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A Torino il settore pubblico ha portato i servizi svolti online dall’8% pre-crisi al 60% di oggi

Smart working e digitalizzazione, professionisti e PA a confronto

di Francesco Fantera | pubblicato: 24/03/2020
«Per la digitalizzazione in 15 giorni abbiamo fatto praticamente più degli ultimi 15 anni»
Pierfrancesco Maran
Smart working e digitalizzazione, professionisti e PA a confronto
«Per la digitalizzazione in 15 giorni abbiamo fatto praticamente più degli ultimi 15 anni»
Pierfrancesco Maran

A quattordici giorni dal primo decreto del Governo che ha posto in lock down tutto il territorio italiano nel tentativo di contrastare l’avanzata del Covid-19, la sera del 22 marzo è arrivata sulla Gazzetta Ufficiale una nuova stretta volta a limitare ancor di più gli spostamenti e le attività produttive. Coinvolti anche gli studi professionali che però, ad eccezione di alcune porzioni circoscritte del territorio nazionale come la Regione Lombardia, non saranno costretti a sospendere le proprie funzioni, ma a limitare allo stretto necessario ogni tipo di movimento e mansione lavorativa svolta non in modalità smart working. Novità anche per quanto riguarda i cantieri edili, che sono stati parzialmente bloccati ad eccezione di quelli compresi nelle categorie identificate dai codici ATECO 42 e ATECO 43.2.

La nuova norma, prodotta per salvaguardare la salute dei cittadini, per il mondo della progettazione si traduce in una spinta a riorganizzare le proprie attività, approfittando delle tante possibilità garantite dalla digitalizzazione. E proprio su questo tema si è concentrata la tavola rotonda virtuale promossa da Maggioli Formazione (Maggioli Editore). Il webinar, moderato da Chiara Tonelli, professoressa di architettura dell'Università di Roma Tre, ha affrontato da un lato le difficoltà e le soluzioni individuate dai professionisti per conciliare le proprie esigenze con quelle di committenti e collaboratori, dall’altro l’approccio della PA, costretta ad accelerare i tempi del processo di digitalizzazione.

Le opportunità. La situazione in continua evoluzione «va vista su due livelli» ha raccontato Andrea Barocci, socio fondatore dello studio “Ingegneria delle strutture” e consulente area tecnica del Gruppo Maggioli. «Il primo è quello del professionista nello studio, il secondo invece del rapporto con l’esterno. Internamente ci sono tanti strumenti che permettono una gestione fluida anche se si lavora in luoghi differenti. Con l’esterno, e in particolare con la PA, personalmente ho notato che paradossalmente la relazione è più facile perché anche le piccole Amministrazioni sono costrette ad abbandonare obblighi come la consegna di documentazione cartacea».

La digitalizzazione. L’uso del BIM, la cui adozione è stata scandita da un decreto firmato a fine 2017 dall’allora Ministro Graziano Delrio, potrebbe ricoprire un ruolo cruciale in quanto chi ha già provveduto ad implementarlo fra gli strumenti del proprio studio, ha necessariamente affrontato un processo di transizione a modalità lavorative basate sulla condivisione in cloud dei dati. «Visto il contesto lavorativo attuale – ha sottolineato Edoardo Accettulli, direttore generale di Anafyo – potrebbe essere il momento giusto del BIM. Infatti si potrebbe approfittare di questa circostanza per organizzare sessioni di formazione a distanza in modo da renderlo più familiare ai tanti professionisti che ne hanno sentito parlare, ma che ancora non l’hanno fatto proprio».

La PA. In una situazione di crisi come quella attuale, come si sta comportando la macchina amministrativa? «Dall’analisi del settore pubblico – ha spiegato Cristina Vaccaro (commissione urbanistica Antel e tecnico del Comune di Torino) – emerge che ci sono realtà più piccole che si stanno potenziando e altre più grandi che stanno già offrendo numerosi servizi in remoto. Laddove si riscontrano difficoltà economiche necessarie all’aggiornamento di staff e software, rimane utile l’utilizzo degli incentivi previsti dalla cosiddetta “legge Merloni” e rimodulati nelle successive normative in tema di progettazione. Questa condizione può essere trasformata in una grande opportunità, andando a velocizzare le tempistiche potenzialmente decennali. Per fare un esempio concreto – ha proseguito la Vaccaro – a Torino siamo passati dall’8% di mansioni svolte online prima dell’emergenza Covid-19, al 48% la scorsa settimana, fino ad arrivare al 60% oggi. C’è uno sforzo in atto, un tentativo di continuare a fornire tutti i servizi».

Esplicative del balzo in avanti verso la digitalizzazione della PA le parole scritte sul proprio profilo Facebook da Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura del Comune di Milano. «Per la digitalizzazione in 15 giorni abbiamo fatto praticamente più degli ultimi 15 anni. Da lunedì tutte le pratiche edilizie e le integrazioni si fanno solo online. Abbiamo ancora alcune limitazioni tecniche, però abbiamo raggiunto un obiettivo importante cui stavamo lavorando da tempo e che, senza questa crisi, avrebbe richiesto ancora un po'». Quando torneremo alla normalità «la nostra vita sarà diversa, avremo tante difficoltà da affrontare, ma potremo anche valorizzare modalità di lavoro che abbiamo accelerato in questi giorni complicati. Gli uffici di Via Bernina nei prossimi giorni saranno chiusi al pubblico, ma i servizi aperti».

Concorsi. Il ruolo dell’architettura nel disegnare le città del futuro è un altro tema centrale, a maggior ragione «in questo momento in cui tutto sta cambiando» ha ricordato Silvia Minutolo, associato dello studio Archisbang e membro del consiglio direttivo In/Arch Piemonte. «Come istituto culturale legato al mondo della progettazione, stiamo cercando di essere un hub di dialogo su temi attuali come lo smart working e la digitalizzazione, ma anche su altri che traguardano il prossimo futuro come il ripensamento della città e come questo si traduce sul territorio. In questo senso ricoprono un ruolo importante i concorsi. E proprio dalle gare si può trarre un insegnamento importante nel contesto odierno. Da qualche anno si sta diffondendo la pratica di utilizzare piattaforme telematiche per la gestione delle gare. Una pratica che, ad oggi, potrebbe essere ulteriormente potenziata».

A questo proposito nei giorni scorsi è intervenuto Gianni Massa, vice-presidente CNI facendo un appello alle committenze a «non prorogare a data da destinarsi eventuali consegne che riguardino il mondo della progettazione. La tecnologia sta consentendo di proseguire con le attività, pertanto tutti gli affidamenti di progettazione possono proseguire. “Le gare si possono fare in modalità smartworking e anche i sopralluoghi – ha commentato Massa – con qualche accortezza si potrebbero benissimo fare da remoto, girando dei video con degli smartphone e caricandoli su una piattaforma condivisa». 

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Tag: città
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