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La rigenerazione urbana e del paesaggio i temi comuni ai quattro progetti

Proclamati i vincitori del Young Talent Architecture Award

di Federica Maria | pubblicato: 08/10/2020
«Siamo rimasti molto colpiti da come gli studenti non abbiano avuto paura di affrontare questioni importanti come il cambiamento climatico, la migrazione, l'utilizzo dell'acqua, la trasformazione a lungo termine di luoghi e l’analisi di documenti sensibili».
Martine De Maeseneer
Proclamati i vincitori del Young Talent Architecture Award
«Siamo rimasti molto colpiti da come gli studenti non abbiano avuto paura di affrontare questioni importanti come il cambiamento climatico, la migrazione, l'utilizzo dell'acqua, la trasformazione a lungo termine di luoghi e l’analisi di documenti sensibili».
Martine De Maeseneer

La giornata mondiale dell’Architettura e dell’habitat è stata l’occasione per proclamare i vincitori del Young Talent Architecture Award (YTAA), il premio di architettura per giovani progettisti organizzato dalla Fundació Mies van der Rohe con il supporto del programma Europa creativa dell'Unione europea, nell’ambito del Premio di Architettura Contemporanea dell'Unione Europea. Istituito nel 2016 e giunto alla sua terza edizione, lo Ytaa raccoglie progetti di architetti, urbanisti e paesaggisti neolaureati, per favorire l'incontro tra i talenti emergenti e i principali stakeholder del settore in Europa, sviluppando così nuove sinergie tra gli studi di architettura, le aziende e le istituzioni locali.  

Il premio, aperto ai progetti di laurea presentati da studenti delle scuole di tutta Europa, ha visto la partecipazione di 478 studenti e 155 scuole provenienti da 36 diversi paesi. Brasile, Cile e Messico hanno invece preso parte alla competizione in qualità di ospiti.

I progetti vincitori dello YTAA 2020:

“Oasi” di Álvaro Alcázar Del Águila, Eduard Llargués, Roser Garcia, Sergio Sangalli dell’Universitat Politècnica de Catalunya - Barcelona Tech (Spagna). Un progetto di rinaturalizzazione del fiume Llobregat, a Sallent (in Catalogna) che si propone di rafforzare e nobilitare l'identità di un luogo che ha perso le sue radici, e a farlo diventare, attraverso una profonda rigenerazione paesaggistica, una piccola oasi naturale al centro di un'area fortemente trasformata.

“Off the Grid” (Fuori dal radar) di Willem Hubrechts della Faculteit Ingenieurswetenschappen di KU Leuven (Belgio). L’obiettivo è quello di ripensare la relazione tra la gestione dell'acqua, l'urbanizzazione e il ruolo delle comunità locali autogestite sulle Ande in tempi di cambiamento climatico: un fenomeno che compromette l'approvvigionamento idrico per la città di Ayacucho, in Perù.

“Stage for the City” (Un palco per la città) di Monika Marinova della London Metropolitan University di Londra (Regno Unito), un intervento di rigenerazione urbana mirato alla creazione di un nuovo centro civico nella città industriale di Stoke-on-Trent.

“Three places to inhabit the mountain range in the Maule region” (Tre luoghi per abitare la cordigliera nella regione del Maule) di Pía Montero, Maria Jesús Molina e Antonia Ossa della Escuela de Arquitectura della Universidad de Talca (Cile). Si tratta di tre architetture di piccola scala, situate in posizioni strategiche nelle Ande, saldamente legate al territorio e alla cultura locale, che dialogano con la natura circostante: queste sono rispettivamente un rifugio, un luogo termale e un sito commemorativo.

I quattro vincitori, oltre a ricevere un diploma e 5mila euro ciascuno, saranno supportati nella creazione di una rete con gli architetti e i critici coinvolti nell'EU Mies Award, l’European union prize for contemporary architecture. Inoltre, i progettisti potranno aprire un profilo sulla piattaforma World Architects e avranno una fornitura di mobili modulari del brand svizzero USM per organizzare il proprio spazio di lavoro; infine, i loro progetti saranno protagonisti di un una mostra itinerante.

Tre, invece, i progetti vincitori dell’edizione asiatica del premio:

“Yulgok street” (Strade di Yulgok) di JiSoo Kim della Hanyang University School of Architecture di Seoul (Corea del Sud). Una rigenerazione urbana e stradale, nei dintorni del Santuario Jongmyo e del Palazzo Changgyeonggung, a Seoul.

“The Wall” (Il Muro) di Peiquan Ma, Yuan Liu, Jing Cheng, Yuxuan Liang y Zi’ang Li dell’Università di Tianjin (Cina). Un ristorante didattico per bambini nel villaggio rurale di Xiamutang, città di Ji'an, provincia di Jiangxi, in Cina. 

“Mending the gap” (Colmare il divario) di Shreeni Benjamin della CEPT University ad Ahmedabad (India). Si tratta di un progetto di conservazione del paesaggio per l'isola di Aliabet in India, un luogo facilmente soggetto ad alte maree e inondazioni stagionali.

Riguardo ai vincitori e ai partecipanti, Martine De Maeseneer, presidente della giuria, ha commentato: «Siamo rimasti molto colpiti da come gli studenti non abbiano avuto paura di affrontare questioni importanti come il cambiamento climatico, la migrazione, l'utilizzo dell'acqua, la trasformazione a lungo termine di luoghi come siti di scorie nucleari, e l’analisi di documenti sensibili per luoghi di sepoltura e culto religioso».


Foto di copertina e gallery © YTAA 

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