Sicure, accessibili e interconnesse. A Cannes PA e developer a caccia di driver innovativi per rendere competitive le proprie città

Da Bordeaux a Seoul, da Dijon a Istanbul, le città sulla passerella del Mipim 2019

di Andrea Nonni | pubblicato: 30/03/2019
Da Bordeaux a Seoul, da Dijon a Istanbul, le città sulla passerella del Mipim 2019

Magnetic Bordeaux, Just Dijon, Lille Metropole capitale mondiale del design nel 2020. Tre città esempio che attraverso i propri slogan spiegano come al Mipim di Cannes le città si raccontino attraverso originali campagne di comunicazione: investimento creativo e programmatico, di pubbliche amministrazioni e privati, nel cambiare i connotati di realtà che coniugano design e real estate. E poi ancora Istanbul2036, Germancities, invest in Liverpool: le città scendono in campo con visioni di medio-lungo periodo, si alleano con le realtà vicine per essere competitive, di anno in anno spiegano al mondo dove e come si può investire, per partecipare ai progetti di rigenerazione e sviluppo immobiliari più interessanti.

Londra e Parigi, come accade ormai da qualche edizione della kermesse di Cannes, la fanno da padrone con stand di dimensioni importanti e contenuti che tengono il passo con i cantieri portati a termine, affiancati dalle sfide in divenire. Ma nell’edizione del 2019 i fari sono stati puntati anche sull’Egitto e sui paesi del Nord Europa, su città da sempre all’avanguardia in tema di urbanistica come Barcellona o la più lontana Seoul.

Bordeaux ha scelto una fotografia della nuova Città del vino, inaugurata un paio d’anni fa su progetto di XTU Architects per presentarsi agli investitori internazionali. Con quest’architettura costata più di 80 milioni di euro (e per l’80% finanziata da soggetti pubblici compresa la Ue, la regione e la municipalità stessa) e da subito considerata “eye-catching”, come fosse il Guggenheim di Bordeaux, evocando il capolavoro di Frank O. Gehry, la città francese ha messo in mostra i propri gioielli dell’architettura contemporanea.  Tra gli altri anche il grande teatro, l’Arkéa Arena, progetto da Rudy Ricciotti e ultimato un anno fa e la MÈCA, la Maison de l'Économie Créative et de la Culture en Aquitaine: un importante polo culturale firmato dai danesi di BIG (che sarà inaugurato a giugno) e che riunirà all’interno di un unico edificio tre importanti istituzioni francesi per le arti visive oltre a riqualificare il sito degli ex macelli pubblici situati lungo la sponda del fiume Garonna.
Se nel sito dedicato a “Bordeaux Euratlantique” non passano inosservati focus che possono interessare ad ampio spettro il mondo delle costruzioni, come quello dedicato alle tecnologie costruttive, in particolare modo all’impiego del legno per le parti strutturali dei nuovi edifici, per incentivare la filiera specifica, nella comunicazione presentata in fiera il focus è stato posto sul futuro, sul progetto NOVA (Nouvelles Opportunités de Ville et d’Attraction), concentrandosi sulle nuove polarità urbane, sempre in un virtuoso rapporto tra pubblico e privato.

In linea con l'investimento di Bordeaux anche la città di Digione che nel 2019 è città Unesco per la gastronomia e il vino e sta completando una cittadella del cibo, costruita da Eiffage (una delle principali imprese immobiliari francesi). Spazi cinematografici, negozi e un albergo a 5 stelle in un'area che presto sarà interessata anche da una riqualificazione edilizia che includerà la parte residenziale. 

Safe, successful e accessible. Questi i tre aggettettivi che descrivono la visione di Istanbul nel 2036. Si opta per un approccio olistico per guardare al futuro della città pensando alla sicurezza dei cittadini e alla loro protezione da eventi naturali, climatici e tutti i rischi possibili futuri; alla qualità della vita e alla prosperità delle persone strettamente correlate con la crescita del benessere delle città; e ancora alla connettività garantita da un efficiente sistema di servizi e infrastrutture. Oggi la città conta 15 milioni di abitanti che diventeranno poco meno di 20 nel 2036, in un'area di 5.343 kmq oggi il 45% della superficie è occupato da foreste e il 26% da terreno agricolo, in un altro 26% di area urbana insistono 1,1 milioni di edifici. Guardando al futuro si pone come pre-condizione che in un tempo massimo di 50 minuti Instabul possa essere attraversata da una parte all'altra e massima priorità viene data alle infrastrutture verdi. Sulla base di questo piano, è impostato il masterplan da cui deriveranno tutti i singoli progetti di riqualificazione del tessuto esistente e di innesto contemporaneo.

Si chiama Magok, lo smart district of Seoul promosso dalla Seoul Energy Corporation per riconvertire un’area di 365 ettari con un potenziale abitativo di 546mila persone entro il 2025. Smarter, Greener to light up your life questo lo slogan della campagna di comunicazione del più importante piano di riconversione industriale in un pezzo di città mixed use, dove è previsto che il 21% dell’area rimanga verde. Se n’è parlato a Cannes ricordando che per costruire questo nuovo insediamento urbano, Magok, saranno potenziate tre linee di metropolitana e soprattutto si lavorerà sulla tecnologia: sarà un’informative city con dati in tempo reale per informare il pubblico e il privato e i singoli cittadini, una convenient city connessa al trasporto pubblico e incentivando la pedonalità, una safe city grazie ad un sistema di video-sorveglianza attenta in modo particolare ai bambini e agli anziani e soprattutto una future city capace di integrare un’infrastruttura unica i temi dell’ambiente, dell’educazione, della sicurezza, del trasporto e dell’informazione. Una sola piattaforma per una reale smart city.

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Tag: città
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