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Presentate le cinque idee innovative premiate nell’edizione 2017 del bando promosso dalla Fondazione Unipolis

Culturability, la rigenerazione si fa se ha un impatto sociale

di Milena Rettondini | pubblicato: 29/11/2017
"Vogliamo portare questi luoghi abbandonati al centro di dinamiche di sviluppo territoriale e di nuovi processi culturali in grado di rinvigorire il tessuto sociale della città"
Carlo Roccafiorita
Culturability, la rigenerazione si fa se ha un impatto sociale
"Vogliamo portare questi luoghi abbandonati al centro di dinamiche di sviluppo territoriale e di nuovi processi culturali in grado di rinvigorire il tessuto sociale della città"
Carlo Roccafiorita

“Il secolo scorso è stato quello dei centri storici, questo che stiamo vivendo è invece quello delle periferie, nuovi spazi della vita cittadina, in cui ognuno di noi deve sforzarsi per trovare e promuovere la bellezza che si nasconde in questi luoghi”. Dario Franceschini in occasione della presentazione dei progetti vincitori del quarto bando culturability pone l’accento ancora una volta sull’importanza della rigenerazione urbana che parte dal basso. Un fenomeno che secondo il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, è ancora più importante quando parte dai giovani, protagonisti dell'iniziativa promossa dalla Fondazione Unipolis e realizzata in collaborazione con la Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Mibact e in partnership con Fondazione Fitzcarraldo e Avanzi/Make a Cube. Tra le oltre 420 proposte che hanno partecipato, sono state scelte cinque idee innovative e ad alto impatto sociale, premiate con un contributo economico di 50mila euro ciascuna, insieme alla possibilità in parallelo di prendere parte a un percorso di accompagnamento e mentoring. 

C’è una rigenerazione che guarda al recupero del territorio. È il caso di Evocava, Museo evocativo delle cave, la prima delle cinque proposte che si sono distinte quest’anno, presentata dalla Cooperativa Officina Periferica di Mazara del Vallo. Il progetto coinvolge quattro cave diverse, la più antica risalente al 1344, per un totale di 30mila mq, dove è prevista la creazione di un museo che evochi la Mazara sotterranea e l’attivazione di itinerari turistici che promuovano il patrimonio attraverso visite guidate. “Vogliamo portare questi luoghi al centro di dinamiche di sviluppo territoriale e di nuovi processi culturali in grado di rinvigorire il tessuto sociale della città - ha spiegato Carlo Roccafiorita di Periferica -. Il nostro obiettivo è riconvertire entro il 2020 almeno il 10% del patrimonio totale”. 

C’è poi la rigenerazione che punta innanzitutto a coinvolgere i cittadini in processi di produzione culturale. FaRo, Fabbrica dei saperi a Rosarno è la seconda proposta che ha conquistato la commissione. Promosso dal gruppo di lavoro A di Città, il progetto punta a trasformare l’edificio che attualmente ospita la biblioteca comunale, seguendo tre passaggi: implementando con nuovo materiale la struttura, rendendo l’edificio un luogo dove poter incontrare persone e non solo consultare libri, e infine creare un’area di produzione, una fabbrica dei saperi appunto, dove produrre contenuti editoriali. “Il motore di questo nuovo hub sono i laboratori di co-progettazione, dove i cittadini passano da fruitori a produttori - ha spiegato Ettore Guerriero, tra i ragazzi promotori dell’iniziativa - il nostro obiettivo è quello di sperimentare nuovi linguaggi, per generare un valore sociale ed economico”.

L’asilo Mezzi senza fine, è il nome del progetto portato avanti da un gruppo di artisti, attivisti e ricercatori all’interno di un ex convento del 500 nel cuore di Napoli, occupato dal 2012 e regolarmente riconosciuto solo nel 2015. L’area dello stabile coinvolta nel bando Culturability è quella del refettorio, uno spazio di 300 mq che verrà trasformato nella sala attrezzata per la danza e le arti performative più grande della città e della Campania fruibile 24 ore su 24, sette giorni su sette.  

Con Lottozero la riqualificazione degli spazi valorizza la storia industriale e produttiva del territorio. L’iniziativa promossa dall’associazione omonima al progetto, nasce all’interno di un vecchio magazzino abbandonato, noto come “macrolottozero”, a Prato, “uno dei più grandi distretti tessili al mondo – come hanno spiegato le tre ragazze che compongono il team -. Ci siamo accorte che nella nostra città mancavano spazi per giovani artisti e designer e così abbiamo deciso di investire in questo nuovo hub, che oggi conta uno spazio espositivo, aree dedicate al coworking, laboratori tessili e uffici. In futuro – continuano – speriamo di riuscire a diventare un vero e proprio incubatore, in grado di accorpare nuovi talenti”.

E ancora, a Bologna, c’è la rigenerazione attenta all’integrazione sociale con Met, la Meticceria Extrartistica Trasversale, un luogo nato come parte integrante di un supermercato nel cuore del quartiere Navile di Bologna e che la compagnia teatrale Cantieri Meticci ha trasformato in un luogo di incontro tra cittadini, migranti e artisti. Nei prossimi mesi verrà creata Met l’Accademia di Arti&Mestieri che promuoverà corsi aperti a tutti per sviluppare competenze in diversi ambiti culturali, dalla sartoria a videomaking. 

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Tag: città; cultura; spazi pubblici
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