratti pubblici per sostenere le attività che possono proseguire provando ad agevolarle il più possibile», per garantire la sussidiarietà dei professionisti alla pubblica amministrazione.

Tra le richieste più stringenti indirizzate al premier vi sono anche l’approvazione e l’applicazione del Regolamento di attuazione del codice dei contratti e la predisposizione ed emanazione dei decreti attuativi in materia di atti pubblici rimessi alle professioni organizzate in ordini e collegi.

Misure molto simili sono state indirizzate anche a Inarcassa, la cassa previdenziale dei professionisti, alla quale il Presidente Zambrano chiede di adottare la «misura eccezionale» di «decurtare di un quarto l’ammontare della seconda rata del contributo minimo da versare nella seconda metà del 2020. Tale misura dovrebbe essere applicata ai soli iscritti che nel 2019 hanno dichiarato un reddito professionale uguale o inferiore a 16.000 euro», e che, aggiunge, nel 2019 hanno mostrato ridotte capacità di reddito.

Auspicando che il periodo di crisi sia il più breve possibile, soprattutto per l’impatto economico che potrebbe avere sugli studi di professionisti di dimensioni ridotte e sui più giovani, il CNI tuttavia richiede inoltre «una moratoria di due dei tre versamenti del conguaglio annuale del contributo soggettivo e integrativo», oltre a «spostare le scadenze di pagamento della prima e della seconda rata del contributo minimo soggettivo e integrativo e del contributo di maternità a settembre e a novembre 2020» e infine di «consentire in via eccezionale per il periodo compreso da marzo a dicembre 2020 l’emissione di un certificato di regolarità contributiva in sanatoria per gli iscritti che, in debito di contributi con la Cassa (ivi compresi i debiti trasferiti ad Agenzia Riscossione), abbiano a propria volta un credito comprovato con la Pubblica Amministrazione per lavori svolti e liquidabili».

Tutte a misure a sostegno di un comparto che in questi giorni si trova ad essere particolarmente colpito dai decreti di emergenza causate dall’epidemia di Coronavirus. Negli ultimi giorni anche altre associazioni di categoria, tra le quali ANCE, avevano fatto appello al governo affinché adotti norme straordinarie per il mondo delle costruzioni.

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