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In Alto Adige, nato da un concorso internazionale del 2009 il progetto architettonico è firmato dagli architetti romani di modostudio

Demolizione e ricostruzione per la sede della Fondazione Elisabeth und Helmut Uhl Stiftung

di Paola Pierotti | pubblicato: 30/07/2014
Parte del materiale utilizzato è stato recuperato dalla demolizione degli edifici esistenti mentre altri materiali seguono volutamente le tradizioni locali, come le scandole di larice tagliato a mano o l'intonaco esterno a calce ed i ricorsi in porfido che ricordano i vecchi edifici di montagna
Demolizione e ricostruzione per la sede della Fondazione Elisabeth und Helmut Uhl Stiftung
Parte del materiale utilizzato è stato recuperato dalla demolizione degli edifici esistenti mentre altri materiali seguono volutamente le tradizioni locali, come le scandole di larice tagliato a mano o l'intonaco esterno a calce ed i ricorsi in porfido che ricordano i vecchi edifici di montagna

Sono passati cinque anni dal concorso ed è pronto a Laives in Alto Adige il progetto della nuova sede della fondazione tedesca di ricerca Elisabeth und Helmut Uhl Stifung. Firmato dai romani di modostudio l’edificio ospita gli uffici della fondazione integrati con aree di ricerca, spazi relax, camere per gli ospiti e una cantina vinicola. “Il progetto – racconta Giorgio Martocchia, partner con Fabio Cibinel e Roberto Laurenti dello studio romano - è certificato Casaclima A e quasi completamente in legno con tecnologia Thoma e realizzato con avanzate soluzioni tecnologiche”.

Una nuova architettura situata su un declivio di una montagna vicino a Bolzano, un edificio che si relaziona e preserva l'ambiente circostante andando planimetricamente ad insistere sulla stessa impronta degli edifici una volta esistenti ed oggi demoliti. “La struttura – raccontano i progettisti – si articola in due corpi di fabbrica: l'edificio fondazione ed un piccolo edificio adiacente ad uso residenziale. L'edificio fondazione è composto da una serie di volumi architettonici: un volume trasparente in vetro ed acciaio ospita le attività di ricerca, un volume in legno è adibito a refettorio, mentre il corpo inferiore, su cui questi volumi poggiano, ospita spazi ricettivi per sostenere le attività della fondazione ed una cantina vinicola”.

Parte del materiale utilizzato è stato recuperato dalla demolizione degli edifici esistenti mentre altri materiali seguono volutamente le tradizioni locali, come le scandole di larice tagliato a mano o l'intonaco esterno a calce ed i ricorsi in porfido che ricordano i vecchi edifici di montagna. I materiali diventano un elemento di dialogo con la storia e la cultura dei luoghi.

Il bollino green è stato garantito grazie all’uso di soluzioni tecnologiche innovative: “non ha avere alcun impianto di ventilazione controllata interna, ed è stato sostituito dalla possibilità di usare l'aria calda generata nel volume in vetro con funzione di buffer zone. Una grande cisterna di 20000 litri, isolata termicamente – spiegano i progettisti - è in grado, tramite un impianto solare termico ed una caldaia a biomassa, di ospitare acqua necessaria al riscaldamento radiante in tutto il complesso”.

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