L’Ordine degli Architetti di Palermo compie 90 anni e celebra la ricorrenza con un evento che guarda al futuro del capoluogo siciliano, accendendo i riflettori sui temi della rigenerazione urbana e sul ruolo della professione, ascoltando i giovani e promettendo opportunità con i concorsi.
Eletta Capitale dei Giovani 2017 e Capitale della Cultura 2018, Palermo con i suoi architetti sceglie di affrontare la tematica della riqualificazione della città, attraverso una tavola rotonda tra esponenti del mondo accademico e dieci giovani architetti. “Un incontro tra generazioni diverse - dichiara il presidente dell’Ordine Francesco Miceli - in un momento importante per Palermo. Con i tanti problemi ancora irrisolti è necessario mettere in campo un’ampia strategia di rigenerazione urbana”. Ospiti della giornata che celebra l’anniversario dell’Ordine che oggi conta 4300 iscritti, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e Giuseppe Capocchin, presidente del Cnappc.
Special guest è l’architetto friulano Stefano Pujatti, fondatore dello studio Elastico, che aprirà la giornata con una lectio magistralis.
Per i 90 anni dell’Ordine i giovani sono protagonisti. Ecco che in occasione dell’evento è stato realizzato un video, “ArchPa. 10 sguardi su Palermo”, che raccoglie le visioni e le proposte di dieci studi palermitani emergenti: Marco Alesi, Pietro Airoldi, Mauro Filippi, Nadia Olga Granà, Sergio Luzi e Salvo Barbaro, Massimiliano Masellis, Pierpaolo Monaco, Lucia Pierro, Silvia Petrucci e Sebastiano Provenzano. A queste si aggiunge la voce dell’ufficio tecnico del Comune Mario Li Castri.
Rigenerazione e concorsi. Dal 2014 Palermo ha iniziato a lavorare sulla rigenerazione della città metropolitana, partendo dalle sue infrastrutture. “Oggi iniziamo a vedere i primi cantieri – racconta Li Castri - dopo un intenso lavoro di ricerca fondi e avendo reperito una somma di 600 milioni. Con queste risorse siamo pronti per bandire i primi concorsi per la rigenerazione della vecchia linea ferroviaria e per la progettazione delle reti di tram e di due grandi scuole a Monreale”.
Temi e modelli di riferimento. “Il 60% dei beni confiscati alla mafia – racconta Massimiliano Masellis di Spazio 123 - risiede nella provincia di Palermo, la riqualificazione dovrebbe iniziare da qui”. I giovani professionisti esplicitano le questioni aperte in città, guardando anche ai modelli europei. “Tra le esperienze che ci hanno colpito di più - dice Sergio Luzio dello studio Luba Architetti - c’è il programma nazionale di rinnovamento urbano in Francia del 2003, che si occupa in maniera sistematica di individuare e progettare le zone urbane sensibili coinvolgendo enti pubblici e privati, creando progetti dal basso partecipati”. A un altro stato europeo si ispira anche Lucia Pierro di Autonome Forme “Palermo deve farsi coraggio, denunciare le situazioni scomode e prendere coscienza del patrimonio. L’Olanda in questo caso può essere un modello per noi: si parla molto di architettura nelle scuole e sui giornali, riuscendo così a creare un dibattito con i cittadini che conoscono e che sono sensibili alla tematica”.
Essere architetto a Palermo? “Una grossa sfida” secondo Nadia Olga Granà, assessore ai lavori pubblici di Monreale. Oltre le numerose difficoltà burocratiche, “essere architetto in questa città significa anche accettare la condizione che il nostro mestiere non sia orientato al fare, ma al rifare - come aggiunge Sebastiano Provenzano - rigenerazione urbana non vuol dire solo fare interventi di grande respiro, ma anche intervenire in piccoli progetti”.
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