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Casa Italia? Un progetto dove far confluire la massima partecipazione dal mondo delle professioni

Intervista a Boeri su Amatrice: oltre alla mensa, idee per la ricostruzione della cittadina

di Paola Pierotti | pubblicato: 24/12/2016
"Sarebbe importante immaginare la partecipazione creativa di progettisti e scuole di architettura sia locali che di tutt'Italia. Con la premessa che bisognerà essere sul luogo e agire rapidamente"
Stefano Boeri
Intervista a Boeri su Amatrice: oltre alla mensa, idee per la ricostruzione della cittadina
"Sarebbe importante immaginare la partecipazione creativa di progettisti e scuole di architettura sia locali che di tutt'Italia. Con la premessa che bisognerà essere sul luogo e agire rapidamente"
Stefano Boeri

Quattro mesi dopo il terremoto, per Natale è stata inaugurata ad Amatrice la mensa scolastica. realizzata grazie ai contributi dei lettori di Corriere della Sera e agli spettatori di TG La7. Il progetto è firmato da Stefano Boeri Architetti ed è diventato realtà in un mese: “Abbiamo iniziato i lavori il 18 novembre scorso – ha precisato l’architetto milanese – il 23 dicembre abbiamo inaugurato i volumi. Mancano le cucine e lo spazio sarà operativo per i primi di febbraio: sarà una mensa per 150 persone (450 mq), ma anche un luogo d’incontro per la comunità”. Nel giorno della festa per la conclusione dell’edificio, realizzato con il supporto della filiera del Legno FVG - consorzio delle aziende del Friuli Venezia Giulia specializzate nella produzione e realizzazione di architetture e strutture complesse in legno – il commissario Vasco Errani ha invitato Boeri a dare il proprio contributo per la ricostruzione complessiva della città di Amatrice.

Architetto Boeri, in cosa consiste questa richiesta?
Da qualche settimana siamo operativi nei territori colpiti dal sisma per seguire la costruzione della mensa e di altri otto ristoranti (di superfici che variano da circa 85mq a circa 500mq) integrati in edifici raggruppati intorno ad una food court. Considerando che siamo sul posto e stiamo conoscendo da vicino la realtà di Amatrice, il commissario Errani ci ha chiesto di dare una mano. Daremo un supporto per definire le linee di indirizzo per il futuro di Amatrice, ma non sappiamo ancora se e come si concretizzerà questa attività.

La proposta che le ha fatto Errani è stata rapidamente veicolata dai media ed è stata accolta con titubanza dal mondo della progettazione, che invoca procedure trasparenti, concorsi e il più ampio coinvolgimento possibile da parte dei professionisti. Un suo commento?
Ci è stato chiesto un contributo di idee e suggerimenti preliminari alla progettazione. Il primo di questi consigli punta a coinvolgere la popolazione in ogni scelta, come abbiamo fatto per la progettazione della Zona Food. Sarà dunque importante, anche nel definire le linee guida per la ricostruzione, incontrare le molteplici comunità di Amatrice, i consiglieri e la Giunta, gli imprenditori e i commercianti, le imprese culturali e quelle agricole e zootecniche e insieme a tutti loro ipotizzare alcuni indirizzi possibili per la progettazione. Bisogna tenere presente che soltanto Amatrice conta 60 frazioni, la sfida della ricostruzione è dunque gigantesca e articolata: nei territori del sisma ci sono decine di centri, centinaia di frazioni che necessitano con urgenza di progetti. Ben vengano dunque i concorsi di idee e progettazione, le consultazioni ad inviti. Anche perché ogni cittadina ha una propria storia e ha bisogno di una procedura diversa e costruita ad hoc. Sarebbe importante immaginare la partecipazione creativa di progettisti e scuole di architettura sia locali che di tutt'Italia. Con la premessa che bisognerà essere sul luogo e agire rapidamente, perché questo chiede la situazione del luogo, che è ancora di emergenza.

Cosa ne pensa di Casa Italia?
È un grande progetto per la ricostruzione e la messa in sicurezza del Paese, potrebbe essere proprio questo il laboratorio dove far confluire la massima partecipazione dal mondo delle professioni. Il luogo istituzionale da cui promuovere i concorsi di progettazione.

Che messaggio intende comunicare Stefano Boeri alla comunità e a chi ha il ruolo per decidere del futuro dei territori colpiti
Bisogna fare di tutto per dimostrare che si può co-abitare con il “mostro” nascosto nelle viscere di questo paesaggio straordinario. Bisogna imparare a convivere con lui, costruendo e ricostruendo edifici in primo luogo sicuri, e in ogni caso (sia che si ricostruisca "dove era e come era", sia che si scelga una nuova architettura) non meno belli di quelli che c’erano prima del sisma. Non bisogna certo accontentarsi di soluzioni precarie e d’emergenza: oggi si riescono a costruire con grande rapidità architetture di qualità e che durano nel tempo. La mensa scolastica che abbiamo inaugurato ne è una dimostrazione: l’urgenza non porta necessariamente ad architetture povere e di qualità mediocre.

Come si articola il progetto che state sviluppando per conto dell’iniziativa promossa da Corriere-La7? Quali sono le prossime tappe?
Stiamo sviluppando un progetto pensato per essere temporaneo e costruito rapidamente, ma anche in grado di durare nel tempo; perche potrà essere smontato e riassemblato altrove o facilmente riadattato per altre funzioni. Il nuovo polo dell'alimentate nascerà alla fine del Corso di Amatrice, poco lontano dai moduli scolastici in funzione da ottobre. Oltre alla mensa, stiamo progettando una piazza che sarà pronta per Pasqua, intorno alla quale ci saranno 8 dei ristoranti danneggiati dal sisma: nuove architetture in legno e modulari che ospiteranno le strutture danneggiate dal sisma e daranno lavoro a più di 130 cittadini di Amatrice.

Il vostro progetto è frutto delle donazioni, a quanto ammonta l’importo lavori?
Intorno ai 5 milioni di euro.

Boeri sposa i moduli industrializzati in legno. Perché questa scelta?
Oggi il legno si può usare senza che diventi un fattore univoco di condizionamento stilistico. Il legno può essere infatti trattato e composto per assecondare ogni tipologia e linguaggio: dalla ricostruzione filologica alla sfida di una architettura contemporanea. E per la sua elasticità è perfetto per situazioni di rischio sismico. Inoltre il legno è un materiale leggero, che garantisce una rapida esecuzione. Facilmente smontabile e riciclabile.
Il legno dei nostri boschi, dalla Calabria al Trentino, è una risorsa straordinaria per realizzare un sistema regionale di distretti che possono contribuire a mettere in sicurezza e ricostruire le mille città a rischio sismico del nostro fragile e bellissimo Paese.
Amatrice potrà diventare l'episodio esemplare di una grande campagna di ricostruzione e abbellimento dei piccoli centri italiani che coinvolgerà migliaia di aziende e professionisti del nostro settore.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: città; food
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