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Concorso di idee con 273 gruppi promosso con la Fondazione degli Architetti. Due le tendenze alternative: pezzo unico o riproduzione “in serie”

Scelto il progetto di Demogo per il bivacco a +2660 metri sulle Dolomiti bellunesi

di Paola Pierotti | pubblicato: 21/03/2015
"Verranno ricercati finanziamenti europei, nazionali, regionali o locali, ma verrà aperta anche una sottoscrizione rivolta ai privati per il cofinanziamento a fronte di un'opera innovativa inserita in uno straordinario contesto"
Francesca Bogo
Scelto il progetto di Demogo per il bivacco a +2660 metri sulle Dolomiti bellunesi
"Verranno ricercati finanziamenti europei, nazionali, regionali o locali, ma verrà aperta anche una sottoscrizione rivolta ai privati per il cofinanziamento a fronte di un'opera innovativa inserita in uno straordinario contesto"
Francesca Bogo

Simone Gobbo, Alberto Mottola e Davide De Marchi hanno vinto il concorso di idee promosso dal Cai di Auronzo per la ricostruzione del Bivacco Fratelli Fanton sulle Marmarole, nel comune di Auronzo di Cadore da realizzarsi ad una quota di 2660 metri. Tra 273 gruppi partecipanti al concorso, lo studio Demogo di Treviso ha vinto il primo premio rispondendo in modo innovativo e affascinante alla proposta della Fondazione Architettura Belluno Dolomiti volta all'individuazione di un'idea derivante dall'approfondimento della contemporanea concezione del bivacco ad opera di progettisti qualificati.

"Questo concorso ha offerto la conferma che il tema del bivacco, a dispetto dei grandi vincoli (spaziali come economici) imposti, è foriero di un'ampissima gamma di sviluppi e declinazioni possibili. Al termine di questa esperienza possiamo confermare che il concorso è stata un'ottima “palestra di sperimentazione” di linguaggi, soluzioni spaziali, sistemi costruttivi e tecnologici, ragionamenti sul paesaggio". Così Francesca Bogo, presidente della Fondazione Architettura Belluno Dolomiti, ha descritto i risultati dell'operazione evidenziando che sono emersi due approcci progettuali prevalenti. "Da un lato ci sono molti professionisti che hanno lavorato sulla specificità del sito e dunque sull'unicità del contesto, alla ricerca della massima integrazione ambientale. Dall'altra - spiega l'architetto Bogo - ci sono coloro che hanno lavorato sull'astrazione dagli specifici dati dell'intorno; ovvero sulla messa a punto di una soluzione standardizzabile, universale”. Su questo secondo filone si colloca la storia dei bivacchi, replicati ovunque sulla base di un modello addirittura brevettato (prima il “tipo Ravelli”, a 4 posti letto in circa 4 metri quadri; poi il “tipo Apollonio”, a 9 posti in circa 6 metri quadri). Due le alternative: pezzo unico o riproduzione “in serie”.

"Crediamo che la soluzione vincitrice sviluppata dallo studio Demogo tenga bene insieme queste due anime, si presenta come volume facilmente riproducibile ma è anche strettamente legato al sito d'impianto; anzi, addirittura, configura l'organizzazione dello spazio interno in funzione della pendenza" commenta la giuria.

Il progetto vincitore si caratterizza per un volume sbozzato dalla natura adagiato sul crinale, un'architettura che si distingue per un profilo inclinato in grado di adattarsi all’orografia della Forcella Marmarole. Questa particolare sezione ha una forte valenza anche nella spazialità interna.

"Altra discriminante attentamente valutata è stata la fattibilità dell'opera: si è scelto infatti di individuare la soluzione che meglio contemperasse esigenze di rappresentatività (riconoscibilità), contenimento dei volumi, minimizzazione dell'impatto dell'attacco a terra, praticità di assemblaggio (ma anche di eventuale disassemblaggio!), innovazione tecnologica a costi comunque contenuti" ha aggiunto Francesca Bogo. Escludendo gli eccessi (soprattutto verso l'alto, sia dal punto di vista dei costi che della costruibilità), la giuria ha così incentivato la ricerca architettonica premiando "una soluzione che certamente richiederà qualche approfondimento e che permetterà anche di fare un piccolo passo in avanti alla conoscenza e all'esperienza sul piano degli esiti. Per spostare un po' oltre le frontiere del possibile, senza perdere di vista la ragionevolezza. Termine, quest'ultimo, che preferiamo all'abusato sostenibilità”.

Il concorso segna l'inizio del processo: il passaggio successivo sarà dato infatti dall'affidamento dell'incarico per la progettazione definitiva-esecutiva del nuovo bivacco ed il contemporaneo avvio della raccolta fondi per la realizzazione dell'opera. "In primis verranno ricercati finanziamenti europei, nazionali, regionali o locali ma contemporaneamente - aggiunge il presidente Bogo - verrà aperta una sottoscrizione rivolta ai privati in quanto sono giunte molteplici attestazioni di stima nei confronti dell'iniziativa con impegni al cofinanziamento a fronte di un'opera innovativa inserita in uno straordinario contesto".

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