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Primo appuntamento della rassegna Disordine promossa dall’Ordine degli Architetti di Bologna

A cosa serve l’architetto? Partono le campagne di comunicazione e marketing

di Redazione PPANthebrief | pubblicato: 22/03/2018
Una nuova generazione di consigli degli ordini professionali cerca di riposizionare la professione, ma il gap con l’esperienza internazionale è ancora ampio
A cosa serve l’architetto? Partono le campagne di comunicazione e marketing
Una nuova generazione di consigli degli ordini professionali cerca di riposizionare la professione, ma il gap con l’esperienza internazionale è ancora ampio

L’architettura entra in città, incontra la committenza, difende il ruolo del progetto e racconta cosa fanno i professionisti e qual è il valore aggiunto di un investimento che è creatività, soluzione e responsabilità. L’Ordine degli Architetti di Bologna, guidato dal presidente Pier Giorgio Giannelli, lancia la sfida avviando una campagna di sensibilizzazione “per aprire un discorso sulla bellezza” come dice Rosa Maria Amorevole, presidente del Quartiere Santo Stefano di Bologna che ospita la kermesse.

Un’iniziativa che fa eco ad altre già promosse ad esempio dall’Ordine degli Architetti di Milano che negli ultimi anni ha costruito un sistema di ‘itinerari’ per far conoscere la città e i suoi maestri, ha lanciato una pagina web e un volume dedicato a “il tuo architetto” per raccontare “diritti e doveri” dei professionisti e dei committenti e, prendendo spunto dal capoluogo emiliano, ha messo in moto una potente macchina per promuovere concorsi (pubblici e privati) attraverso la piattaforma Concorrimi e una serie di bandi tipo. Reggio Emilia, sotto la guida del past-president Andrea Rinaldi, ha realizzato un video per spiegare “perché scegliere un architetto” e ha messo a punto una sorta di manifesto, “il giuramento di Vitruvio” impegnando gli iscritti alla formazione, alla generosità, alla visione lungimirante, creando armonia con la natura e mantenendo viva la responsabilità verso il passato. 

Anche a Ferrara, con Diego Farina presidente dell’Ordine, non mancano iniziative di promozione e comunicazione della figura dell’architetto, con attenzione al sociale e alla rigenerazione urbana. Intanto in queste ore anche l’Ordine degli Architetti di Torino presieduto da Massimo Giuntoli ha lanciato una campagna di comunicazione e marketing, traguardando alla figura dell’architetto 4.0, invitando quindi ad un’autocritica, e immaginando un cambio di passo da parte dei professionisti per dimostrare ai committenti che “investire sul progetto incide sulla produttività dell’azienda. Prendendo a modello il progetto bolognese ‘la qualità non è in svendita’, Torino lancia lo slogan ‘il progetto non è scontato”.

Alessandra Ferrari, coordinatrice del Dipartimento Cultura del Consiglio Nazionale degli Architetti ha partecipato all’evento ricordando il lavoro fatto dal Consiglio nazionale degli Architetti a sostegno della ‘comunicazione’ della professione con il premio Architetto Italiano, con un yearbook, con le mostre che hanno fatto il giro del mondo, da Seoul a Chicago. Iniziative capillari, tangibili, con due obiettivi importanti: “una rivoluzione culturale generale e una legge per l’architettura”, tra i temi cardine del prossimo Congresso Nazionale degli architetti in programma il 5, 6 e 7 luglio a Roma.

Responsabilità, conoscenza che è alla base della creatività, rispetto del bene comune, attenzione alla qualità della vita delle persone. E ancora, digitalizzazione, sostenibilità e capitale umano. Intorno a questi temi rappresentanti di ordini, della pubblica amministrazione e committenti pubblici e privati si confrontano per ribadire che “il compenso di un architetto è un investimento” ricorda Marcello Rossi, tesoriere dell’Ordine degli Architetti di Milano, e che “l’architetto è la penna del suo committente” come dice Attilio Di Cunto Ad di Euromilano, citando Giancarlo De Carlo.

Una nuova generazione di consigli degli ordini professionali cerca di riposizionare la professione, ma il gap con l’esperienza internazionale è ancora ampio. Alessandra Ferrari cita ad esempio la legge per l’architettura istituita in Estonia ormai 15 anni fa e Giuntoli riporta la recente esperienza del Mipim 2018, raccontando come nella kermesse di Cannes le città internazionali abbiano scommesso insieme agli architetti locali e non, e come l’Italia abbia perso un’altra volta l’occasione per fare sistema e investire sul progetto. 

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Tag: città
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