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Freyrie (Architetti): no formule aritmetiche. Lorusso (Anci): si parametri oggettivi. Zanchini (Legambiente): investire sul progetto

Periferie, 500milioni nella Legge di Stabilità. Le proposte di Architetti, Anci e Legambiente

di Paola Pierotti | pubblicato: 14/01/2016
Periferie, 500milioni nella Legge di Stabilità. Le proposte di Architetti, Anci e Legambiente

“Il bando per la riqualificazione delle periferie che sarà pubblicato il prossimo 31 gennaio valorizzi innanzitutto i progetti di qualità, superi i complicati e farraginosi meccanismi burocratici e, soprattutto, dia vita ad un grande progetto d’investimento di idee sulle città, prevedendo coraggiosi strumenti operativi che consentano di realizzare interventi di vera rigenerazione urbana”. Così il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha commentato le norme previste dalla Legge di Stabilità che predispongono per il 2016 un “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia” (974-976).

“I parametri di selezione dei progetti devono essere necessariamente connessi, come avviene in tutta Europa, ad una strategia precisa e condivisa sulle politiche urbane e sullo sviluppo sostenibile del Paese. Strategia dalla quale – ha commentato Leopoldo Freyrie, presidente degli Architetti - devono discendere i principi di selezione per gli investimenti pubblici e privati che dovranno essere, a loro volta, sostenuti da adeguate e coraggiose incentivazioni”.

“Non possiamo permetterci - conclude- di perdere l’ennesima occasione di avviare un’agenda urbana efficace e di compiere scelte innovative delle quali hanno bisogno le nostre città e i cittadini italiani per poter finalmente realizzare un salto di qualità sotto il profilo della sostenibilità non solo urbanistica ed architettonica, ma anche sociale ed economica”.

A fine anno il governo ha autorizzato una spesa di 500milioni di euro per “interventi urgenti per la rigenerazione di aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento della qualità del decoro urbano, riuso e rifunzionalizzazione delle aree pubbliche e delle strutture edilizie esistenti”. La norma si pone come obiettivi la “sicurezza territoriale”, “la capacità di resilienza urbana”, “il potenziamento delle prestazioni urbane anche in riferimento a mobilità sostenibile, terzo settore, inclusione sociale”.

Anche l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni, si è mossa e ha chiesto un incontro con il Governo (in una lettera inviata al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti) per concertare e definire al meglio i progetti di riqualificazione urbana per Città metropolitane e Comuni capoluogo, realizzabili grazie allo stanziamento del fondo inserito nella Legge di stabilità. “Come Comuni abbiamo richiesto di essere parte del processo in fase di predisposizione del bando – ha dichiarato Stefano Lorusso, assessore all'Urbanistica di Torino e presidente della commissione dell'Anci su Politiche abitative, urbanistica e lavori dell’Anci – anche sulla scorta dell’esperienza fatta recentemente per il bando da 200milioni di euro volti a riqualificare le aree degradate del Paese. Come Anci continuiamo ad esprimere una valutazione positiva rispetto ad un approccio che individua i progetti sulla base di criteri oggettivi e non territoriali. Il metodo impostato su criteri chiari segna una profonda differenza rispetto al passato, è meritocratico e non lascia la discrezionalità ad una commissione”. Se l’ultimo bando da 200milioni è stato rivolto a tutti i comuni da quelli con 50 abitanti a quelli con oltre 2milioni di cittadini, quello previsto dalla Legge di Stabilità sarà mirato ai capoluoghi di provincia e alle città metropolitane, “il vero elemento che fa la differenza sta anche nell’idea – sottolinea Lorusso – di tenere insieme i progetti di infrastrutture con quelli sociali, integrando iniziative per rigenerare realmente le periferie. L’Anci quindi condivide l’impostazione del Governo volta a oggettivizzare le valutazioni e a distribuire le risorse in modo meritocratico. Come associazione dei Comuni ci mettiamo a disposizione – dice Lorusso – per attivarci con le città metropolitane per la definizione dei criteri”.

Contraria la posizione di Legambiente. “Non possono essere i parametri quantitativi a determinare la scelta di un progetto volto alla rigenerazione urbana. Altro elemento che merita attenzione – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – è la scelta di investire su progetti pronti che si tirano fuori dai cassetti. Sarebbe opportuno investire nella progettazione per premiare approcci integrati: almeno metà dei 500milioni dovrebbero essere investiti sul progetto, diventando quindi motore per altri investimenti”.

L’attenzione alle periferie muove dall’intuizione e dalla capacità comunicativa di Renzo Piano che ha lanciato il progetto per il ‘rammendo delle periferie’, avviando progetti che stanno portando a nuovi interventi grazie ai giovani del gruppo G124. I progettisti chiedono pertanto al governo di continuare a mettere al centro il progetto e “per selezionare la fattibilità e la qualità delle iniziative si suggerisce una commissione di esperti in materia, con urbanisti, sociologi, economisti, e non funzionari – commenta Leopoldo Freyrie –. Non può essere una formula aritmetica ad assolvere alla responsabilità politica”.

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Tag: città
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