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Nella costruzione del nuovo museo c’è un po’ di Made in Italy con la partecipazione di Permasteelisa che ha realizzato l’astronave in vetro e acciaio

Lione ha un nuovo landmark: pronto il “Musée des Confluences” di Coop Himmelb(l)au

di Paola Pierotti | pubblicato: 25/03/2015
Musée des Confluences 
museo
Dove si trova:
lione
86 quai Perrache, Lione
Progetto:
COOP HIMMELB(L)AU
Spengergasse 37, 1050 Vienna
Committenza:
MUSÉE DES CONFLUENCES
86 quai Perrache, Lione
I poli culturali che hanno cambiato le città: dalla Sydney Opera House di Utzon al Beabourg di Parigi con le firme di Piano e Rogers; dal Guggenheim di Bilbao con Gehry fino a Reykjavik con l'Harpa di Henning Larsen, ai più recenti interventi a Marsiglia con il Mucem di Ricciotti e Carta.
Lione ha un nuovo landmark: pronto il “Musée des Confluences” di Coop Himmelb(l)au
I poli culturali che hanno cambiato le città: dalla Sydney Opera House di Utzon al Beabourg di Parigi con le firme di Piano e Rogers; dal Guggenheim di Bilbao con Gehry fino a Reykjavik con l'Harpa di Henning Larsen, ai più recenti interventi a Marsiglia con il Mucem di Ricciotti e Carta.

L'astronave di vetro firmata dagli architetti austriaci di Coop Himmelb(l)au è atterrata a Lione. È stato aperto al pubblico lo scorso 20 dicembre il Musée des Confluence pensato per essere il nuovo landmark della città francese: un  gigante di vetro, acciaio e cemento che copre una superficie complessiva di 21.000 mq, con un’altezza di 41 metri ed una lunghezza di 190 metri per 90 metri di larghezza. La nuova architettura realizzata sulla punta meridionale della città di Lione alla confluenza - da cui il nome del Museo - dei due fiumi Rodano e Saona, è costituita da due grandi unità architettoniche: una a forma di Cristallo e l’altra a forma di Nuvola.

Lione da almeno 15 anni sta lavorando sul tema della riqualificazione e Lyone Confluence, con un'area simile a quella di Hafen City ad Amburgo, è il più grande progetto di riqualificazione europea: qui hanno lavorato anche Odile Decq, Massimiliano Fuksas e Rudy Ricciotti.

Dalla Sydney Opera House di Jorn Utzon al Beabourg di Parigi con le firme di Renzo Piano e Richard Rogers; dal Guggenheim di Bilbao con Frank Gehry fino a Reykjavik con l'Harpa di Henning Larsen (che ha vinto l'ultimo premio Mies van der Rohe), ai più recenti interventi a Marsiglia con il Mucem di Rudy Ricciotti e Roland Carta. Da più di 40 anni i poli per la cultura si affermano per il loro ruolo attrattivo, e i casi virtuosi sono quelli in cui a fianco alla costruzione del landmark si è intervenuti con una potente trasformazione urbana e post-industriale come è accaduto proprio a Lione e prima ancora a Bilbao.

Nella costruzione del nuovo museo c'è un po' di Made in Italy con la partecipazione del gruppo Permasteelisa. Il Cristallo costituisce il punto di ingresso per i visitatori e li “prepara” alla visita del Museo stesso; è caratterizzato da una struttura in vetro ed acciaio che determina la sua forma cristallina e da un cono trasparente che scende dalla sommità del tetto fino al pavimento. La Nuvola invece, rivestita da pannelli opachi, è simile ad una navicella spaziale e racchiude le sale del Museo.

Il Gruppo Permasteelisa, tramite le sue subsidiaries Permasteelisa France e Gartner, ha reso possibile la realizzazione del Cristallo, "la parte più complessa dal punto di vista progettuale - spiegano dall'azienda con sede a Vittorio Veneto - e degli 11 pannelli apribili in vetro che permettono alla luce di entrare nell’area della Nuvola. La geometria estremamente complessa del Cristallo ha richiesto l’utilizzo della progettazione tridimensionale di tutta la struttura in acciaio e dei pannelli vetrati; solo per realizzare il “Pozzo di Gravità”, il cono di vetro alto 30 metri che contraddistingue questa area del Museo, sono stati progettati 160 nodi speciali per la connessione del vetro all’acciaio della struttura".

Particolarmente impegnativo è stato anche il processo che ha portato alla progettazione e alla costruzione dei vetri che rivestono il Pozzo: "tutti curvati a caldo, i vetri presentano diversi livelli di curvatura. I 4 pannelli posti nella zona più in basso, vicino all’estremità del cono, sono caratterizzati da un raggio di curvatura di 500 mm, tipica dei cockpit degli aerei ma certamente non per i vetri architettonici di 4,5 metri di altezza utilizzati nel progetto" commentano dall'azienda. Tutto il Cristallo, infine, è rivestito con vetri auto-riscaldanti, il cui sistema entra in funzione nel caso di accumulo di neve, ed è sostenuto da una struttura in acciaio da 650 tonnellate.

Oltre allo spazio espositivo, il Musée des Confluences ospita due auditorium, una biblioteca, laboratori per le scuole, un hub digitale, ristoranti e una terrazza panoramica, con vista della confluenza tra il Rodano e la Saona.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: cultura; spazi pubblici
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