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Cambio di mentalità nella filiera, semplificazione normativa e passaggio ad un rapporto di collaborazione alcuni dei punti del documento

Manifesto di Federcostruzioni: non bastano singoli edifici 4.0, serve una città smart

di Francesco Fantera | pubblicato: 05/07/2018
"Stop al consumo di suolo, si alla gestione sostenibile del suolo occupato e alla rigenerazione urbana. Questo è il futuro, questa è la sfida di innovazione che potrà aiutare il settore a ripartire"
Danilo Toninelli
Manifesto di Federcostruzioni: non bastano singoli edifici 4.0, serve una città smart
"Stop al consumo di suolo, si alla gestione sostenibile del suolo occupato e alla rigenerazione urbana. Questo è il futuro, questa è la sfida di innovazione che potrà aiutare il settore a ripartire"
Danilo Toninelli

In tutta Europa sono circa 210 milioni gli edifici esistenti e si stima che nel 2050 circa il 90% di essi sarà ancora attivo. Un dato che da solo permette di farsi un’idea delle dimensioni del processo di manutenzione inevitabile negli anni a venire, non solo da un punto di vista strutturale, ma anche di riqualificazione e ammodernamento degli ambienti. Le nuove tecnologie infatti, entro pochi anni entreranno negli edifici in maniera sempre più pervasiva rendendoli intelligenti, o se preferite, smart.

“Questo garantirà una miriade di possibilità a chi vivrà i nuovi ambienti – ha rilevato Federica Brancaccio, presidente di Federcostruzioni –. Un elemento di cui spesso ci si dimentica infatti, è che digitalizzazione non vuol dire standardizzare o uniformare, ma il contrario: è la possibilità di personalizzare il prodotto rendendolo più adatto alle proprie esigenze”. E l’iniziativa promossa a Roma per presentare il manifesto “Edificio 4.0: costruire digitale per un’Italia più sociale, più sicura, più sostenibile”, è stata pensata proprio allo scopo di porre le basi “programmatiche” del processo di digitalizzazione di tutte le componenti della filiera dell’edilizia.

Con questo si intende anche il pubblico che, oltre a regolamentare il comparto, è in grado di indirizzare la ripresa del settore ad utilizzare nuovi strumenti che la tecnologia fornisce. “Il tema del costruire digitale – ha sottolineato il Ministro del MIT Danilo Toninelli – è, per me, tra i più interessanti e affascinanti. Stop al consumo di suolo, si alla gestione sostenibile del suolo occupato e alla rigenerazione urbana. Questo è il futuro, questa è la sfida di innovazione che potrà aiutare il settore a ripartire”.

Ma quali sono i punti principali del Manifesto? La digitalizzazione viene indicata come fattore centrale per migliorare la sostenibilità urbana, oltre che riqualificare e rendere più sicuro il patrimonio immobiliare, integrando sistemi di controllo e gestione intelligenti che superino il concetto dei micro-interventi. Anche l’efficienza e il comfort degli edifici, che saranno sempre più personalizzabili secondo le proprie necessità, beneficeranno di questo processo. Attraverso modelli costruttivi e gestionali digitali sarà possibile inoltre abbattere i costi relativi alla gestione del patrimonio pubblico e di quello privato, grazie anche ad un controllo diffuso delle performance tramite nuovi strumenti e figure competenti. Lo stesso vale per gli immobili storici, di cui il nostro territorio è molto ricco, che attraverso una mappatura digitale potranno essere gestiti meglio, garantendone così la fruizione da parte dei cittadini.

Gli ultimi punti riguardano temi molto cari agli attori attivi nella promozione della transizione agli edifici 4.0: diffusione dell’uso del Building Information Modeling, promozione della cultura del riuso e del costruire sostenibile, creazione di un quadro normativo che sia in grado di supportare il processo di digitalizzazione. “La progettazione in BIM – ha evidenziato Gabriele Scicolone, presidente dell’OICE – è un elemento importante di questo percorso più ampio. Quanto più gli aspetti tecnologici sono importanti infatti, più lo è l’utilizzo di questo strumento. Recentemente abbiamo organizzato la terza edizione di un forum internazionale sul BIM, durante il quale è stato presentato il libro bianco di Italferr, perché pensiamo che sia importante portare al tavolo di confronto anche gli operatori stranieri per migliorare grazie alle esperienze di tutti”.

Sulla necessità di snellire le procedure e renderle più adeguate alle nuove dinamiche che la digitalizzazione sta portando, si è espresso anche il Provveditore per le Opere Pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna, Pietro Baratono. “Una semplificazione del sistema normativo deve accompagnare la crescita del sistema Paese. In questo senso, spesso si guarda più alla forma che alla sostanza, invece dobbiamo responsabilizzare tutti gli attori della filiera e ripristinare la libertà di scelta. Gli interventi pubblici – ha ribadito Baratono – possono stimolare l’innovazione del settore, ma servono alcune azioni: formazione professionale delle PA, ricambio generazionale che al momento risulta generalmente bloccato e riorganizzazione delle stazioni appaltanti così da renderle in grado di rispondere alle nuove esigenze del comparto”.

“La digitalizzazione rappresenta un valore aggiunto – ha aggiunto Filippo delle Piane, vicepresidente dell’ANCE –, ma il punto sul quale riflettere resta come affrontare sfida e come la interiorizziamo. Ci siamo fermati alle regole del 1968, ma oggi l’edificio deve essere seguito durante tutto il suo ciclo vitale, dalla progettazione alla demolizione. Fondamentale quindi da un lato un cambio di mentalità da parte nostra come categoria, dall’altro la creazione di un percorso normativo da parte della politica”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: città; energia; formazione; spazi pubblici; trasporti; uffici
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