Due anni di cantiere e 1,7milioni di investimento. In un edificio del ’700 è rinato un luogo dove la memoria si conserva, si elabora, si tramanda e si usa)

Italo Rota taglia il nastro del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia

di Paola Pierotti | pubblicato: 07/05/2014
In un disegno di città pubblica si chiede al museo di interpretare il ruolo di attivatore di pensiero critico partendo dalle sue collezioni storiche, e quindi dal suo io più profondo, per aprire a visioni di futuro
Italo Rota
Italo Rota taglia il nastro del Palazzo dei Musei di Reggio Emilia
In un disegno di città pubblica si chiede al museo di interpretare il ruolo di attivatore di pensiero critico partendo dalle sue collezioni storiche, e quindi dal suo io più profondo, per aprire a visioni di futuro
Italo Rota

Italo Rota torna ad occuparsi della rigenerazione di pezzi di storia della città, con innesti di contemporaneità. Come ha fatto a Milano con il Museo del '900, Rota ha consegnato a Reggio Emilia il nuovo Palazzo dei Musei. Si tratta di un progetto di recupero e valorizzazione di una struttura del '700 che dall'inizio di maggio ospita al suo interno un laboratorio per la creatività, un hub pensato per le generazioni future che parla di paleontologia, arte e stampanti 3D.

Il committente del nuovo spazio espositivo è il Comune di Reggio Emilia che ha affidato l'incarico per la progettazione allo studio milanese, avendolo scelto attraverso una consultazione ad inviti. Il progetto è partito a giugno 2012 e il Palazzo è stato inaugurato il 4 maggio 2014.

Le cifre: costi e dimensioni. Il costo dell'intervento è di 1,7milioni di euro, di cui 1,4 sono stati pagati dai privati nell'ambito del Programma di rigenerazione urbana del Centro storico di Reggio Emilia e 300mila euro sono stati finanziati dal Comune di Reggio Emilia. La superficie interessata direttamente dal nuovo progetto è di circa 2mila mq.

L'intervento ha consentito, sul piano strutturale, la ristrutturazione e l'adeguamento funzionale di spazi del Palazzo San Francesco - sede storica dei Musei Civici di Reggio Emilia - migliorandone l'accessibilità, la fruibilità, la sicurezza, i servizi, l'offerta educativa e culturale, la dotazione tecnologica. Il progetto è stato voluto dal Comune per valorizzare le collezioni storico-scientifiche e artistiche ed accrescere la qualità e il numero delle sezioni espositive.

Gli oggetti, le collezioni, i personaggi e le storie che raccontano sono dunque l’architettura del museo. Così è iniziato un percorso di sperimentazione che ha avuto due passaggi pubblici “istruttori”: dapprima nel 2010 la mostra nel cantiere di Palazzo dei Musei L’amore ci dividerà. Prove generali di un museo e poi nel 2012 la mostra Gli oggetti ci parlano ai Chiostri di San Pietro.

La principale novità del progetto Rota? La riconsegna alla città dell'ultimo piano dell'edificio inutilizzabile da diversi anni. E più in generale la proposta di una nuova idea di museo che si confronta e dialoga con la contemporaneità. La chiave di lettura del progetto è offerta dagli oggetti e attraverso di essi, dalle storie che si possono raccontare. "Una narrazione di fatti e personaggi che si configura come esperienza personale, come viaggio individuale per un museo non più determinato e determinante ma aperto - spiegano dallo studio di Italo Rota - che promuove la partecipazione e da accesso alle nuove tecnologie, supporta sperimentazioni e si rivolge anche a un pubblico di giovani e giovanissimi, favorisce la molteplicità delle esperienze di visita e propone una sintesi inedita fra conservazione, innovazione, cambiamento".

Con questo progetto si vuole trasformare il patrimonio di Reggio Emilia in héritage, un'eredità di collezioni insolite, anche stravaganti e particolari, che pongono nella condizione di raccontare il mondo come è e come sarà.

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Tag: cultura; spazi pubblici
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