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In meno di 12 mesi la consegna del progetto, investimento pubblico-privato da 9,5 milioni

Monza, un villaggio dentro la città per accogliere e curare i malati di Alzheimer

di Redazione PPANthebrief | pubblicato: 27/02/2018
L’intera struttura è stata studiata in funzione del malato, per assicurargli una vita confortevole e adeguata alle sue esigenze
Monza, un villaggio dentro la città per accogliere e curare i malati di Alzheimer
L’intera struttura è stata studiata in funzione del malato, per assicurargli una vita confortevole e adeguata alle sue esigenze

A Monza è stato inaugurato un borgo speciale che si estende per 14mila mq di superficie, di cui 5350 calpestabili, destinato ad ospitare 64 persone malate d’Alzheimer e promosso dalla Cooperativa La Meridiana. Un nuovo tessuto costruito, con vie, piazze, giardini, negozi, un teatro, una chiesa, una pro loco, un orto e alcuni appartamenti dove i pazienti potranno vivere in autonomia, usufruendo contemporaneamente dell’assistenza necessaria. In una palazzina è previsto anche un centro diurno con ambulatori e uno sportello informativo per le famiglie e per i pazienti. 

Il Paese Ritrovato, questo il nome del progetto, è stato realizzato con un investimento di oltre 9,5 milioni, di cui 6,5 circa provenienti da privati (famiglie, imprese, fondazioni e associazioni) e 3 dal pubblico, da Comune di Monza, Regione Lombardia, Azienda Territoriale Sanitaria (ATS) Brianza e dall’Azienda Socio Sanitaria Territoriale (ASST) di Monza.

Colori, luci, arredi, sistemi domotici, impianti tecnologici, aromi e profumi che rimandano all’ambiente naturale incidendo sull’umore e lo stato d’animo. L’intera struttura è stata studiata in funzione del malato, per assicurargli una vita confortevole e adeguata alle sue esigenze. Questo progetto avrà anche ricadute sul tessuto economico locale: sono previste infatti 55 nuove assunzioni di professionisti con un’adeguata formazione. “In poco meno di un anno e due mesi abbiamo costruito Il Paese Ritrovato - ha dichiarato Roberto Mauri, direttore della Cooperativa La Meridiana - in tempo record siamo riusciti a far sorgere la struttura. Sul piano della cura ci attendiamo che le persone colpite da un progressivo calo cognitivo possano vivere meglio e con meno stress”.

Un’iniziativa con una solida base scientifica, che rivoluziona il modo di intendere la cura e che trova la collaborazione del Politecnico di Milano, della Fondazione Golgi Cenci e del CNR (Centro Nazionale Ricerche), enti che monitoreranno gli effetti del progetto sui pazienti e sulle loro famiglie. “Il fatto di essere in grado di vestirsi, fare la spesa, andare in chiesa o a teatro - ha spiegato Mariella Zanetti, Geriatra de La Meridiana -  rende la persona capace di ritrovare le dimensioni fondamentali della propria quotidianità cioè la dimensione fondamentale della vita”. 

L’iniziativa culminerà, anche grazie agli esperti dell’Università LIUC di Varese, nella messa a punto di un modello di cura estendibile anche ad altre realtà territoriali. Un contributo prezioso per trovare nuovi modi per poter curare una malattia sempre più diffusa. Oggi nel mondo si stimano 24 milioni di malati, 1,2 milioni solo nel nostro Paese (in particolare, nel territorio della ex ASL Monza e Brianza gli individui con demenza sono circa 7.500 pari al 4,5% della popolazione anziana); non solo gli studi demografici prevedono anche che nel 2050 le persone malate di Alzheimer e di demenza saranno quadriplicate. 

“Oggi abbiamo bisogno di una filantropia imprenditoriale e di imprenditori sociali capaci di svolgere bene il proprio lavoro, in grado di progettare per il bene comune mettendo in campo tutte le energie: dalla collaborazione con le imprese, con le fondazioni, con gli enti pubblici, all’utilizzo intelligente della tecnologia e delle scoperte scientifiche. Tutte caratteristiche ampiamente presenti nel progetto de Il Paese Ritrovato”. Giovanna Forlanelli Rovati, Presidente Comitato Garanzia Donatori de Il Paese Ritrovato, spiega anche così l’eccellenza del progetto. “Dobbiamo allargare gli orizzonti del nostro ragionamento per considerare il tema dei diritti e dell’uguaglianza. Auspico che l’ente pubblico possa mettere in campo un forte contributo sulla retta. Oltre all’uguaglianza - continua Forlanelli - c’è anche il tema della giustizia. Non penso sia uno scandalo se le famiglie con maggiori disponibilità economiche dovranno sostenere una retta superiore a quella dei pazienti delle famiglie meno fortunate. Un welfare sempre meno statale, ma di comunità, un sistema sociale con una forte componente privata, non comporta l’abbandono dei valori per cui è nato. Anzi. Servirà sempre più un sostegno alla fragilità della persona in una cornice di uguaglianza, fraternità e di giustizia, perché questi valori rappresentano le fondamenta di qualsiasi tipo di welfare”. 

Fino al 4 marzo sarà possibile sostenere il progetto inviando un sms solidale al numero 45568. 

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Tag: città; salute
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