Ambrogio Prezioso (Industriali Napoli): Pubblico e privato a Napoli facciano rete come si è fatto a Milano per Expo 2015

Bagnoli, il bilancio della rigenerazione dell’ex polo siderurgico napoletano

di Paola Pierotti | pubblicato: 26/04/2017
"Il Parco dello Sport a Bagnoli consiste in tre crateri su trentacinque ettari, realizzato al 90%, oggi semidistrutto dopo il fallimento della società committente"
Massimo Pica Ciamarra
Bagnoli, il bilancio della rigenerazione dell’ex polo siderurgico napoletano
"Il Parco dello Sport a Bagnoli consiste in tre crateri su trentacinque ettari, realizzato al 90%, oggi semidistrutto dopo il fallimento della società committente"
Massimo Pica Ciamarra

Le vie dello Sviluppo è il titolo del convegno promosso in occasione del centenario dell’Unione Industriali di Napoli. Un’occasione per fare un punto sulle opportunità e i vincoli dei processi di riqualificazione e rigenerazione urbana, con un focus specifico su Bagnoli, “con l’obiettivo di ragionare sull’area vasta per far diventare il Golfo di Pozzuoli, un golfo intelligente”. Ambrogio Prezioso, presidente degli Industriali di Napoli, spiega il senso dell’evento, seconda tappa dopo quella dedicata all’Industria 4.0, sottolineando che le “infrastrutture sono le vie per lo sviluppo ed è necessario integrare le azioni top down con quelle bottom up, facendo rete tra pubblico e privato. Come è stato fatto a Milano con Expo 2015 – ribadisce l’imprenditore – dovremo fare a Napoli. I progetti non mancano, come quelli pubblici recenti legati al nuovo museo Corporea e al Planetario o alla Fab Lab attivata alla Città della Scienza che è un’officina dedicata all’advanced design e alla fabbricazione digitale. Ci sono iniziative turistiche e ricettive – continua Prezioso – che hanno rivalutato siti sul mare con usi alternativi alla cantieristica. Si devono recuperare castelli, dare una nuova vita alle archeologie industriali presenti nell’area”.

Napoli, come fa Venezia con Porto Marghera, guarda con attenzione alla rigenerazione di Bagnoli. Non senza difficoltà si cerca per uno dei più grandi stabilimenti siderurgici europei di impostare una seconda vita in un contesto ampio, cogliendone i significati a scala metropolitana.

La vicenda industriale di Bagnoli ha attraversato l’intero ‘900: solo alla fine del secolo hanno chiuso Cementir, Eternit, Montecatini e Federconsorzi. La dismissione della grande acciaieria è della fine degli anni ’80 ed è stata formalizzata nel 1993. Da allora, un quarto di secolo perso. “L’intelligente impostazione del Preliminare di Piano del 1991 – racconta Massimo Pica Ciamarra, architetto napoletano da anni coinvolto con varie iniziative sulla riconversione del sito - puntava a sostituire l’inattuabile Prg 1972 del Comune di Napoli e inquadrava il territorio comunale nella sua scala ampia: si è dissolta nel periodo di Tangentopoli. Il piano prevedeva la sostanziale conversione dell’area industriale in un grande polo di ricerca, duramente contestato però per gli indici edificatori previsti, ritenuti eccessivi”. Nella realtà questi indici risulteranno incrementati dal successivo studio per la variante generale del Piano Regolatore tesa a realizzare un immenso Parco Urbano. La Variante del Prg ha preso avvio nel 1994 e solo dal giugno 2004 il nuovo Piano è in vigore.

Bagnoli è stato per anni un caso di studio anche internazionale come sono stati Emscher Park nella Ruhr, Leicester e Bath in Inghilterra, Grenoble in Francia. Questi ad esempio erano temi all’attenzione già nei primi anni ’90 su incarico del Ministère de l'Equipement / Ministère de l'Environnement - Secrètariat du Plan Urban di Parigi, per una ricerca dedicata a Ecoville-Europe. All’estero si è passati dalla ricerca al progetto, Napoli ancora attende.

Solo la Fondazione IDIS - Città della Scienza nel 1993 ha acquisito lo stabilimento della Federconsorzi, un'enclave nell’immensa area Italsider, 7 ettari sulla costa. “Il progetto della Città della Scienza, di interesse nazionale e per questo finanziato dal CIPE nel dicembre 1994 – racconta Pica Ciamarra - viene realizzato per fasi grazie a un Accordo di Programma che ne risolve il contrasto con la Variante del PRG che andava delineando un’ottica diversa. In un’area sostanzialmente immobile, Città della Scienza diviene ben presto l’unica realtà, un’iniziativa lungimirante, che immette con forza un sogno apparentemente utopico capace di realizzarsi soprattutto grazie alla forza delle idee”. Nel 2003 ha preso avvio il progetto Corporea che è stato inaugurato solo nel 2016, insieme al grande Planetario 3D. Nel 2013 però un incendio doloso ha distrutto il Museo Vivo, la parte a mare della Città della Scienza, a seguire è stato promosso un concorso internazionale in due fasi, con il sostegno di Inarcassa, ma Regione e Comune divergono sullo sviluppo futuro.

Per Bagnoli nel 2002 il Comune di Napoli aveva creato Bagnolifutura, una società di trasformazione urbana, dichiarata fallita nel 2014. Bagnolifutura doveva procedere alla bonifica dell’area ed attuare il PUA approvato nel 2005 e aveva lanciato alcuni concorsi come quello per il grande parco e per un'area dedicata allo sport. “Quest’ultima – racconta Pica Ciamarra che è il progettitsa – consiste in tre crateri su trentacinque ettari, realizzata al 90%, oggi semidistrutta dopo il fallimento della società committente”.

Con lo “Sblocca Italia” si è tentato il rilancio prevedendo un Commissario di Governo, che è stato nominato dopo un anno e mezzo. In campo c’è ora Invitalia che, oltre ad occuparsi delle bonifiche, ha presentato un nuovo piano “con qualche strana innovazione – commenta Pica Ciamarra - tra cui rendere contigui spiaggia balneabile e porto turistico per yacht di grandi dimensioni o prevedere un edificato lungo la costa arricchito da una serie di piscine, o ancora lo spostamento del Museo vivo della Scienza lontano dal mare”.

Il futuro di Bagnoli è ancora tutto da scrivere e il convegno promosso dagli Industriali accende un faro sulle opportunità in un’ottica di città metropolitana. Napoli in particolare è fra le più grandi in Italia a disporre di un sistema portuale forte, altamente significativo nel Mediterraneo. Un’opportunità locale e nazionale quindi per un progetto ambizioso. “Istituzioni, imprese ed esperti si confronteranno – si legge nella presentazione degli Industriali - con l’obiettivo di arrivare ad un unico modello di Governance per la costruzione di una vera e propria 'Rete delle Reti' in grado di sostenere e rendere competitive, tenendole insieme, filiere produttive e nuove forme di sviluppo ad alto valore aggiunto, accesso a nuovi mercati e sperimentazione di nuovi spazi di imprenditorialità”. 

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Tag: città; industria
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