Sarà pronto per il 2018 il polo che ospiterà museo, retail e aree ricreative

Viaggio nel cantiere dell’M9 di Mestre firmato Sauerbruch Hutton

di Redazione PPANthebrief | pubblicato: 27/04/2017
"Sarà un museo Leed Gold con un campo geotermico di 2000 mq con 62 sonde, saranno recuperate le acque meteoriche e in copertura è previsto un importante impianto fotovoltaico"
Guido Guerzoni
Viaggio nel cantiere dell’M9 di Mestre firmato Sauerbruch Hutton
"Sarà un museo Leed Gold con un campo geotermico di 2000 mq con 62 sonde, saranno recuperate le acque meteoriche e in copertura è previsto un importante impianto fotovoltaico"
Guido Guerzoni

Countdown per M9, il polo culturale di nuova concezione voluto dalla Fondazione di Venezia nel cuore di Mestre. La parte strutturale è ormai a buon punto e dopo le fasi di allestimento e collaudo, l’inaugurazione è prevista per fine 2018. L’edificio dell’ex convento (utilizzato anche come distretto militare), la cui origine si colloca tra la fine del ’500 e i primi del ’600, è stato sottoposto a un’attenta opera di ristrutturazione e sarà consegnato entro l’estate del 2017. Il complesso museale di nuova costruzione, invece, sede delle sezioni espositive, ha raggiunto il terzo e ultimo piano.

Con qualche anno di ritardo ma con passo spedito ora, l’M9 punta a diventare un’istituzione culturale in cui si concentrano qualità architettonica, servizi innovativi e nuovi spazi collettivi. Mix di funzioni con parti espositive, aree retail e ricreative per un’operazione da 100 milioni di euro. “L’iconicità dell’edificio, la sua impronta ecologica, i materiali usati, l’efficienza gestionale, la compatibilità ambientale, le connessioni urbanistiche, i collegamenti vari, la vicinanza ai servizi sono elementi che entrano con forza nella progettazione” sintetizzano da Fondazione di Venezia. 

Il cantiere è stato aperto eccezionalmente per una visita alla stampa e nell’ex convento si può apprezzare la posa della pavimentazione in trachite del chiostro, mentre “a breve – raccontano gli architetti dello studio Sauerbruch Hutton - inizierà la realizzazione della struttura di copertura di questo spazio, che sarà restituito alla mobilità pedonale attraverso quattro vie di accesso. La copertura sarà realizzata con dei pilastri snelli, con una membrana – spiegano - che non toccherà le pareti dell’ex convento, ma come un grande ombrello proteggerà dalla pioggia e migliorerà l’acustica dello spazio (che ospiterà fino a 500 persone), in modo tale da renderlo fruibile per dibattiti, concerti o mercatini”. Già entro l’estate si prevede di riaprire al transito pedonale il sottoportico di via Poerio.

L’ex convento era in stato di abbandono dal 1999 e Polymnia (società strumentale della Fondazione di Venezia) l’ha acquisito con lo scopo di farne un hub con un mix di funzioni nel cuore della città. A piano terra, direttamente collegato con la strada sono previste attività commerciali, al secondo piano sarà allestita una food court. 

Il Museo sarà allestito nell’edificio di nuova costruzione. Il primo e il secondo piano saranno dedicati all’esposizione permanente sul ’900, mentre i successivi livelli a quelle temporanee. “In queste settimane – raccontano in cantiere - si sta procedendo alla realizzazione delle murature del terzo piano, concentrate solo nelle parti perimetrali. Il terzo piano, infatti, sarà caratterizzato dall’assenza di pilastri per garantire la massima flessibilità nei futuri allestimenti”.
Garanzia di sostenibilità con una certificazione Leed Gold per il museo, certificato core&shell per l’area in corso di riqualificazione. “Abbiamo realizzato un campo geotermico di 2000 mq con 62 sonde, il più grande mai fatto in un museo in Italia – spiega Guido Guerzoni, Consigliere Polymnia Venezia delegato agli allestimenti museali – saranno recuperate le acque meteoriche e in copertura è previsto un importante impianto fotovoltaico”.

Architettura colorata, in stile Sauerbruch Hutton, con “ceramiche rosse, beige e bianche che come grandi pixel serviranno per alleggerire la struttura del nuovo volume, cieco per poter contenere le opere museali. Internamente – spiegano i progettisti – i primi due piani del museo si presenteranno come delle black box, scatole nere, scure, mentre l’ultimo livello sarà tinteggiato di bianco con un pavimento rivestito in legno”. 

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Tag: città; masterplanning; spazi pubblici; uffici
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