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Dalla Grasso Cannizzo a Elasticospa+3 fino a Tscholl, Lissoni e Cino Zucchi tra gli studi selezionati

EU Mies Award, 17 architetture italiane in lizza

di Francesco Fantera | pubblicato: 11/12/2018
«Elemento fondante del premio è proprio quello di sostenere il dialogo fra nuovo e vecchio costruito in un modo stimolante e innovativo»
Michel Magnier
EU Mies Award, 17 architetture italiane in lizza
«Elemento fondante del premio è proprio quello di sostenere il dialogo fra nuovo e vecchio costruito in un modo stimolante e innovativo»
Michel Magnier

Sono 17 le opere costruite in Italia e ammesse agli EU Mies Award 2019. Un risultato importante che certifica la presenza del Belpaese fra le prime posizioni e con un distacco sensibile solo dalla Spagna, che con 27 progetti risulta nettamente al primo posto. Il premio, la cui prima edizione si svolse nel 1987 in seguito ad un accordo fra il Parlamento Europeo e il Comune di Barcellona, traccia la mappa della migliore architettura contemporanea europea. A sottolineare questo dato, il fatto che il 9% delle opere presentate è stato realizzato da progettisti di nazionalità diversa rispetto al Paese “ospitante”. Di quelle presenti in Italia, cinque sono state disegnate da studi con sede a Vienna, Berlino, Rotterdam, Porto e Oslo. Due invece gli edifici ideati da studi italiani all’estero, entrambi in Albania (a Tirana e Scutari).

Le proposte italiane e i progettisti coinvolti. Il Nord ospita la maggior parte delle opere, nello specifico a Burgeis (Werner Tscholl Architekt), Pella (Lissoni Architetture), Brescia (Studio Associates), Milano (Park Associati), Paspardo (Babau Bureau ed Elisa Brusegan), Gremiasco (Studio Albori), San Quirino (Elasticospa+3), Terento (feld72 Architekten), Milano (O.M.A.), Torino (Cino Zucchi) e tre interventi a Venezia (Sauerbruch Hutton, Souto de Moura, Rintala Eggertsson Architects). Il Centro è rappresentato da Firenze (Toti Semerano) e Arezzo (Canali Associati), mentre il Sud da Modica (Grasso Cannizzo) e Bisceglie (Peralta Studio e 3TI Progetti).

I numeri del Premio. La prima selezione ha portato alla scelta di un totale di 383 opere costruite in 238 città di 38 Stati differenti. Fra questi, spiccano le novità rappresentate da Armenia, Kosovo e Tunisia. Guardando alla tipologia delle proposte - ricevute e valutate da 76 esperti indipendenti, da associazioni di architettura nazionali e dal Comitato consulente del premio - è possibile individuare le tendenze relative all’architettura contemporanea in Europa. Rispetto al totale, il gruppo degli edifici correlati alla cultura si conferma come quello più numeroso (15%), nonostante una piccola flessione rispetto alla scorsa edizione. A seguire le strutture ad uso misto (14%), in crescita in confronto al 2017, con le categorie dei volumi residenziali e per l’istruzione che si attestano al 10% ciascuno. Da notare l’incremento degli immobili destinati all’alloggiamento collettivo, un aumento sensibile rispetto ai cicli precedenti del Premio.
Anche l’ubicazione degli edifici è in grado di raccontare molto. Guardando ai dati risulta infatti che solo il 12% è stato costruito in grandi metropoli, mentre il 26% si trova in città con una popolazione compresa fra i 500mila e i 3 milioni di abitanti. Il gruppo più numeroso, pari al 37% del totale, si trova nei centri di medie dimensioni, quelli con non meno di 20mila abitanti. Le aree con meno di 20mila residenti sono sede del 22% delle strutture che sono arrivate alla short list.
Una curiosità: è un paesino di 17 anime della Bulgaria la località più piccola con un’opera nominata.

Dialogo fra nuovo e vecchio costruito. «Aver istituito il 2018 come anno europeo del patrimonio culturale – ha sottolineato Michel Magnier, del Direttorato generale di istruzione e cultura della Commissione Europea – lo ha portato in primo piano sia rispetto alle politiche dell’UE, che tra i cittadini. I risultati del premio precedente hanno sottolineato l’importanza dell’architettura contemporanea nell’ambito del nostro patrimonio storico. Un elemento, questo, identificabile nelle nomination per il 2019 dato che il 24% delle proposte interviene proprio sul patrimonio, mentre un altro 14% è realizzato in contesti storici. Elemento fondante del premio è proprio quello di sostenere il dialogo fra nuovo e vecchio costruito in un modo stimolante e innovativo».

Calendario e giuria. Il 16 gennaio 2019 verranno annunciati i 40 progetti selezionati. I finalisti saranno proclamati il 13 febbraio. La premiazione avverrà il 7 maggio durante l’EU Mies Award Day al Mies Van Der Rohe Pavillion di Barcellona. A valutare i progetti sarà una giuria internazionale composta non solo da architetti e guidata da Dorte Mandrup.

In copertina la mappa del'Europa "disegnata" attraverso le foto delle opere

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: città; cultura; spazi pubblici
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