I costruttori pretendono la chiusura dei cantieri e le parti sociali si mettono in gioco con aiuti concreti

Fermare i cantieri ed essere solidali. Dall’appello dell’Ance, alla concretezza della Cassa edile

di Paola Pierotti | pubblicato: 14/03/2020
"Non ci sono le dotazioni minime. Non è facile oggi dire ad un imprenditore delle costruzioni, dopo 10 anni di crisi, di chiudere i cantieri, ma la situazione è grave"
Gabriele Buia
Fermare i cantieri ed essere solidali. Dall’appello dell’Ance, alla concretezza della Cassa edile
"Non ci sono le dotazioni minime. Non è facile oggi dire ad un imprenditore delle costruzioni, dopo 10 anni di crisi, di chiudere i cantieri, ma la situazione è grave"
Gabriele Buia

“Più volte abbiamo chiesto di rilanciare le infrastrutture, di sbloccare i cantieri, ma oggi abbiamo altre urgenze e non possiamo mettere a rischio la salute dei nostri dipendenti”. Gabriele Buia, presidente ANCE commenta le direttive del Governo che dicono di tenere la distanza di sicurezza o di avere i dispositivi di protezione individuale “ma oggi il mondo delle costruzioni è privo di questi mezzi. Non ci sono le dotazioni minime. Non è facile oggi dire ad un imprenditore delle costruzioni, dopo 10 anni di crisi, di chiudere i cantieri, ma la situazione è grave. Vorremo continuare a produrre ma non si può farlo”. L’Ance lancia un appello al Governo, la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli replica chiedendo a tutte le stazioni appaltanti e all’ANCE stessa una puntuale ricognizione dello stato dei cantieri pubblici. Si attendono di giorno in giorno gli aggiornamenti e le linee guida specifiche per la sicurezza dei lavoratori, intanto secondo la Ministra “non c’è (per ora, ndr) la necessità di chiudere i cantieri e ogni attività volta alla garanzia della sicurezza e della continuità del lavoro sarà direttamente sostenuta dal Ministero”.

“Le maestranze hanno paura, le forniture non arrivano” commentano alcuni imprenditori. “Impossibile mantenere in cantiere la distanza di un metro, e dove possiamo far pranzare o cenare i lavoratori se bar e ristoranti sono chiusi?”. Questioni ordinarie e quotidiane che diventano un’urgenza da gestire con fatica. 

Intanto scatta la solidarietà dallo stesso mondo delle costruzioni: la Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza, fondata nel 1919 dalle Parti Sociali dell’edilizia milanese, Assimpredil ANCE e FENEALUIL, FILCA CSIL, FILLEA CGIL, hanno messo a disposizione di Regione Lombardia il loro complesso immobiliare di Maggio di Cremeno, vicino a Lecco, in qualità di struttura ricettiva per le persone colpite dal COVID 19. E presto scriveranno al presidente della Regione Emilia-Romagna per mettere a disposizione un immobile attrezzato per le colonie, nel comune di Pinarella di Cervia, “affinchè si possano attrezzare per l’emergenza dei malati”. Enrico Vizza, Fenealuil Lombardia, aggiunge “abbiamo deciso di mettere a disposizione anche delle risorse economiche, figlie della contribuzione di imprese e lavoratori, da utilizzare per comprare macchinari e attrezzature oggi indispensabili. La cassa edile di Milano, nata 100 anni fa e che nel 1926 inaugurava un ospedale in via San Luca per i figli dei lavoratori e per i lavoratori stessi – racconta Vizza – si conferma attenta all’assistenza ed è presente in un momento di difficoltà”. Dario Firsech, vice presidente di Assimpredil Ance di Milano, con delega ai rapporti sindacali, spiega che “anche il sistema bilaterale dell’edilizia deve fare la sua parte con le risorse e i mezzi che ha. Per questo si è ritenuto utile, a beneficio della collettività, mettere a disposizione due strutture in Lombardia e in Emilia Romagna, già attrezzate per l’accoglienza con i soggiorni estivi. In questo momento dell’anno sono vuote e possono essere facilmente adattate e rese fruibili. Un primo passo, un segnale anche per altre Regioni: il virus non ha confini e la solidarietà nemmeno”.

In Lombardia nello specifico si tratta di due palazzine di 2.300 mq costruite per accogliere nel periodo estivo i figli dei lavoratori edili, organizzate in camerate con circa 200 posti letto e relativi servizi, fornite di adeguati spazi per la mensa, di una vasta cucina interna professionale, con uno spazio per la lavanderia, oltre ad ampie aree all’aperto immerse nella natura. Sono immobili ben tenuti, in regola rispetto alla normativa antincendio e, quindi, immediatamente impiegabili per esigenze sanitarie, una volta effettuati gli ordinari interventi di ripristino stagionale degli impianti.

Oltre a ciò, Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza effettuerà una donazione del valore di 140mila euro per l’acquisto di dispositivi medici, di attrezzature per le terapie intensive e di qualsiasi altro ausilio utile alle strutture ospedaliere messe a dura prova dalla propagazione esponenziale del Coronavirus. Un impegno concreto da parte della Cassa Edile di Milano, Lodi, Monza e Brianza che opera con lo scopo di garantire ai lavoratori del settore edile forme di assistenza e di previdenza sociale, integrative e compensative delle misure attuate dallo Stato, al fine di migliorarne le condizioni di vita, ed oggi eroga prestazioni assistenziali integrative del reddito a più di 44mila lavoratori e rispettivi familiari aventi diritto e sostiene oltre 7mila imprese del settore.

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