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Fatturato e addetti in aumento, ma atomizzazione delle imprese eccessiva

Scenari Immobiliari: edilizia stabile e (con la digitalizzazione) servizi immobiliari in crescita

di Francesco Fantera | pubblicato: 05/02/2020
«Il comparto dimostra ancora ampi spazi di crescita, sia per quanto riguarda le aree geografiche, che per la tipologia di mercato»
Mario Breglia
Scenari Immobiliari: edilizia stabile e (con la digitalizzazione) servizi immobiliari in crescita
«Il comparto dimostra ancora ampi spazi di crescita, sia per quanto riguarda le aree geografiche, che per la tipologia di mercato»
Mario Breglia

«Nel contesto europeo l’Italia è il Paese dove le attività immobiliari, intese come costruzione, sviluppo e gestione dei manufatti edilizi, pesano di più sul Pil». A sottolinearlo Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, in apertura del convegno organizzato dall’istituto indipendente per presentare il rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari in Europa e in Italia. Un dato importante quello della rilevanza del comparto sullo scenario economico nazionale, ancor di più se si considera la parabola che da anni sta affrontando il mondo dell’edilizia. Problema che non si pone, invece, per l’industria dei servizi legati al costruito. Nel 2019 il fatturato in Italia ha raggiunto i 43 miliardi di euro, un incremento del 5% su base annua. Dato, questo, decisamente superiore rispetto alla media dei cinque grandi Paesi europei (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna e Italia) che nel 2019 si è attestata all’1,2% per un totale di 385 miliardi. E a livello continentale? Il peso del settore è di 480 miliardi di euro.

«Il comparto dei servizi immobiliari dimostra ancora ampi spazi di crescita, sia per quanto riguarda le aree geografiche, che per la tipologia di mercato» ha evidenziato Breglia. «In sostanza prosegue il cammino sul percorso di aggregazione iniziato negli scorsi anni, con importanti operazioni di consolidamento. Nel frattempo il mondo delle costruzioni è sostanzialmente stabile, con un peso stimato pari al 4,2% del nostro Pil che ci colloca all’ultimo gradino della classifica dei principali player europei. Discorso opposto per i servizi immobiliari che, con il 2,8% del Pil, ci pone in testa al gruppo».

Focus Italia. Nel Belpaese l’intera filiera dei servizi immobiliari, dalla progettazione alla vendita, supera i 500mila addetti (315mila diretti e 201mila indiretti), con una crescita quinquennale pari al 15,8%. Per quanto riguarda il numero di aziende (251mila), invece, al pari di settori come quello della progettazione, il mercato nostrano si conferma il più atomizzato d’Europa. Un dato che evidenzia la strutturazione inferiore del real estate rispetto ad altri comparti produttivi. Molte, infatti, le società individuali o a conduzione familiare. Un elemento negativo se si considera la minore capacità competitiva rispetto a realtà come quelle britanniche che contano sei addetti in media, molto di più rispetto al dato italiano (1,3).

Quale l’impatto dell’innovazione sul comparto? «I cambiamenti che sta vivendo il settore immobiliare – ha spiegato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – derivano principalmente dall’impatto che le nuove tecnologie stanno avendo sulle diverse fasi del ciclo di vita degli immobili. La digitalizzazione sta modificando il modo in cui gli edifici si progettano, si costruiscono, si utilizzano e si gestiscono, e di conseguenza tutti gli ambiti che compongono i servizi immobiliari devono adattarsi a questo nuovo ambiente».

Focus Europa. Sotto il profilo economico è in Germania che si trova il mercato europeo più importante, mentre la Spagna si muove sulla scia dell’Italia. La Francia, invece, si trova in posizione intermedia e sta vivendo una contrazione del fatturato. Nonostante ciò, quello transalpino è il secondo più produttivo per fatturato medio per occupato (257mila euro), subito dietro a quello tedesco (273mila euro). Il documento, realizzato con il supporto di un nutrito gruppo di società di servizi italiane (Abaco Team, Agire Gruppo IPI, BNP Paribas Real Estate, CDP, Coima, Cushman & Wakefield, Generali Real Estate, GVA Redilco, Revalo, Rina Prime Value Services, Sidief, Yard), si sposta poi sul numero di addetti. Sommando quelli attivi nei cinque Paesi europei analizzati si arriva a quasi due milioni di occupati diretti (1,3% del totale) e 786mila indiretti.

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Tag: città
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