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Il Focus di Scenari Immobiliari evidenzia la necessità di oltre 6 miliardi di investimenti in 10 anni

Edilizia sanitaria post Covid19: riqualificazione sostenibile e opportunità d’investimento

di Chiara Castellani | pubblicato: 16/09/2020
Grandi sviluppi potrebbero derivare dall’impiego della medicina robotica e dalla telemedicina, oltre allo sviluppo di spazi di cura particolarmente evoluti.
Edilizia sanitaria post Covid19: riqualificazione sostenibile e opportunità d’investimento
Grandi sviluppi potrebbero derivare dall’impiego della medicina robotica e dalla telemedicina, oltre allo sviluppo di spazi di cura particolarmente evoluti.

In occasione della 28° edizione del Forum Scenari, a Santa Margherita Ligure, Scenari Immobiliari e Johnson Controls hanno presentato il Quarto Osservatorio sulla sostenibilità e sulla sicurezza, una ricerca che si focalizza sulla riqualificazione degli ospedali in Italia. All’interno di un patrimonio edilizio in buona parte da riqualificare, il nostro Paese ospita circa 210mila posti letto. Nello specifico, solo 52mila di questi si trovano all’interno di immobili per cui sarebbe sufficiente un piano di ristrutturazione impiantistica e funzionale. Altri 85mila, invece, si trovano in edifici da demolire. Un bisogno di riqualificazione che, tradotto in volumi d’investimenti, porterebbe ad un giro d’affari stimato fra i 27 e i 30 miliardi di euro da qui ai prossimi 45 anni. E nel medio periodo? Per svolgere i lavori di adeguamento individuati nel report, saranno necessari 6,2 miliardi nei prossimi 10 anni. 

«Gli ospedali, e più in generale i luoghi per la cura – racconta Francesca Zirnstein, direttrice generale Scenari Immobiliari – sono stati simbolo fisico, comunicativo, reale e astratto, tangibile e spirituale del 2020, delle provincie colpite dal virus e dei loro abitanti. Dal nostro studio emerge chiaramente un naturale bisogno di riqualificazione dell’infrastruttura che, oltre a portare vantaggi alla collettività, possa fungere nel breve, medio e lungo periodo, da sostegno e motore per l’economia nazionale. L’edilizia sanitaria è da sempre una delle maggiori sfide per i progettisti, che devono operare in un contesto estremamente delicato per le azioni che sono svolte all’interno degli edifici e per la protezione che deve essere garantita a soggetti fragili». 

L’edizione 2020 dell’Osservatorio ha ripercorso quattro anni di analisi concentrandosi sul concetto di economia circolare, sulla nuova normalità e sul valore aggiunto della sostenibilità che l’innovazione tecnologica potrà portare. È dunque in quest’ottica che l’ospedale da asset immobiliare passa a infrastruttura strategica, in grado di creare giovamento in termini economici, sociali e territoriali. Grandi sviluppi potrebbero derivare dall’impiego della medicina robotica e dalla telemedicina, oltre allo sviluppo di spazi di cura particolarmente evoluti. Quest’ultimi si pongono come motore economico per i prossimi anni, visto il grande impatto in termini economici che la riqualificazione e la diffusione delle infrastrutture sanitarie provocherà su scala urbana. 

L’attuale domanda di immobili sanitari di qualità comporterà importanti ricadute sul piano dell’efficienza energetica e della sicurezza. Per massimizzare l’efficienza delle strutture anche sotto il profilo ambientale, si dovrà adottare un approccio innovativo alla progettazione, allo sviluppo e alla gestione dell’edificio per tutto il suo ciclo vita. In particolare, per il funzionamento degli ospedali si consuma energia attraverso impianti usurati. La volontà di passare ad un’economia di tipo circolare, si incontra così con la visione di sostenibilità ed efficienza energetica a scala urbana. In questo senso, le Nature Based Solutions (serie di strategie, azioni e interventi basati sulla natura, volti ad aumentare la resilienza delle città n.d.r.) possono rappresentare un nuovo modello di smart city nelle quali la tecnologia è complementare alla vita in città. Un connubio tra artificiale e naturale in grado di promuovere partecipazione, cittadinanza sociale, inclusione, opportunità di lavoro e di nuova impresa. 

In questo scenario, saranno centrali le residenze socioassistenziali (RSA) che ad oggi offrono circa 300mila posti letto a fronte di una domanda di circa 550mila. Considerando poi che nell’ultimo triennio la crescita è stata di circa 4.400 posti letto all’anno, nel lungo periodo la richiesta potrebbe essere il doppio di quella attuale. Resta chiaro però che l’adeguamento numerico alle richieste dovrà andare di pari passo al miglioramento dei centri di cura: le costruzioni dovranno essere aperte e a disposizione del territorio, offrendo accanto al servizio residenziale quello poliambulatoriale, l’assistenza domiciliare e i mini-alloggi, per consentire ai pazienti di vivere in luoghi simili a delle vere abitazioni, con la possibilità di socializzazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: salute
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