Da Fuksas a Mad, Andrea D’Antrassi è l’architetto italiano under35, ponte in Europa per lo studio cinese

Mad Architects, dalla Cina all’Europa (passando per le Monroe Towers)

di Paola Pierotti | pubblicato: 26/10/2015
"Sono diventato associato prendendomi la responsabilità del progetto di Roma in via Boncompagni, che è stata la prima commessa europea per Mad. Poi è arrivato un incarico a Parigi nell’ambito della trasformazione dell’area di Batignolles"
Andrea D’Antrassi
Mad Architects, dalla Cina all’Europa (passando per le Monroe Towers)
"Sono diventato associato prendendomi la responsabilità del progetto di Roma in via Boncompagni, che è stata la prima commessa europea per Mad. Poi è arrivato un incarico a Parigi nell’ambito della trasformazione dell’area di Batignolles"
Andrea D’Antrassi

È italiano e under35 il ponte in Europa per lo studio cinese Mad Architects. Andrea D’Antrassi è un architetto italiano, classe 1982, metà romano e metà siciliano, laureato a Mendrisio, con due anni di esperienza in Argentina e in Australia e poi con una gavetta nello studio di Massimiliano Fuksas a Roma. Il salto in Cina è arrivato proprio grazie alla maxi-commessa per l’aeroporto di Shenzhen. “Dal 2007 ho lavorato con Fuksas per un paio di anni intensi e formativi, ho seguito importanti progetti come l’Armani Shop di New York e altre operazioni italiane, da Savona a Milano, finchè – racconta D’Antrassi – io e altri due colleghi siamo stati coinvolti per partire per la Cina dove il committente dell’aeroporto ha chiesto di avere in loco un team di architetti italiani, al fianco dei colleghi cinesi. È iniziato così il mio approccio con la Cina: il nostro primo studio era nel vecchio aeroporto”.

“In Cina ho viaggiato molto e fin da subito mi sono confrontato, grazie al progetto di Shenzhen, con una delle operazioni più complesse che possa capitare ad un architetto. È stato un lavoro impegnativo che ho visto da vicino, quello di difendere il progetto con un cliente cinese, scendere a compromessi con il local architect, sempre difendendo la scelta del nostro studio”. Andrea D’Antrassi ha lavorato per il progetto dell’aeroporto, prima che partisse il cantiere, e poi nel 2009 è tornato in Italia per alcuni mesi continuando a lavorare per Fuksas. “Iniziata la crisi ho deciso di ripartire – racconta – per approfondire la mia conoscenza sulla Cina, quella vera, ho avuto alcune offerte da grandi studi internazionali, per gli uffici orientali di Zaha Hadid o Norman Foster, ma ho preferito l’opportunità con i giovani di Mad Architects, primi grandi designer autenticamente cinesi”.

Il giovane architetto italiano ha iniziato così a lavorare per Ma Yansong quando nello studio c’erano una cinquantina di persone. In pochi anni, grazie all’opera prima internazionale delle Monroe Towers, le Absolute Towers, inaugurate a Toronto nel 2012, lo studio è esploso e oggi ha un ufficio a Pechino con una settantina di persone e un altro a Los Angeles con altri 15 collaboratori. Andrea D’Antrassi è il ponte per l’Europa ed è lui a rappresentare lo studio in Italia.

L’architetto si è conquistato la fiducia dei partner quando ha trovato l’opportunità, compreso l’incarico, per uno sviluppo residenziale nel cuore di Roma in via Boncompagni. “Sono diventato Associato prendendomi la responsabilità per questo progetto che è stata la prima commessa europea per Mad. Poi è arrivato un incarico a Parigi nell’ambito della trasformazione dell’area di Batignolles” racconta l’architetto italiano che ha avuto modo di conoscere la realtà italiana da un punto di vista esterno, confrontandosi con le lungaggini di un intervento in un contesto delicato e con la burocrazia che rallenta i processi.

Mad è il primo studio cinese che ha vinto un concorso oltre i confini e con le Absolute Towers di Toronto si è distinto a scala internazionale. A Chicago ha vinto il concorso per il museo di George Lucas e ora mette un piede in Italia per sondare da vicino il mercato europeo e quello dell’area mediterranea, con attenzione anche alla Turchia e al Middle East. “Lo studio ha deciso di investire sull’Italia perché respiriamo un clima nuovo, i cinesi sono attratti da tutto ciò che può dare l’Italia non solo come meta turistica mordi-fuggi, contrastando quel cliché di una Cina alla conquista low-cost”.

In Cina Mad ha realizzato alcuni hotel, ha ultimato complessi residenziali di lusso e sulla baia di Beihai ha concluso la prima fase del progetto Fake Hills dove è previsto un edificio lungo 800 metri affacciato sulla costa. Tra qualche settimana sarà inaugurato il maxi-centro culturale di Harbin con un’opera house di 77mila mq inserita in un piano di 1,1 milioni di mq.

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