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Classe ’71, spagnola, impegnata nella sperimentazione dei materiali tradizionali

Elisa Valero trionfa nella sesta edizione dello Swiss Architectural Award

di Francesco Fantera | pubblicato: 01/08/2018
“Credo che l’opera di un progettista sia essenzialmente un servizio rivolto a rendere più gradevole la vita delle persone, vocazione tesa a rendere il mondo più bello e umano, e la società più giusta”
Elisa Valero
Elisa Valero trionfa nella sesta edizione dello Swiss Architectural Award
“Credo che l’opera di un progettista sia essenzialmente un servizio rivolto a rendere più gradevole la vita delle persone, vocazione tesa a rendere il mondo più bello e umano, e la società più giusta”
Elisa Valero

“Nell’architettura non c’è posto per i nostalgici: è un lavoro per ribelli”. Così descrive il proprio lavoro Elisa Valero, classe 1971, vincitrice della sesta edizione dello Swiss Architectural Award che le ha garantito un premio di oltre 85mila euro. La cerimonia di consegna si svolgerà il prossimo 15 novembre all’Accademia di architettura di Mendrisio, Università della Svizzera Italiana.

Tre le opere disegnate dalla professionista spagnola e che le hanno permesso di vincere: l’edificio scolastico “Cerrillo de Maracena” (2013-2014), otto residenze sperimentali (2015-2016) e una chiesa a Playa Granada (2015-2016). Ciascuno dei tre edifici presenta caratteristiche comuni, come l’utilizzo del calcestruzzo e l’attenzione alla riduzione dei consumi, declinate secondo la realtà nella quale si colloca l’opera. La volumetria della scuola, ad esempio, è stata ampliata per dar vita ad uno spazio polifunzionale e ad una scala d’emergenza. In soli due mesi, grazie anche all’utilizzo dell’innovativo sistema Elesdopa (doppia parete in cemento armato divisa al suo interno da uno strato isolante), i 250 alunni dell’istituto hanno visto prendere vita uno spazio prima assente, reso vivo dall’utilizzo della luce naturale che filtra attraverso degli oblò che si aprono sulle pareti. Protagonista l’illuminazione anche nel caso della chiesa a Playa Granada. Qui la progettista ha deciso di ricalcare la tradizione dei primi templi cristiani dove la luce ricopriva un ruolo essenziale sia funzionale che immateriale. L’attenzione al risparmio energetico e allo studio dei dettagli non manca neppure nelle otto abitazioni sperimentali realizzate nel centro di Granada. L’utilizzo di calcestruzzo, e un giusto orientamento, hanno permesso di ridurre quasi a zero i costi per il condizionamento degli ambienti.

Nata a Ciudad Real, Elisa Valero Ramos si è laureata nel 1996 alla ETSA (Escuela Tecnica Superior de Arquitectura) di Valladolid. Nel suo percorso accademico c’è anche l’Italia poiché dopo aver conseguito il dottorato presso la ETSA di Granada nel 2001, nel 2003 ha vinto una borsa all’Accademia di Spagna a Roma. Autrice di cinque pubblicazioni monografiche, è stata critica e docente in numerose facoltà di architettura europee, oltre che alla UNAM di Città del Messico. Attualmente insegna progettazione presso la ETSA di Granada.

Fra tutti i progetti presentati per il premio, i suoi sono stati giudicati i migliori all’unanimità. “La sua architettura – si legge nella motivazione della Giuria presieduta da Mario Botta – è animata da un tenace impegno personale e da una ricerca originale sugli aspetti costruttivi che le consentono, ricorrendo a risorse limitate, di rispondere alle condizioni posta dai programmi funzionali sublimandole in spazi di grande qualità”.

“In un momento in cui la nostra cultura è caratterizzata da un rumore di fondo incredibilmente forte – ha sottolineato la Valero parlando del proprio lavoro –, ho scelto di praticare un’architettura che opera in silenzio, serenamente e senza attrarre l’attenzione su di sé. Mi interessano gli spazi della vita, il paesaggio, la sostenibilità, la precisione e l’economia dei mezzi espressivi. E benché non sia più di moda parlarne in questi termini – continua la Valero – credo che l’opera di un progettista sia essenzialmente un servizio rivolto a rendere più gradevole la vita delle persone. Una nobile vocazione tesa a rendere il mondo più bello e umano, e la società più giusta”.

Lo Swiss Architectural Award è stato istituito nel 2008 con l’obiettivo di promuovere un’architettura attenta alle questioni etiche, estetiche ed ecologiche contemporanee, ma anche per favorire un dibattito pubblico sulle sue potenzialità. La sesta edizione del premio, a cadenza biennale, è stata promossa con il sostegno della Fondazione Teatro dell’architettura e della Fondazione per le Facoltà di Lugano dell’Università Svizzera italiana.

Questa edizione sarà ricordata non solo per il maggior numero di candidati registrato per la manifestazione, 32 professionisti provenienti da 19 Paesi diversi, ma anche per l’alto livello qualitativo raggiunto da tutti i partecipanti. I lavori che sono stati presentati saranno visibili fino al 23 dicembre presso l’Accademia di Mendrisio.

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Tag: città; culto; spazi pubblici
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