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Sostenibilità, tradizione e innovazione gli aspetti che hanno portato lo studio Studio Botter + Studio Bressan alla vittoria sugli oltre cento candidati

Al Palaluxottica di Agordo l’edizione 2020 del Premio Oderzo

di Maria Chiara Sabato | pubblicato: 29/04/2021
«Attenzione per il contesto, la valorizzazione degli aspetti strutturali dell’edificio, la corretta combinazione dei materiali, la sostenibilità del progetto dal punto di vista ambientale, energetico ed economico»
Al Palaluxottica di Agordo l’edizione 2020 del Premio Oderzo
«Attenzione per il contesto, la valorizzazione degli aspetti strutturali dell’edificio, la corretta combinazione dei materiali, la sostenibilità del progetto dal punto di vista ambientale, energetico ed economico»

Coperture in legno e grandi vetrate: sono queste le caratteristiche del Palaluxottica di Agordo, in provincia di Belluno, che il 23 aprile si è aggiudicato la 17a edizione del Pao, il Premio Architettura della città di Oderzo. L’onorificenza nasce nel 1997 per diffondere l’architettura del Triveneto – Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia – ed è promossa da alcuni enti locali guidati dalla Fondazione Oderzo Cultura, con l’Ordine degli Architetti e l’Associazione Industriali. Quest’anno, eccezionalmente, ha partecipato anche un progetto realizzato in Emilia-Romagna, con l’apertura di due sezioni una dedicata ai luoghi del lavoro e una sulle architetture di montagna.

Tra le 111 candidature presentate quest’anno, il primo posto è andato al Palaluxottica, una sala polivalente studiata dallo Studio Botter + Studio Bressan, un’opera privata ultimata nel 2018.

L’edificio si trova in un’area naturale, oggi periferica rispetto ad Agordo, ma che in futuro potrà avere una nuova centralità: il Palaluxottica si trova infatti nello snodo tra un sistema di strade che collegano i principali servizi pubblici come scuole, impianti sportivi, centro cittadino, trasporti.

Per il complesso gli architetti si sono ispirati all’ambiente circostante: le costruzioni rurali delle vallate agordine sono caratterizzate da strutture a telaio in legno e dotate di elementi obliqui di irrigidimento, com’è oggi il Palaluxottica. La struttura portante della sala polivalente è stata concepita in legno per coerenza con la tradizione costruttiva alpina; il tetto leggermente ondulato, rappresenta infine una sintesi tra le strutture locali e il profilo delle Dolomiti che circondano la vallata.

Come per tutti gli edifici realizzati dallo stesso studio, nei suoi 70 anni di esperienza, l’approccio è quello dell’ “attenzione per il contesto, la valorizzazione degli aspetti strutturali dell’edificio, la corretta combinazione dei materiali, la sostenibilità del progetto dal punto di vista ambientale, energetico ed economico, il controllo dei costi e dei tempi di realizzazione, la cura dei dettagli nella progettazione. L’obiettivo – si legge sul sito dello Studio Botter – è combinare tradizione, innovazione e ricerca con competenza e professionalità per rispondere alle esigenze della committenza alle diverse scale di intervento, affidandoci della nostra consolidata esperienza e, quando necessario, a una rete consolidata di consulenti e collaboratori”.

Il complesso, con 100 metri di lunghezza, è per grandezza un unicum sul territorio ed è adatto per concerti, spettacoli, mostre, riunioni pubbliche e private. Inoltre, la disposizione dei servizi nella zona est, permette di dividere la sala in otto moduli da attrezzare per conferenze e fiere. La nuova architettura quindi potrà diventare un luogo di aggregazione per tutta la comunità e un punto di riferimento per la provincia bellunese. L’aspetto comunitario è stato uno degli aspetti presi in considerazione dalla giuria guidata da Paolo Baratta e composta da Maria Claudia Clemente, Alfonso Femia, Carlo Birrozzi e Massimo Tonello. Durante la premiazione, l’edificio è stato riconosciuto come “intervento di qualità architettonica e di valenza sociale”.

Oltre al Palaluxottica, la giuria ha premiato nella sezione “Architettura di montagna” il Cinema natura di Verano di Messner Architects e il Bivacco Pradidali presso Pale di San Martino di Mimeus Architettura. Entrambi gli edifici si trovano in Trentino Alto Adige. Nella sezione “Architettura dei luoghi del lavoro” ha vinto il primo premio il progetto Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia di ZAA Zamboni Associati Architettura.

In copertina: Palaluxottica. Foto per cortesia di studio Studio Botter + Studio Bressan

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tag: spazi pubblici
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