Nelle principali arterie di traffico della Città Metropolitana di Venezia

Porto Marghera entra in città con le gigantografie di Giorgio Bombieri

di Marta Moretti | pubblicato: 26/10/2017
A volte, l’ubicazione dell’immagine apre uno squarcio sul paesaggio retrostante, creando interessanti corrispondenze: una sorta di geotag fisico dei luoghi ritratti
Porto Marghera entra in città con le gigantografie di Giorgio Bombieri
A volte, l’ubicazione dell’immagine apre uno squarcio sul paesaggio retrostante, creando interessanti corrispondenze: una sorta di geotag fisico dei luoghi ritratti

Porto Marghera esce dai propri confini per entrare in città, in occasione delle celebrazioni per il centenario della sua nascita (1917-2017). Sessanta immagini fotografiche di grandi dimensioni, realizzate negli ultimi dodici mesi dal fotografo veneziano Giorgio Bombieri “arredano” le strade principali della terraferma veneziana introducendo i passanti – a piedi, in auto o a bordo dei mezzi pubblici – all’interno della realtà industriale, commerciale e portuale di Porto Marghera.

Un'esposizione open air che utilizza spazi solitamente dedicati alla comunicazione pubblicitaria per portare i cittadini all’interno di aree spesso inaccessibili. Le immagini di Bombieri raccontano infatti i luoghi della produzione e il quartiere urbano di Marghera, e aprono delle finestre su una realtà produttiva dove lavorano quotidianamente oltre diecimila persone nei più svariati settori. Per i più, Porto Marghera è uno skyline familiare che ingombra l’orizzonte con comignoli, gru, navi commerciali ed edifici dall'architettura affascinante, ma solo pochi ne conoscono l’interno.

Il lavoro di documentazione di Giorgio Bombieri permette quindi di vedere “dentro” Porto Marghera, oltre i muri e le barriere fisiche che circondano ampie aree della zona portuale e industriale. Grazie a queste immagini di grande formato, affisse lungo le principali arterie di traffico autostradale, è oggi possibile entrare nei suoi duemila ettari di estensione, tra moli, impianti, chilometri di strade e di ferrovie, e canali marittimi che danno vita ad una complessità urbana di fascino straordinario.

Sino al 15 novembre 2017 e poi ancora in primavera, tra aprile e maggio 2018, 60 immagini (6 metri per 3) si avvicenderanno lungo le principali vie di comunicazione della città. A volte, l’ubicazione dell’immagine apre uno squarcio sul paesaggio retrostante, creando interessanti corrispondenze, come nel caso dei serbatoi della Grandi Molini Italiani, o di alcune residenze del centro urbano di Marghera: una sorta di geotag fisico dei luoghi ritratti. Alcune immagini di Porto Marghera corrono anche pellicolate su bus e vaporetti di linea, quale naturale appendice di Tracce.

Si festeggia il primo centenario. Porto Marghera, la grande area industriale della terraferma veneziana, è nata infatti nel 1917 da un “sogno” di un gruppo di investitori privati che puntavano a trasformare Venezia in una “grande” città, complessa, moderna ed industriale. Il 23 luglio di quell’anno l’allora presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Boselli, il sindaco di Venezia, Filippo Grimani, e il conte Giuseppe Volpi di Misurata, presidente della neonata Società Anonima Porto Industriale di Venezia, firmarono la convenzione per la costruzione di un nuovo porto lungo la gronda lagunare, quale ampliamento della Stazione Marittima di Venezia, costruita pochi decenni prima ma presto insufficiente all’aumento del traffico marittimo, commerciale e industriale. Un porto progettato in modo lungimirante e articolato sin dalle origini in quattro settori: porto e zona industriale, porto commerciale, porticciolo dei petroli e nuovo quartiere urbano residenziale per i lavoratori. Nuove produzioni, legate alle nascenti industrie petrolchimiche e metalmeccaniche, trovarono qui collocazione ideale grazie alla facilità degli accessi via mare, alla presenza di infrastrutture, alla disponibilità di energia elettrica, di manodopera a basso costo proveniente dall’entroterra ancora rurale e ai vantaggi economici e fiscali a sostegno del suo decollo.

Con quest’atto prese quindi avvio la realizzazione del più grande polo industriale e logistico del nord Italia, interrando una parte delle valli lagunari meridionali per costruire fabbriche, banchine portuali, strade e ferrovie che, nel corso degli ultimi decenni, hanno visto chiudere interi cicli produttivi e ridurre l’occupazione. Alla crisi dei settori manifatturieri tradizionali ha infatti fatto fronte lo sviluppo di un’economia “immateriale” basata su terziario e logistica.

Per celebrare l’anniversario di quella che è stata una delle più importanti trasformazioni urbane e sociali del territorio veneziano, è stato messo a punto un ricco programma di iniziative principalmente rivolte alla conoscenza di quello che è stato per molti decenni il motore economico dell’intero Nord-Est e che oggi attraversa un lungo momento di stasi (portomarghera100.it).

Giorgio Bombieri (Venezia, 1970) è fotografo presso il Settore Cultura del Comune di Venezia nonché presso l'Osservatorio Fotografico sulle trasformazioni del territorio, del paesaggio e della società. Ha pubblicato diversi lavori di documentazione, indagine e ricerca e ha esposto in mostre collettive e personali (nonpensareguarda.com).

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Tag: arte; città
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