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Laboratorio Permanente ha vinto il concorso della Fondazione Beppina e Filippo Martinoli

Nursing Home Panorama, nella bergamasca il concept di Rsa post-Covid

di Paola Pierotti | pubblicato: 12/03/2021
«Il delicato equilibrio che lega l’uomo all’ambiente naturale non può prescindere dalle nostre modalità di interazione con il contesto e dagli spazi che progettiamo per ospitare questa convivenza»
Laboratorio Permanente
Nursing Home Panorama, nella bergamasca il concept di Rsa post-Covid
«Il delicato equilibrio che lega l’uomo all’ambiente naturale non può prescindere dalle nostre modalità di interazione con il contesto e dagli spazi che progettiamo per ospitare questa convivenza»
Laboratorio Permanente

Laboratorio Permanente ha vinto il concorso privato promosso dalla Fondazione Beppina e Filippo Martinoli per l’ampliamento della Casa della Serenità, a Lovere, un piccolo comune di poco più di 5mila abitanti nella bergamasca, affacciato sul Lago di Iseo. La prima casa di riposo dopo lo scoppio della pandemia per Covid-19 in una delle province più colpite al mondo. Il progetto si chiama “Nursing Home Panorama” e propone un nuovo prototipo di residenza sanitaria e una nuova filosofia di cura, dove natura e paesaggio sono al centro di un innovativo modello terapeutico.

Lo studio milanese fondato da Angelica Sylos Labini e Nicola Russi ha proposto un modello di residenza sanitaria che combina stanze tradizionali, alloggi personalizzabili e servizi aperti alla città. Un progetto che utilizza il legno come materiale principale, dalla struttura alle finiture.

«Il delicato equilibrio che lega l’uomo all’ambiente naturale non può prescindere dalle nostre modalità di interazione con il contesto e dagli spazi che progettiamo per ospitare questa convivenza. Il fragile ecosistema che ci accoglie e che abitiamo costituisce oggi la risorsa più importante a nostra disposizione». Questa la visione dello studio milanese che ha impostato il concept progettuale considerando che «l’approccio muscolare e narcisistico dell’architettura contemporanea può oggi essere superato da una nuova cultura sensibile e premurosa, sia nei confronti di chi la vive sia in relazione all’ambiente che la ospita e alla sua identità». Avere cura del territorio e dei suoi abitanti è il principio attorno al quale si costruisce il progetto della nuova Casa della Serenità e dei suoi spazi aperti. «Tra l’edificio esistente e il nuovo – raccontano gli architetti - una “piazza panoramica” ricuce la distanza tra la vocazione alla cura della Casa della Serenità e il suo ruolo pubblico nella cittadina bergamasca. La piazza e gli spazi aperti verranno vissuti dalle funzioni collettive ospitate al piano terra del nuovo complesso, promuovendo un modello sostenibile di Rsa aperta ai visitatori e cittadini».

Ai piani superiori grandi stanze collettivi si aprono come lanterne luminose affacciate sul lago. I corridoi, progettati come strade della città storica con il loro sistema di slarghi e sedute di fronte alle porte, diventano luoghi di socialità per favorire al massimo le relazioni tra gli ospiti.

I nuovi volumi assecondano la pendenza del terreno per conservare la continuità paesaggistica degli elementi naturali tra monte e valle e per ridurre le opere di sbancamento. Da qui la proposta di una composizione a “corte aperta” che garantisce l’affaccio sul lago a tutti gli ospiti e contemporaneamente li metta visivamente in contatto tra di loro attraverso logge, bow-window e ampie superfici vetrate.

L’organizzazione delle funzioni prevede quindi di dare vita ad una Rsa aperta, con servizi in stretta relazione con l’ambiente costruito, con ambulatori, una palestra (da utilizzare anche come sala conferenze) e altri usi pubblici. A questo volume si integreranno altri due blocchi, uno con 15 mini-alloggi e un altro con 34 posti letto (con una media di 50 mq/ospite), indipendenti ma connessi a più piani, per una maggior fluidità dei flussi da parte del personale.

Gli architetti le chiamano “camere belvedere” e spiegano che tutti gli spazi della nuova Casa «saranno dotati delle più moderne tecnologie di assistenza sanitaria, progettati con materiali e spazialità propri dell’ambiente domestico e promuovendo forme terapeutiche che leghino il benessere alla percezione dell’ambiente e della natura che ci circonda». 

La camera è il cuore del progetto anche a livello compositivo. Il modulo di facciata della camera, infatti, costruisce la griglia base che regola e definisce l’intero involucro del nuovo intervento: una griglia in grado di accogliere variazioni continue all’interno del suo modulo base permettendo all’edificio di mantenere un aspetto familiare, domestico e ordinato senza rinunciare a flessibilità e generosità. 

Per quanto riguarda il sistema strutturale i progettisti propongono alla committenza due alternative: una struttura portante in XLam anche per ridurre i tempi di costruzione e avere certezza dei costi grazie ad un processo di prefabbricazione, oppure una struttura portante in calcestruzzo armato. 

Il coordinamento tecnico e scientifico del concorso era affidato dalla committenza a Luca Molinari Studio e nel team di progetto, insieme a Laboratorio Permanente anche RSL - Rebediani Scaccabarozzi Landscape per lo studio dell’architettura del paesaggio e FOR Engineering Architecture, esperti di progettazione sostenibile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: salute
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