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Nuovo hub per cibo, moda e design. Dieci mesi di progetto e 14 di cantiere per l’iniziativa di Promos

Riuso e industrializzazione per il nuovo Scalo Milano griffato Metrogramma

di Paola Pierotti | pubblicato: 19/08/2016
Scalo Milano City Style
Centro Commerciale
Dove si trova:
locate di triulzi (mi)
via Milano, 5
Progetto:
metrogramma
via Giovanni Cadolini, 30 - 20137 Mi
Committenza:
promos
piazza San Carlo, 2 -20120 Mi
Demoliti gli edifici della fabbrica preesistente, l’ex Saiwa e una storica cartiera, 42mila mq di inerti sono stati riusati nel cantiere coordinato da Unieco.
Riuso e industrializzazione per il nuovo Scalo Milano griffato Metrogramma
Demoliti gli edifici della fabbrica preesistente, l’ex Saiwa e una storica cartiera, 42mila mq di inerti sono stati riusati nel cantiere coordinato da Unieco.

Alle porte di Milano, nel comune di Locate di Triulzi, faranno scalo le novità della moda, dell’enogastronomia e del design: le eccellenze italiane saranno in vetrina in un unico hub che sarà pronto nel prossimo autunno. Dieci mesi di progetto e 14 di cantiere per l’iniziativa promossa da Promos, leader italiano per la costruzione di grandi progetti commerciali, con il supporto dello studio Metrogramma a cui è stata affidata la guida artistica per “vestire architettonicamente” l’impianto strutturale base disegnato da Cotefa.ingegneri&architetti.

Riuso e industrializzazione. Demoliti gli edifici della fabbrica preesistente, l’ex Saiwa e una storica cartiera, 42mila mq di inerti sono stati riusati nel cantiere coordinato da Unieco di Reggio Emilia che è il general contractor dell’operazione con un incarico da 70milioni di euro. “Abbiamo vestito di pelli innovative i volumi asciutti delle fabbriche” spiegano gli architetti, ed ecco che sul fronte dell’industrializzazione si sono distinte, tra le altre aziende, la Gualini che ha fornito 16mila mq di facciate per rivestire l’involucro e la Eurocomponents di Bergamo che ha fornito i servizi igienici per i 140 negozi, portando in cantiere decine di cellule-bagno prefabbricate.

Prima dell’estate erano al lavoro 340 operi e si stima si raggiunga il picco delle 500 unità quando i tenant inizieranno gli allestimenti dei singoli spazi. In un’area di 150mila mq il progetto si estende su una superficie di 60mila mq e il primo lotto di 33mila mq di superficie di vendita sarà pronto per il 27 ottobre 2016. Il nuovo City Hub si chiama Scalo Milano ed è direttamente collegato con il centro del capoluogo lombardo dalla linea ferroviaria, in 20 minuti di tragitto.

“Abbiamo progettato un ambiente urbano dove gli edifici parlano la lingua della contemporaneità, le strade vengono animate da installazioni ed opere d’arte e le piazze si trasformano in teatro per eventi. La fabbrica – spiegano dallo studio Metrogramma, scelto dalla committenza attraverso un concorso ristretto - simbolo di eccellenza e produttività, icona dello spirito imprenditoriale milanese dell’ultimo secolo, è l’immagine di riferimento che ha ispirato Scalo e lì si fonda l’idea di farne un distretto della creatività internazionale”. Camminando lungo i percorsi interni si susseguono volumi dalle forme pulite e geometriche. “Il vocabolario – continuano dallo studio – è quello tipico del paesaggio industriale e produttivo in genere – shed, grandi portali colorati, tetti a timpano e ad arco, facciate in metallo – e rimanda agli scorci che che Gabriele Basilico voleva imprigionare con i sui scatti, e che riporta nel tempo della Milano artigianale e produttiva”.

Il concept lavora sulle piazze dell’impianto distributivo generale trasformandole in salotti urbani: una strategia che mette a sistema i nuclei più rappresentativi delle tre anime di Scalo - food, fashion e design - trasformandoli in lounge metropolitane.

La sperimentazione architettonica gioca sui materiali: si alternano policarbonato, vetro e acciaio. Le piazze e le fontane sono rivestite di marmo. Le facciate colorate sono in vetro retrosmaltato.

L’involucro è un potente strumento di comunicazione. “I boulevard e le vie interne di Scalo sono scene ideali per set cinematografici – commentano da Metrogramma - in cui la fanno da padrone le personalizzazioni e le caratterizzazioni specifiche delle vetrine dei singoli brand. A livello di art direction è un’operazione di alta sartoria: la palette di materiali accosta vetrate variamente riflettenti e colorate, acciai specchianti e metalli cromati sulle tonalità calde dei tramonti”.

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