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In Piazza Venezia operazione immobiliare in sinergia con la Soprintendenza

Roma, Generali RE restaura e riapre in 14 mesi Palazzo Bonaparte

di Federica Ruggeri | pubblicato: 03/12/2018
“Obiettivo dell’operazione è stato quello di rendere più funzionali gli ambienti, esaltando al tempo stesso tutti gli elementi  architettonici storici e decorativi, nel pieno rispetto del valore del Palazzo”
Flavio Iardino, Generali RE
Roma, Generali RE restaura e riapre in 14 mesi Palazzo Bonaparte
“Obiettivo dell’operazione è stato quello di rendere più funzionali gli ambienti, esaltando al tempo stesso tutti gli elementi  architettonici storici e decorativi, nel pieno rispetto del valore del Palazzo”
Flavio Iardino, Generali RE

A Roma, in Piazza Venezia, Palazzo Bonaparte ha riaperto le sue porte al pubblico dopo un importante intervento di restauro durato di 14 mesi e promosso da Generali Real Estate SGR, gestore dell’immobile e tra i principali asset manager immobiliari italiani. Cinque piani, tre dei quali destinati ad uffici ampi e luminosi, oltre a 400 mq di spazi commerciali, per una superficie di 3mila mq, integralmente rinnovati nel pieno rispetto del patrimonio culturale dell’immobile. 

L’edificio storico e di pregio artistico, costruito tra il 1658 e il 1665 su progetto dell’architetto Giovanni Antonio De Rossi per conto dei marchesi d’Aste, è tornato al suo splendore.

Cuore della dimora che fu di Letizia Bonaparte, madre di Napoleone, che l’acquistò nel 1818 dai marchesi d’Aste e vi abitò fino alla morte, è il primo piano: 700 mq di saloni e stanze decorate con stucchi e affreschi settecenteschi e di epoca più tarda, oltre a pavimenti veneziani e alla statua di Marte pacificatore, copia in gesso dell’originale opera di Canova. Di particolare bellezza il balconcino ad angolo con affaccio su Piazza Venezia, decorato con temi floreali, e l’altana che riporta il nome Bonaparte e da cui si ammira una splendida vista sui principali monumenti di Roma, dai Fori Imperiali all’Altare della Patria fino alla cupola di San Pietro.

La tutela del valore storico e artistico del Palazzo è stata garantita dall’affiancamento costante della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma al team tecnico, formato, oltre che da Generali Real Estate, dallo studio romano Pras, che ha curato il progetto, dalla società Arcadis Italia, che ne ha seguito il project management, con l’impresa D’Adiutorio di Teramo come general contractor.

“Obiettivo dell’operazione - ha spiegato l’architetto Flavio Iardino di Generali Real Estate - è stato quello di rendere più funzionali gli ambienti, esaltando al tempo stesso tutti gli elementi  architettonici storici e decorativi, nel pieno rispetto del valore del Palazzo. Per questo abbiamo mantenuto un dialogo costante con la Soprintendenza, che ci ha guidato in tutte le scelte progettuali.”

Gli spazi, concepiti per soddisfare le esigenze di società ed enti alla ricerca di una sede prestigiosa in cui storia e modernità si armonizzino felicemente, sono caratterizzati da dotazioni tecnologicamente avanzate e altrettanto flessibili, che hanno richiesto l’adozione di soluzioni specifiche e complesse per non interferire con l’estetica del luogo. “La nostra preoccupazione principale nel corso dell’intervento di restauro - ha raccontato Iardino - è stata quella di dare la possibilità ai futuri conduttori di vivere questo immobile godendo della sua bellezza artistica, ma anche avendo a disposizione tecnologie di ultima generazione che preservassero la qualità degli spazi: una sfida difficile, considerando che nell’edificio non è possibile lasciare tracce sulle pareti per far passare canali e inserire interruttori”.

L’edificio è stato oggetto di numerosi interventi nel corso del tempo, il più significativo dei quali è avvenuto tra il 1975 e il 1980, quando Assicurazioni d’Italia, che lo aveva acquistato dopo un periodo in cui versava in stato di abbandono e aveva uso abitativo, decise per un rinnovamento strutturale. Dagli anni ’80 in poi l’edificio è stato condotto in locazione e in anni recenti ha ospitato la sede di RCS, che per esigenze lavorative ha realizzato opere di partizione degli spazi e di controsoffittature che hanno alterato i rapporti volumetrici degli ambienti.

I lavori voluti da Generali Real Estate, avviati in un primo tempo nel settembre 2016 ma effettivamente intrapresi a giugno 2017 e conclusi a ottobre 2018, hanno riguardato sia l’esterno dell’edificio, con la ripulitura delle facciate, sia gli spazi interni, con l’installazione di nuove pavimentazioni, l’illuminazione a Led, gli impianti di climatizzazione, il rifacimento delle pareti e il recupero dei controsoffitti a cassettoni. “La parte più consistente dell’intervento si è concentrata ai tre piani superiori - ha spiegato Iardino - che sono stati sottoposti ad un restauro integrale, ma conservativo, dal punto di vista architettonico ed impiantistico. Grazie al contributo della società Forme, specializzata in restauri artistici, abbiamo recuperato gli originali controsoffitti a cassettoni lignei decorati a colori, che erano stati coperti dalla precedente ristrutturazione. Per quanto riguarda l’impiantistica, l’intervento cammina in una boiserie in legno che contiene la rete LAN e le altre reti privilegiate girando lungo il perimetro di tutte le stanze, senza necessità di forature del muro. Per la climatizzazione degli ambienti, invece, ai piani superiori sono stati realizzati dei canali a vista con scambio di aria calda, fredda e primaria. Abbiamo realizzato interventi evidenti e rimovibili - ha concluso l’architetto - che in futuro potranno essere facilmente individuati e sostituiti da sistemi meno invasivi”.

Il palazzo è pronto. Generali Real Estate ha già avviato la ricerca di tenant per gli spazi.

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Tag: arte; città; cultura; uffici
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