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"C’è molto da fare per le città e sarebbe anche finalmente importante occuparsene in chiave innovativa"

Addio a Bernardo Secchi, l’Urbanista che ha fatto appassionare generazioni di architetti

di Paola Pierotti | pubblicato: 15/09/2014
"A Bruxelles abbiamo proposto uno scenario “no car”, una politica che gradualmente tende a rendere tutta l’area metropolitana un’area ove si circola più con il trasporto pubblico, a piedi ed in bicicletta che con l’automobile e ciò senza pedaggio strani. All’inizio ci hanno presi per matti-utopisti poi, lentamente, hanno cominciato a pensare (e discutere) come arrivarci. C’è molto da fare per le città e sarebbe anche finalmente importante occuparsene in chiave innovativa. Ma bisogna stare attenti a non partire con il piede sbagliato"
Bernardo Secchi
Addio a Bernardo Secchi, l’Urbanista che ha fatto appassionare generazioni di architetti
"A Bruxelles abbiamo proposto uno scenario “no car”, una politica che gradualmente tende a rendere tutta l’area metropolitana un’area ove si circola più con il trasporto pubblico, a piedi ed in bicicletta che con l’automobile e ciò senza pedaggio strani. All’inizio ci hanno presi per matti-utopisti poi, lentamente, hanno cominciato a pensare (e discutere) come arrivarci. C’è molto da fare per le città e sarebbe anche finalmente importante occuparsene in chiave innovativa. Ma bisogna stare attenti a non partire con il piede sbagliato"
Bernardo Secchi

Bernardo Secchi era nel programma a Mantova per il Festival della Letteratura (7 settembre 'Ascoltare la città contemporanea' in dialogo con Luca Molinari) e a Modena ieri a quello del Festival della Filosofia con un intervento sul rapporto tra urbanistica e disuguaglianze (tema del suo ultimo libro "La città dei ricchi e la città dei poveri", Lateza, 2013). Grande intellettuale e grande urbanista, all'età di 80 anni Bernardo Secchi è mancato dopo una breve malattia (come scrive Stefano Boeri su Abitare) lasciando una grande eredità alle città, agli amministratori e ai cittadini, e a quanti si occupano di progettazione urbana.

Secchi è uno dei padri dell'urbanistica italiana (laureato in ingegneria nel 1959 con Giovanni Muzio) che ha fatto appassionare centinaia di studenti di architettura: ha insegnato urbanistica a Milano dal 1974 al 1984 (preside dal 1976 al 1982) e dal 1984 ha insegnato all'Università Iuav di Venezia. Nel 2010 ha ricevuto la nomina a Chevalier dans l'Ordre national de la Lègion d'honneur dal Presidente francese Nicolas Sarkozy dopo che nel 2008 con Paola Viganò (socia del suo studio dal 1990) era stato invitato insieme ad altri nove architetti di diversi paesi a studiare lo sviluppo urbano di Parigi come metropoli del XXI secolo.

Secchi ha partecipato alla redazione del nuovo piano regolatore di Madrid (1984), in Italia ha redatto i piani di Jesi, Siena, Abano, Bergamo, Prato, Brescia, Pesaro e La Spezia. Innovazione, sperimentazione, non senza critiche (anche recenti): Secchi non è passato indifferente al Movimento 5 Stelle dopo un suo intervento lo scorso febbraio a Prato dove l'urbanista milanese ha firmato il Prg ancora vigente.

I concorsi vinti sono decine. A Roma, in collaborazione, ha vinto il concorso per "Roma città del Tevere" (1993) per la sistemazione del lungo-fiume. A Ginevra la gara per la sistemazione dell'area aeroportuale (1996). Tantissimi i progetti per il riutilizzo di aree ferroviarie, molti gli interventi in Belgio, sviluppati con la socia Viganò.

Ritrovo una mail che mi aveva scritto Secchi rispondendo ad una mia richiesta di intervista per commentare l'idea del "Piano-Città" (nell'aprile del 2o12 quando il Governo non aveva ancora definito cosa dovesse essere). "Gentile Paola Pierotti, io in questo momento sono a Buenos Aires e ci sto sino a giovedì. Difficile fare un’intervista telefonica data anche la differenza di fuso. Eppure mi piacerebbe dirle alcune cose che vengono dalla nostra esperienza di Bruxelles ed ora di Mosca. Se vuole può provare con la mia associata Paola Viganò che si trova ora a Bruxelles (perlomeno sullo stesso fuso) e che le potrebbe parlare anche di una ricerca sulle questioni energetiche che stiamo facendo per conto del governo francese.

Per farle un esempio - continua Secchi - a Bruxelles abbiamo proposto uno scenario “no car”, una politica che gradualmente tende a rendere tutta l’area metropolitana un’area ove si circola più con il trasporto pubblico, a piedi ed in bicicletta che con l’automobile e ciò senza pedaggio strani. All’inizio ci hanno presi per matti-utopisti poi, lentamente, hanno cominciato a pensare (e discutere) come arrivarci. C’è molto da fare per le città e sarebbe anche finalmente importante occuparsene in chiave innovativa. Ma bisogna stare attenti a non partire con il piede sbagliato. Veda lei. A presto".

L'Urbanistica targata Secchi e Viganò in questi ultimi anni ha lavorato molto suo temi del riciclo al 100% e delle città senz'auto. Lo studio del professore milanese è stato coinvolto in tanti progetti di ampio respiro: New York 2030, Grand Paris 2050, Bruxelles 2040. Vision supportate da azioni minute e mirate, a partire dal recupero di spazi pubblici.

L'eredità di cinquantanni di lavoro resterà anche nelle sue molte pubblicazioni. Dall' "Analisi economica dei problemi territoriali" (Giuffrè, Milano, 1965) al testo "Squilibri regionali e sviluppo economico" (Marsilio, Venezia, 1974), "Il racconto urbanistico" (Einaudi, Torino, 1984) e poi "Un progetto per l'urbanistica" (Einaudi, Torino, 1989). Nel 2000 "La prima lezione di urbanistica" (Laterza, Roma), nel 2005 "La città del XX secolo" (Laterza, Bari), nel 2009 "Antwerp, territory of a new modernity" (Sun Amsterdam) e nel 2011 La ville poresuse (Edition MetisPresses). Ultimo libro pubblicato nel 2013 è "La città dei ricchi, la città dei poveri" (Laterza, Roma).

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