Sperimentazione, tecnologia e contenuti, ecco i protagonisti della Statale di Milano

House in motion: l’abitare e la mobilità per i 20 anni di Interni al Fuorisalone

di Milena Rettondini | pubblicato: 17/04/2018
Un evento che pone al centro due temi più che mai attuali, l’abitare e la mobilità, in un momento storico dove è normale, soprattutto per le giovani generazioni, dover cambiare frequentemente città, ambienti di lavoro e di vita
House in motion: l’abitare e la mobilità per i 20 anni di Interni al Fuorisalone
Un evento che pone al centro due temi più che mai attuali, l’abitare e la mobilità, in un momento storico dove è normale, soprattutto per le giovani generazioni, dover cambiare frequentemente città, ambienti di lavoro e di vita

La rivista Interni celebra 20 anni di presenza al Fuorisalone di Milano con una mostra-evento dal 16 al 28 aprile dedicata all’abitare e alla mobilità. House in motion, questo il titolo dell’iniziativa, riunisce 18 installazioni sperimentali e interattive di architettura e design, dislocate in tre spazi (La Statale, l’Orto Botanico di Brera e l’Audi City Lab di Corso Venezia), create grazie ad una stretta collaborazione tra progettisti e aziende, per lo più italiane. 

La settimana del design – ha dichiarato il sindaco di Milano Beppe Sala in occasione dell’inaugurazione di lunedì 16 aprile – non è un semplice evento per la nostra città, ma un momento in cui tutti noi cogliamo il frutto migliore di un lavoro che vede coinvolti numerosi professionisti. Un processo che funziona grazie ad una forte connessione tra diversi elementi di qualità alla base della continua evoluzione di Milano, dal sistema della creatività a quello dell’industria. Nei prossimi sei giorni sono attesi circa 400mila visitatori, che oltre a confermare il valore di un’iniziativa come questa, porteranno lavoro agli imprenditori locali”.    

Un evento che pone al centro due temi più che mai attuali, l’abitare e la mobilità, in un momento storico dove è normale, soprattutto per le giovani generazioni, dover cambiare frequentemente città, ambienti di lavoro e di vita. “Quest’anno abbiamo voluto proporre un focus sulla casa, come spazio che si trasforma, anche grazie alle nuove tecnologie, che si adatta continuamente ai nuovi concetti di comfort – ha dichiarato Gilda Bojardi, Direttore di Interni, anima dell'iniziativa – abbracciando l’idea di una dimora diffusa, nomade, transitoria, che si traduce in nuovi concept architettonici, dalle capsule abitative per single, ai luoghi di transito, fino ai sistemi prefabbricati e ai rifugi di emergenza”.

Il design evolve, si adatta, rincorre il veloce mutare della società e dei suoi bisogni e si traduce in realtà grazie appunto alla sinergia tra il mondo delle aziende e quello dei progettisti. Tra questi ultimi Mario Cucinella, che, insieme ai ragazzi della School of Sustainability, ha collaborato con Eni Gas e Luce per l’installazione SmarTown, allestita all’interno dell’Orto Botanico di Brera. Nel giardino sono state posizionate centinaia di piccole casette smart e luminose, alcune di queste sono parte di una narrazione e mostrano un diverso strumento per gestire in maniera intelligente un’abitazione. L’opera accende un faro sul tema del consumo energetico responsabile, possibile grazie all’utilizzo dei nuovi device tecnologici.

Audi è un’altra delle grandi aziende protagoniste di questo Fuorisalone che quest’anno ha coinvolto l’architetto cinese Ma Yansong fondatore dello studio Mad Architects, per la realizzazione dell’installazione Fifth Ring. All’interno della corte dell’edificio cinquecentesco di Corso Venezia 11, Yansong ha inserito un anello di luce circolare sospeso sopra uno specchio d’acqua. “L’anello vuole essere una metafora del costante rapporto tra l’uomo e gli elementi naturali, qui rappresentati dall’acqua” ha chiarito Yansong. Un’opera temporanea che gioca con l’acqua, la luce, i riflessi, i suoni, destinata a diventare un landmark per la Design Week 2018.

E ancora, Frame Emotions è il titolo del lavoro di Alexander Bellman, con il gruppo C14, grazie al sostegno di Samsung Electronics Italia. Una struttura aperta, nella quale una serie di schermi proiettano in loop degli slowmotion, contrapponendo l’idea di dinamicità e velocità associato solitamente al digitale a un contenuto forzatamente lento. “Abbiamo voluto reinterpretare il concetto di mobilità – ha spiegato Bellman – riproponendo il flusso delle nostre attività quotidiane, spesso frenetiche, in maniera più lenta”.  

Tra gli altri architetti e designer italiani coinvolti anche Lorenzo Damiani che ha collaborato con Ikea Italia per l’installazione Alla scoperta dell’infinito, e i romani di Labics che, insieme all’azienda Elica hanno creato Visionair, un’opera all’interno della quale grazie all’uso di materiali riflettenti le immagini vengono scomposte e ribaltate immergendo completamente il visitatore nella struttura. My dream home è invece la proposta di Lissoni Associati, una costruzione composta da 12 container sovrapposti, che contengono abitazioni ecosostenibili, perché prodotte da materiali di recupero, economiche e versatili. Focus sull’operazione di rilancio delle Biblioteche di Comunità promossa dalla Regione Puglia nell’opera Library in Motion dell’architetto Dario Curatolo.

Il rapporto tra architettura, tecnologia, salute, e cura è invece il tema al centro del lavoro di Filippo Taidelli realizzato in collaborazione con Universal Selecta e Casalgrande Padana: Cells, è un’installazione composta da due cellule con finestre artificiali in grado di riprodurre l’effetto della luce naturale del sole, uguali per dimensioni ma antitetiche per aspetti formali, e costruite con materiali che garantiscono il massimo comfort acustico, ideali per gli ambienti ospedalieri. “Le due cellule - ha chiarito Taidelli - rappresentano due anime della sanità: quella artificiale, che segue l’innovazione tecnologica, e quella naturale, che punta a creare un contatto più stretto con l’ambiente per chi vive in spazi sanitari. Abbiamo creato quest’opera perché crediamo che la sanità del futuro avrà molto a che vedere con questi due aspetti”.

Spazio infine anche al tema della ricostruzione con il progetto di Paolo Berardi e Daniela Gerini – ABA, realizzato in collaborazione con la Regione Umbria. Canapa Nera, guardavo le macerie e immaginavo il futuro, è un muro bifronte che ospita su un prospetto undici tele colorate, simbolo dei campi fioriti di Castelluccio di Norcia, e dall’altra, fissate su delle reti paramassi una composizione di macerie prelevate dalle zone rosse del cratere dell’Umbria. “La vivacità delle tonalità, in contrapposizione con il grigio delle pietre – ha raccontato Gerini – esprimono il desiderio di rinnovamento e speranza per un futuro che va ricostruito, partendo dall’identità delle comunità”.

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Tag: arte; città; salute; spazi pubblici
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